[Ezln-it] EZLN: Da sopra, mai e poi mai arriveranno verità e giustizia

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Wed Aug 19 09:54:38 CEST 2015


  Da sopra, mai e poi maiarriveranno la verità e la giustiziaESERCITO ZAPATISTADI LIBERAZIONE NAZIONALEMESSICO16 Agosto 2015Alla Sexta Nazionale e Internazionale:Al Congresso Nazionale Indigeno:A quelle e quelli di sotto nel mondo:A chi di dovere:Una volta di più si sottolinea che, dasopra, non arriveranno la verità e la giustizia.Mai.E poi mai.Da sopra bisogna solo aspettarsi simulazione,inganno, impunità, cinismo.Il criminale di sopra riceverà sempreassoluzione e ricompensa. Perché chi lo giudica è lo stesso che lo paga. Sono glistessi criminali e giudici. Sono teste velenose della stessa Idra.E ora ne abbiamo un nuovo esempio.Come zapatisti che siamo, ci siamo accortiche, belli grassi e contenti, sono tornati nelle loro case nel villaggio de La Realidaddue degli autori intellettuali dell’assassinio del compagno maestro Galeano. Inteoria, sono stati arrestati per l’assassinio del nostro maestro e compagno. Sappiamogià che sono stati dichiarati innocenti dagli stessi che li hanno finanziati e appoggiati:il governo federale e quello statale del Chiapas. L’autodenominato “giudice” VíctorManuel Zepeda López, del ramo penale di Comitán de Domínguez, Chiapas, il giorno12 agosto di quest’anno, ha sentenziato che i signori Carmelino Rodríguez Jiméneze Javier López Rodríguez sono innocenti, nonostante essi e i loro complici dellaCIOAC-Histórica sappiano di essere colpevoli di aver organizzato il crimine. Nonsono gli unici, ma lo sono anche loro.Di nascosto li hanno riportati a La Realidad.Gli hanno detto di non mostrarsi troppo e di essere discreti, ma la superbia dichi si sa impune dinanzi alla giustizia di sopra, gli ha sciolto la lingua. E dichiarano,a chi li voglia ascoltare, che non sono stati arrestati, bensì protetti in una casain cui hanno ricevuto tutte le attenzioni e le congratulazioni del governo stataledi Manuel Velasco e dei leader della CIOAC-Histórica per l’assassinio del maestroGaleano, e che è stato loro detto che avrebbero dovuto aspettare qualche tempo primadi tornare al loro villaggio e “proseguire con ciò che è rimasto in sospeso”.Ora manca che se ne escano a dichiararein loro favore i loro complici: Pablo Salazar Mendeguchía, Luis H. Álvarez, JaimeMartínez Veloz, Juan Sabines Guerrero, Manuel Velasco, Manuel Culebro Gordillo,Vicente Fox, Felipe Calderón, Enrique Peña Nieto e Rosario Robles. Queste personesono alcune di quelle che hanno addomesticato la CIOAC-Histórica e l’hanno convertitain ciò che è ora: una banda paramilitare utile a raccattare voti e assassinare lottatorisociali.Manca anche che i giornalisti progli intervistino e li presentino come vittime del “feroce” Galeano (lui solo contropiù di due dozzine di criminali cioaquisti), rieditino la menzogna di unoscontro, pubblichino le sue foto contraffatte, e riscuotano con la mano destra ilservizio prestato, automezzi con autista inclusi, mentre nei loro media esaltanoil “grande” sviluppo del sudorientale stato messicano del Chiapas e, con la manosinistra, celebrano il loro “impegno nelle lotte sociali”.Ma…Come zapatisti che siamo, guardiamo eascoltiamo non soltanto la nostra rabbia, il nostro risentimento, il nostro odiocontro chi là sopra si sente padrone e signore di vite e destini, di terre e sottosuoli,e contro chi si vende, con i suoi movimenti e organizzazioni, tradendo la propriastoria e i propri principi.Come zapatisti che siamo, guardiamo eascoltiamo anche altri dolori, altre rabbie, altri odi.Guardiamo e ascoltiamo il dolore e larabbia, che si fanno reclamo nei familiari di migliaia di desaparecid at s e assassinati nazionali e migranti.Guardiamo e ascoltiamo la tenace ricercadi giustizia dei familiari dei bambini e delle bambine assassinati nell’asilo ABCin Sonora.Guardiamo e ascoltiamo la rabbia chesi fa degno e ribelle sciopero della fame delle e degli anarchici arrestati in Messicoe in altre parti del mondo.Guardiamo e ascoltiamo la rabbia neipassi instancabili dei familiari dei 47assenti di Ayotzinapa.Guardiamo e ascoltiamo la rabbia nelpopolo fratello Nahua di Ostula, aggredito dall’esercito.Guardiamo e ascoltiamo la rabbia nelpopolo fratello Ñahtó di San Francisco Xochicuautla per la spoliazione dei suoiboschi.Guardiamo e ascoltiamo la rabbia delpopolo fratello Yaqui per gli arrestati ingiustamente e per il saccheggio sfacciatodel suo territorio.Guardiamo e ascoltiamo la rabbia perla farsa che è l’indagine per l’assassinio di Olivia Alejandra Negrete Avilés, YeseniaAtziry Quiroz Alfaro, Nadia Dominicque Vera Pérez, Mile Virginia Martin Gordilloy Rubén Espinosa Becerril, a Città del Messico.Guardiamo e ascoltiamo la rabbia degliinsegnanti democratici che resistono alla guerra mediatica, poliziesca e militaredi cui soffrono per il delitto di non arrendersi.Guardiamo e ascoltiamo l’indignazionedi chi, nel nord sconvolto e brutale, è attaccato per il colore della propria pellee per tale colore riceve una sentenza di condanna.Guardiamo e ascoltiamo la rabbia e ildolore per le donne scomparse, assassinate per il delitto di essere donne; per lediverse e i diversi attaccati perché il Potere non tollera quel che non rientranel suo ristretto modo di pensare; per l’infanzia che è annullata senza che nemmenogli venga dedicata una cifra nelle statistiche della macroeconomia.Guardiamo e ascoltiamo che si ricevonosolo menzogne e beffe da chi dice di amministrare la giustizia e in realtà amministrasoltanto l’impunità e fomenta il crimine.Guardiamo e ascoltiamo dappertutto lestesse promesse di verità e giustizia, e le stesse menzogne. Non cambiano più nemmenole parole, come ci fosse già uno scritto che leggessero, e male, tutti quelli disopra.E’ ormai il tempo in cui, quando chista sotto chiede perché lo si attacca, la risposta di chi sta sopra è “per essereciò che sei”.Perché in questo mondo che compatiamo,il criminale è libero e il giusto è incarcerato. Chi ammazza è premiato e chi muoreè calunniato.Ma guardiamo e ascoltiamo che ogni voltasono di più le voci che non si fidano, che non lasciano fare, che si ribellano.Noi, come zapatiste e zapatisti che siamo,non ci fidavamo prima, né ci fidiamo ora, né ci fideremo poi di chi sta sopra, qualunquesia il colore della sua bandiera, qualunque sia il suo modo di parlare, qualunquesia la sua razza. Se sta di sopra, ci sta perché opprime chi sta sotto.Non è di parola chi sta sopra, non haonore, non ha vergogna, non ha dignità.Da sopra, mai e poi mai arriveranno laverità e la giustizia.Dovremo costruirle dal basso. E allorail criminale pagherà finché saranno pareggiati i conti.Perché ciò che non sanno di sopra, èche ogni crimine impunito non fa che esacerbare l’odio e la rabbia.E ogni ingiustizia commessa non fa cheaprire la strada affinché quell’odio e quella rabbia si organizzino.E sulla bilancia dei nostri dolori, peseremoquel che ci devono.E presenteremo il conto… e lo incasseremo.Allora avremo, sì, la verità e la giustizia.Non come un’elemosina di sopra, ma come una conquista di sotto.Il carcere sarà allora per i criminalie non per i giusti.E la vita, degna, giusta e in pace, saràper tutte e tutti.Questo, solo questo.Dalle montagnedel Sudest MessicanoSubcomandante Insurgente Moisés               Subcomandante Insurgente GaleanoMessico, agosto2015Testo originaleTraduzione a cura dell’Associazione YaBasta! Milano
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