[Ezln-it] Avanza l'ecoturismo nella selva del Chiapas

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Mon Mar 26 14:26:12 CEST 2012


La Jornada – Domenica 25 marzo 2012
Avanza
l'ecoturismo nella selva del Chiapas che calpesta la popolazione originaria
 
Hermann
Bellinghausen. Inviato Palenque, Chis. 24 marzo. L'ecoturismo
avanza nella selva nord del Chiapas e sottomette ai suoi piani la popolazione
originaria - perfino quella urbana - a fini commerciali, minacciando la
proprietà e l'autodeterminazione comunitaria. E chi esprime critiche od oppone
resistenza a queste nuove pratiche turistiche, promosse dalle autorità e dagli
investitori, viene espulso da questo mercato che è tradizionale nella zona. Ciò
fa sì che gli operatori del settore che sono in disaccordo non osino
manifestarlo apertamente.
A Palenque circola un volantino anonimo in cui
si dice: "La stagione turistica condiziona l'economia e la assoggetta ad
interessi schiavisti, impedendo così la stabilità economica e strozzando con i
debiti. L'ecoturismo è utilizzato per comprare le coscienze, identificare gli
oppositori ed attaccarli tramite i paramilitari".
L'ecoturismo, reclamizzato come panacea
economica e benefico per l'ambiente minacciato, "è uno strumento
politico-economico-militare contro l'autonomia indigena", si aggiunge nel
messaggio. "Si insegna informatica e inglese per 'civilizzare'
l'agricoltore e trasformarlo in lavoratore dipendente al minimo salariale. Passatempi
umilianti, piaceri nocivi, racconti insultanti, ambiente inquinato e profezie
televisive sono parte della guerra totale contro di te".
Bisogna ricordare che la zona nord del Chiapas
da oltre 15 anni è lo scenario ricorrente della violenza paramilitare,
soprattutto del gruppo priista conosciuto come Paz y Justicia, sebbene periodicamente cambi nome e filiazione di
partito. I suoi membri sono stati anche perredisti ed ora una percentuale
significativa appartiene al Partito Verde Ecologista del Messico, al quale il
tricolore sembra aver ceduto questa zona in vista della prossima tornata
elettorale; il candidato a governatore di PRI-PVEM sarà, molto probabilmente,
il leader statale dei verdi.
Il turismo non solo esercita nuove pressioni
sugli abitanti della selva nord, soprattutto a Palenque ed i vicini Salto de
Agua, Playas de Catazajá ed Ocosingo. Le agroindustrie per la produzione di
agrocombustibili si sono estese negli allevamenti, sulle piantagioni agricole e
terre ejidali. Affittati o venduti, da Palenque fino a Marqués de Comillas, già
nella selva Lacandona, migliaia di ettari sono stati riconvertiti in
piantagioni di palma africana.
Organizzazioni civili ambientaliste, come
Otros Mundos, hanno documentato la "disastrosa" monocoltura della
palma, molto diffusa nel municipio di Palenque. Il governo del Chiapas, secondo Otros Mundos (ottobre 2011), obbliga i
contadini che accettano il programma di riconversione "a non tagliare la
pianta olearia per 25 anni", e questo "è un modo di rubare la terra
all'ejidatario" che non può seminare alimenti né allevare bestiame.
"Regala le sue proprietà e ci mette manodopera a basso costo, il governo
regala o sovvenziona le piante ed il guadagno se lo portano via le
imprese".
Le piantagioni per il combustibile vegetale
del futuro "distruggono boschi, foreste, biodiversità, piante medicinali,
fiori ed animali, frutti, legname, fibre, carne, miele, funghi; degrada, erode,
inquina ed impoverisce i suoli. Restano solo 'deserti verdi' con temperature
insopportabili per altre forme di vita".
Contraddicendo le ottimistiche cifre ufficiali
in materia di impiego, Otros Mundos sostiene che non genera molti posti di
lavoro, "donne e uomini che lavorano nelle piantagioni passano mesi senza
stipendio, senza attrezzi adeguati, in cattive condizioni lavorative e senza
assistenza sociale".
Il governo sostiene che "la palma darà
migliori condizioni di vita ai produttori indigeni e contadini, migliori
entrate economiche e più posti di lavoro; che con le piantagioni si
rimboschisce, si combatte il cambiamento climatico, si recuperano i bacini e
non si danneggia l'ambiente". Ma la riconversione produttiva e le
monocolture di palma "non potranno mai essere sostenibili", sostiene
Otros Mundos. http://www.jornada.unam.mx/2012/03/25/politica/020n1pol
(Traduzione "Maribel" -
Bergamo)
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