[Ezln-it] In sciopero della fame 11 detenuti in Chiapas
Annamaria
maribel_1994 at yahoo.it
Mon Oct 3 15:51:51 CEST 2011
La Jornada – Sabato 1°
ottobre 2011
In sciopero
della fame 11 detenuti in Chiapas; chiedono la scarcerazione
Hermann Bellinghausen
Sette detenuti,
considerati “politici”, questo giovedì hanno iniziato uno sciopero dello fame a
tempo indeterminato, ed altri quattro sono a digiuno per chiedere la loro
"liberazione immediata" dal Centro Statale di Reinserimento Sociale
del Penitenziario numero cinque, a San Cristóbal de Las Casas, Chiapas. Sono
membri delle organizzazioni La Voz del Amate e Voces Inocentes, entrambe
aderenti all'Altra Campagna, o “solidali” con questi gruppi.
“Dopo aver
sopportato le ingiustizie che hanno causato danni alle nostre famiglie con
questi ingiusti arresti e la montatura di reati che ci hanno privato della
libertà”, in alcuni casi “per aver difeso i nostri diritti ed altri solo perché
poveri ed analfabeti”, i detenuti sostengono che sono stati violati i loro
diritti e che questo continua a succedere: “Le autorità competenti ci ignorano”.
Per dimostrare la
loro “innocenza” hanno iniziato lo sciopero ed il digiuno alle ore 10:30 di
ieri. Sette sono in sciopero totale della fame: Rosario Díaz Méndez e Manuel
Heredia Jiménez, “prigionieri politici” della voz del Amate; Pedro López
Jiménez, José Díaz López, Alfredo López Jiménez e Alejandro Díaz Sántiz , “solidali”
con La Voz del Amate, e Juan Díaz López, “prigioniero politico” di Voces
Inocentes.
Altri quattro
reclusi partecipano con digiuni di 12 ore “per ragioni di salute”: Alberto
Patishtán Gómez, anch’egli della La Voz del Amate, Andrés Núñez Hernández e
Rosa López Díaz, “solidali”, oltre a Juan Jiménez Pérez, aderente dell’Altra
Campagna, originario di Mitzitón.
La protesta è
stata dichiarata a tempo indeterminato, "al fine di ottenere la giustizia
vera". Esigono l'intervento immediato del governatore Juan Sabines
Guerrero, "per la libertà incondizionata che ci spetta".
La Rete contro la
Repressione e per la Solidarietà, che fa parte dell'Altra Campagna, ha espresso
la propria solidarietà con questa azione: "I nostri compagni detenuti
hanno più volte denunciato le violazioni dei loro diritti fondamentali, le
condizioni inumane in cui vivono dentro la prigione e le prove della loro
innocenza ed il diritto di essere liberati".
La sezione
chiapaneca della Rete sostiene: "Ascoltando la storia di ognuno dei
detenuti non mancano motivi per esigere la loro immediata liberazione, perché
la maggioranza di loro è stata torturata fisicamente e psicologicamente, con lo
stesso metodo di tortura che si pratica ogni giorno in Chiapas. Non sono mai
state rispettate le garanzie al giusto processo; in prigione sono sottoposti ad
un regime autoritario ed arbitrario che quotidianamente calpesta la loro
dignità e quella dei loro famigliari".
Aggiunge: "I
compagni si sono organizzati per lottare in maniera instancabile e permanente
contro gli abusi delle istituzioni penitenziarie e per non cadere nell'oblio.
Ora iniziano uno sciopero della fame, una delle poche armi che resta per
chiedere la liberazione, e che mette in pericolo la loro vita".
La Rete appoggia
in particolare la liberazione del "prigioniero politico" Alberto
Patishtán Gómez, "privato della libertà dal 2000, accusato di reati che
non ha mai commesso e montati da istanze governative".
Il professore
tzotzil Patishtán Gómez, che da anni difende i diritti umani della popolazione
carceraria, prima nella prigione El Amate (Cintalapa) ed ora in quella di San
Cristóbal, ha comunicato telefonicamente che il presidio pacifico e lo sciopero
della fame si svolgeranno all'esterno dell'edificio penitenziario, a Los
Llanos, nel municipio di San Cristóbal, "affinché il governo ci
restituisca la libertà".. http://www.jornada.unam.mx/2011/10/01/politica/016n2pol
(Traduzione
"Maribel" - Bergamo)
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