[Ezln-it] Negata assistenza medica ai detenuti in sciopero della fame in Chiapas

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Tue Nov 1 17:18:35 CET 2011


La Jornada –
Martedì 1° Novembre 2011
Negata assistenza medica ai detenuti in
sciopero della fame in Chiapas
Hermann Bellinghausen. Inviato. San Cristóbal de las
Casas, Chis. 31 ottobre. Queesto fine settimana, per due volte, il
direttore del Carcere N. 5 di questo municipio ha negato l'accesso ai medici
indipendenti che volevano visitare i detenuti in sciopero della fame della Voz
del Amate, Voces Inocentes e Solidarios de la Voz del Amate, aderenti
dell'Altra Campagna.
Reclusi in tre prigioni del Chiapas, gli indigeni hanno
annunciato che in occasione del Giorno dei Defunti innalzeranno un altare in
memoria degli zapatisti caduti nel 1994, quando "i compagni diedero le
loro vite per reclamare giustizia e benessere per tutti; uomini e donne come
loro non muoiono mai perché vivono nei nostri cuori".
Lo scrittore John Berger ha inviato una lettera in
solidarietà con lo sciopero della fame, nella quale sostiene che il trattamento
che ricevono gli scioperanti "è un esempio allarmante del disprezzo
dell'attuale governo verso le aspirazioni ed i diritti dei popoli che reprime e
domina".
Dalla prigione i detenuti oggi dicono: "Il nostro stato
di salute sta peggiorando, alcuni dei nostri compagni accusano perdita di
memoria e nausea. Il compagno Rosario Díaz Méndez sta molto male, il suo
livello di glucosio è troppo alto".
A 33 giorni di sciopero della fame, tornano a chiedere al
governatore Juan Sabines Guerrero di "intervenire immediatamente per la
nostra liberazione". Esortano inoltre il governo federale "a dare istruzioni
per il ritorno di Alberto Patishtán Gómez e la sua  immediata liberazione".
Insistono sui loro ingiusti arresti "per reati che non
abbiamo mai commeso", ma "il governo non ha risolto i nostri
casi". Esigono rispetto per lo sciopero della fame che ha iniziato Juan
Collazo Jiménez il 27 ottobre a Motozintla. Aggiungono che il direttore di
quella prigione, Pascual Martínez Cervantes, ed il giudice, Rogelio Ángel
Camacho, "hanno minacciato il nostro fratello di trasferirlo in un altro
centro o di punirlo mettendolo in isolamento".  
E dichiarano: "Siamo in prigione perché siamo poveri,
analfabeti e non parliamo lo spagnolo. Esigiamo le nostre libertà che ci hanno
rubato".
Intanto, quattro collettivi dell'Altra Campagna in Chiapas
(Red Contra la Represión y por la Solidaridad, Grupo de Trabajo No estamos
Todos, La Otra Salud e Colectivo Contra la Tortura y la Impunidad) hanno
denunciato che le autorità della prigione di San Cristóbal "hanno impedito
diverse volte l'ingresso di personale medico". Sabato 29 "è stato
impedito l'accesso di una brigata medica con personale proveniente da Città del
Messico". Anche domenica, nonostante fosse giorno di visita generale, è
stato impedito il loro ingresso. Inoltre, è stato impedito l'ingresso anche di
familiare e amici.
Queste misure, come il trasferimento di Patishtán,
"sono volte a reprimere il loro diritto di manifestare. I collettivi
sottolineano "le violazioni di diritti umani da parte di José Antonio
Martínez Clemente, sottosegretario degli Istituti di Pena, e José Miguel
Alarcón García, commissario del Carcere N. 5, che mettendo a rischio la vita
dei compagni".
Lo sciopero della fame, sostengono, "è uno strumento
riconosciuto a livello universale per difendere i diritti umani e denunciare e
dare visibilità alle violazioni". Per alcuni "costituisce una delle
ultime forme pacifiche di difesa, quando altri mezzi anche legittimi e legali
sono stati ignorati e soffocati".
Rilevano che una delle implicazioni della protesta è il
rischio per la salute. Per questo, "l'assistenza medica è un diritto
indiscutibile, riconosciuto da diverse legislazioni internazionali e la cui
privazione non è giustificabile da nessun argomento". La Convenzione di
Malta precisa che gli scioperanti, "in particolar chi si trova privato
della libertà, ha diritto a che personale medico esterno all'istituzione
penale" fornisca assistenza e accompagnamento. http://www.jornada.unam.mx/2011/11/01/politica/018n1pol
(Traduzione
"Maribel" - Bergamo)
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