[Ezln-it] Pronunciamento del Primo Festival Mondiale delle Resistenze e Ribellioni contro il Capitalismo
Annamaria
maribel_1994 at yahoo.it
Fri Jan 9 15:08:09 CET 2015
Pronunciamento del Primo Festival Mondiale delleResistenze e Ribellioni contro il Capitalismo Ai popolidel mondo.
Dal Chiapas, Messico, ci rivolgiamoalle donne e uomini dal basso, delle campagne e delle città, in Messico e nelmondo, a coloro che seminiamo resistenze e ribellioni contro il capitalismoneoliberale che tutto distrugge. Ci siamo riuniti i giorni 21, 22 e23 dicembre nella comunità ñahtó di San Francisco Xochicuautla, Stato delMessico; i giorni 22 e 23 dicembre nella comunità nahua di Amilcingo, Morelos;i giorni 24, 25 e 26 dicembre, nella sede del Fronte Popolare Francisco VillaIndipendente, a Città del Messico; i giorni 28 e 29 dicembre nella comunità diMonclova, Campeche; i giorni 31 dicembre e primo di gennaio nel caracol Zapatista di Oventic, Chiapas;i giorni 2 e 3 gennaio al CIDECI di San Cristóbal de las Casas, Chiapas. Cisiamo incontrati per fare condivisioni, che significa non solo condividere, maimparare e costruire insieme. Condivisioni nate dal profondo dolore che ènostro e dalla rabbia che è nostra, per la sparizione ed assassinio deglistudenti della Normale Rurale Raúl Isidro Burgos di Ayotzinapa, Guerrero. Unatto criminale che è a sua volta il riflesso della politica di morte che imalgoverni ed i capitalisti hanno proiettato in ogni angolo del paese e delmondo, perché loro, quelli che ci mancano, sono i nostri desaparecidos e noi,che siamo della Sexta Nazionale ed Internazionale, del Congresso NazionaleIndigeno, dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, non smetteremo dilottare fino a trovarli. I capitalisti ed i loro tirapiedidei malgoverni hanno lasciato distruzione nel nostro cuore come individui edhanno lasciato una grande distruzione nel nostro cuore collettivo di popoli, digenitori dei giovani che ci hanno strappato e di organizzazioni solidali decisea ricostruire la vita dove i potenti hanno seminato lutto e morte. Nelle nostre comunità indigene, icolpi del sistema capitalista si subiscono col sangue e col dolore dei nostrifigli che sono l'unico futuro possibile per questo pianeta che chiamiamo Terra,nel quale in mezzo alle distanze ed ai differenti colori che ci rendono quelloche siamo e ci fanno esistere, manteniamo la certezza che è nostra madre e cheè vivo, e che affinché continui ad essere così, la giustizia è una domanda chesi intesse con le azioni e le convinzioni di coloro che appartengono al mondodel basso, quelli che non aspirano a governarlo ma a costruirlo. Dagli oceani, le spiagge, lemontagne, le città e le campagne, costruiamo e ricostruiamo insieme alleassemblee, organizzazioni e collettivi che tessono in diverse forme autonomegli spazi ed i modi di organizzazione e solidarietà capaci non solo dicontenere questa distruzione capitalista che non distingue popoli e colori eche nella sua cecità cronica riconosce solo tutto ciò che alimenti questastessa distruzione vestita di guerre permanenti, mercati ingiusti ed enormiguadagni per pochi, valori estranei ai popoli e contrari agli antichi accordicon la nostra madre terra che danno senso alla vita nel mondo, che ci dannolibertà e ci rendono degne, degni di vivere e difendere la vita. Ma i capitalisti che dicono digovernare ma che in realtà vogliono solo dominare, gestire e sfruttare, hannoun limite, una grande barriera nella dignità di una persona, di una famiglia,di un collettivo, di una società che hanno danneggiato nel profondo, ai qualihanno strappato ed ammazzato una parte del cuore, scatenando un'esplosione diribellione come quella che ha illuminato questo Festival Mondiale delleResistenze e delle Ribellioni contro il capitalismo che chiamiamo "Dovequelli di sopra distruggono, quelli di sotto ricostruiscono", perchéstiamo in basso, dal basso capiamo il mondo, dal basso ne abbiamo cura, dalbasso ci guardiamo gli uni con gli altri e da lì, insieme, ricostruiamo ildestino che credevamo nostro fino a che ce l'hanno strappato i potenti e soloallora abbiamo imparato, solo da allora sappiamo che quello che è realmentenostro è quello che possiamo costruire o ricostruire dove il capitalismo hadistrutto. Il dolore che si trasforma in degnarabbia dei famigliari degli studenti assassinati e scomparsi della scuolaNormale Rurale Raúl Isidro Burgos è il dolore che ha sequestrato e fattosparire anche noi, quindi non smetteremo mai di lottare fino a trovarci,insieme al fratello o la sorella assassinati, scomparsi, torturati, sfruttati,disprezzati o spogliati in qualunque punto della selvaggia geografiacapitalista, in qualunque frontiera del mondo, in qualunque prigione. Il cammino dei popoli del mondodelle campagne e delle città, con la propria direzione, si sviluppa nel marcolasciato dai propri antenati, strade che si dividono, si intersecano edincrociano con le nostre, fino a trovare una stessa direzione, contrassegnatadalla dignità ribelle che parla molte lingue ed è di tanti colori come lanatura stessa intessuta con piccoli ricami per costruire quello che dobbiamoessere. Dunque, fratelli e sorelle di questomondo dolente ma vivace per la ribellione che ci alimenta, invitiamo a continuarea camminare con passo piccolo ma deciso, a continuare ad incontrare, condividere,costruire ed imparare, tessendo l'organizzazione dal basso e a sinistra dellaSexta. Solo dalla nostra ribellione e dalla nostra resistenza nascerà la mortedal capitalismo, vivrà un nuovo mondo per tutti, per tutte. San Cristóbal de las Casas, Messico 3 gennaio 2015 CONGRESSO NAZIONALEINDIGENOESERCITOZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALESEXTAINTERNAZIONALESEXTA NAZIONALETesto originale(Traduzione "Maribel" - Bergamo)
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