[Ezln-it] Dal Chiapas la denuncia pubblica della madre di Nadia Vera - Firma l'appello #MéxicoNosUrge
Annamaria
maribel_1994 at yahoo.it
Fri Aug 14 15:06:05 CEST 2015
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DalChiapas la denuncia della madre di Nadia VeraLa nostra Nadia, “in difesadella memoria”Mirtha Luz Pérez Robledo
DICHIARAZIONE PUBBLICAAL GOVERNO FEDERALE
AL GOVERNO DELDF
AL GOVERNO DELLO STATO DI VERACRUZ
ALLE ISTITUZIONIINCARICATE DELLA PROTEZIONE DEI DIRITTI UMANI
ALLA SOCIETÀMESSICANA
ALLA COMUNITÀ INTERNAZIONALECosa si può dire quando ti hannorapito il cuore? Le parole si rompono, si disperdono. Non sai se ciòche è successo corrisponda davvero a ciò che senti. Va via laparola amore. Va via la parola generosità. Vanno via le parole concui abitualmente parli, operi, ti comporti, ti costruisci. Vanno viale parole che ti abitano e smetti di abitare le parole. Allora rimanimuta, pietrificata, immobile, annullata, umiliata, si cancella il tuoorizzonte, ti cancelli, poco a poco cominci a cancellare te stesso.1. La tragediaIl pomeriggio del giorno sabato primoagosto, attraverso i mezzi di comunicazione, e non delle autorità,abbiamo saputo dei tragici fatti in cui ha perso la vita la nostracara Nadia insieme ad altre 4 persone. Nadia Dominique Vera Pérezviveva dal febbraio del 2015 nell’appartamento 401 dell’edificioubicato nella strada Luz Saviñon 1909, della colonia (zona) Navartein cui avvennero gli incresciosi fatti. Nadia era arrivata a Cittàdel Messico dopo aver vissuto 12 anni nella città di Xalapa,perché “non si sentiva più sicura”.Lei, stava per andarsene alla Cittàdi Cuernavaca per un’offerta di lavoro. Se ne sarebbe andata ilgiorno domenica 2 agosto e infatti lo aveva detto ai suoi amici efamiliari il mercoledì 29 luglio. Anche le ragazze che vivevano lìstavano per lasciare l’appartamento.2. Chi era Nadia Dominique VeraPérez?Nadia è nata a Comitán, Chiapas,l’8 febbraio 1983. Nel 2001 iniziò a studiare nella Facoltà diScienze sociali della UNACH della città di San Cristóbal de lasCasas, che abbandonò per continuare gli studi a Xalapa nella Facoltàdi Antropologia dell’Universidad Veracruzana.Nadia era direttrice, produttrice epromotrice culturale in Messico, specialmente nel campo delle artisceniche. La sua attività culturale fu sempre legata alla difesa deidiritti umani, della libertà di espressione e dei diritti deglianimali. Appoggiò anche il movimento #YoSoy132, il magistero, nelladifesa contro le aggressioni a giornalisti, il Comitato Universitariodi Lotta dell’Universidad Veracruzana, quello in difesaper il petrolio, quello dei 43 normalisti scomparsi ad Ayotzinapa.Nadia praticava un’attivitàpolitica molto energica a favore dei diritti umani a partire dallacultura e l’arte. Queste due attività furono fondamentali per leie le unì in ogni passo della sua vita. Svolse l’attività diproduttrice generale e direttrice di diversi festival, attivitànazionali e internazionali. Credeva fermamente nel potenziale dellearti per la trasformazione sociale del Messico e agiva diconseguenza. Nadia era anche, è, nostra figlia, nostra sorella, zia,cugina; un pezzo del nostro cuore.3. Il proseguimento delle indaginiAl dolore per la perdita di Nadia, laviolenza che dovette subire, si somma la violenza istituzionalequando constatiamo che manca limpidezza nella gestione del caso daparte del Procura Generale della Giustizia del DistrettoFederale:
Fin dall’inizio l’informazione si è diffusa in modoextraufficiale, frammentata e contraddittoria attraverso i mezzi dicomunicazione e il Procura non si è esposto per pronunciarsi suquesto punto.Si dice…CheNadia era fidanzata del reporter Rubén Espinosa, cosa falsa inquanto Nadia e Rubén erano amici e si conobbero quando entrambivivevano a Xalapa, Veracruz, e collaborarono nel Festival 4X4.Che avevano assassinato il reporterRubén Espinosa e 4 donne, senza darci l’informazione completa dichi erano le vittime, nonostante fossero state trovate nel luogo incui vivevano.Che un testimone dichiarò che levittime avevano consumato una festa con i loro carnefici. Quasisubito questa informazione è stata smentita e si è passati ainformare che i fatti accaddero tra le 14 e 15, enfatizzando cheNadia e Rubén erano stati in un bar all’alba.Che le altre vittime erano YeseniaQuiroz, truccatrice, Olivia Alejandra Negrete Avilés, collaboratricedomestica e, poi, una cittadina colombiana della quale si confuseronome e foto fintanto che, solo qualche giorno dopo, si conobbe la suaidentità, si trattava di Mile Virgina Martin. Cioè, sienfatizzarono occupazione, nazionalità, sesso e abitudini dellevittime, contribuendo a stigmatizzarle.Che le telecamere dell’edificio nonfunzionavano ma che ci si affidava a telecamere vicine. Tuttavia, inseguito è stato reso noto un video che mostrava l’uscita deipresunti assassini dall’appartamento, ma non il loro arrivo.Che gli assassini fuggirono inun’auto modello Mustang rossa che fu abbandonata a Coyoacán, convarie contraddizioni sulla proprietà del suddetto veicolo e laprobabile connessione con attività illecite in anni precedenti.Che tutte le vittime furonoassassinate da un proiettile di arma da fuoco e che si utilizzò uncuscino per silenziare il rumore.Che filtrarono, attraverso i mezzi dicomunicazione, fotografie sullo stato in cui versavano le vittime,ferendo ancora di più la loro memoria e quella delle famiglie.
Perquanto precedentemente detto, e alla luce del nostro diritto allaverità e giustizia in quanto parenti di Nadia, abbiamo molte domandeper il Procura della Giustizia del DF, istituzione dalla qualeaspettiamo ancora risposte:Perché si afferma che i fattiavvennero ad un’ora (3 del pomeriggio) e nella parte forense siafferma che il decesso avvenne alle 21?Quali dichiarazioni rilevanti hannofatto i testimoni chiave sul caso?Perché l’attività di Nadia comeattivista non è contemplata come un fatto che la collocava insituazione di vulnerabilità?Perché non si è preso inconsiderazione il contesto di violenza e insicurezza, oltre chel’aggressione diretta da parte dello Stato di Veracruz a gruppistudenteschi e attivisti a cui Nadia apparteneva?Qual è la spiegazione di tantoaccanimento contro le vittime?Cosa implica il fatto che l’armautilizzata nel crimine sia stata usata per la prima volta e siaun’arma con silenziatore?Perché si fanno filtrareinformazioni confidenziali ai mezzi di comunicazione se con ciò simettono in pericolo i familiari delle vittime?Perché ad amici e parenti dellevittime non è stato permesso fare dichiarazioni che possanoapportare maggiori informazioni?Perché si è data priorità almovente del furto e si sono minimizzate altre piste investigative?Perché ai testimoni chiave è statopermesso raccogliere i loro beni, alterando così la scena delcrimine?Perché nessuna autorità si è messain comunicazione con noi per darci informazioni e sostegno?Nulla ci restituirà la nostra Nadia.Alle altre famiglie nessuno restituirà i loro cari, ma crediamo checonoscere la verità possa restituirci un poco di fiducia nelleistituzioni; diversamente si creerà un clima di scetticismo piùforte e, ancora più grave, un’impunità galoppante che lascia lasocietà indifesa.Per quanto detto finora, ci affidiamoalla Legge Generale delle Vittime, specialmente per ciò che concernela verità di quanto accaduto nei fatti in cui furono violati idiritti umani di Nadia e delle altre dirette vittime, come quelli deiparenti in qualità di vittime indirette, motivi per cui le autoritàdovranno informare dei risultati delle indagini.Chiediamo:Che nelle indagini circa i fatti cheporta avanti il Procura ci si attenga agli standard più alti inquanto a rispetto dei diritti umani, garantendo la sicurezza deiparenti delle vittime, così come degli attivisti e difensori deidiritti umani e gruppi studenteschi.Che si permetta ai rappresentantilegali delle famiglie l’accesso all’informazione circa glisviluppi e del caso e non ci sia fuga di notizie che provocano danniancora più grandi alle vittime e ai suoi familiari.Che le indagini sui fatti si compianoin modo esaustivo, senza tralasciare nessuna pista investigativa,senza scartare quella delle minacce denunciate da Rubén e Nadia.Che si seguano i protocolliinvestigativi, evitando di mettere in rischio la sicurezza dellevittime indirette, così come dei testimoni del caso.Che si permetta raccogliere glieffetti personali delle vittime, seguendo i protocolli di sicurezza,così come il Procura l’ha già permesso a persone che sonotestimoni chiave.Questi fatti ci distruggono comefamiglia e distruggono le famiglie delle vittime e, in un contesto incui violenza e impunità sono state una costante, distruggono anchetutta la società messicana.Infine, vogliamo mostrarci solidalicon le famiglie di Olivia Alejandra, Yesenia Quiroz, Mile Virginia eRubén Espinosa, lo stesso dolore ci unisce; inoltre ringraziamo dicuore la solidarietà degli amici che da varie parti del Paese e delMondo ci abbracciano; le persone che fanno parte di organizzazionicivili e coloro i quali ci hanno manifestato sostegno.La loro solidarietà è ciò che cimantiene in piedi di fronte a tanto dolore. Abbiamo bisogno direstare uniti per esigere un’accurata ricerca investigativa suifatti, motivo per cui esortiamo a restare attenti e vigilare sulcorso di tali indagini. Non ci abitueremo alla violenza.
FAMIGLIA DI NADIA VERA PÉREZ
SANCRISTÓBAL DE LAS CASAS, CHIAPAS
10 Agosto 2015( traduzione di Lucia Cupertino)http://www.agoravox.it/Messico-Non-ci-abitueremo-alla.htmlQuestoarticolo è stato pubblicato qui
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