[Ezln-it] Los Zetas, prodotto della contrainsurgencia in Chiapas

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Thu Mar 24 14:19:51 CET 2011



La Jornada – Giovedì 24
marzo 2011

Las
Abejas: Los Zetas sono il prodotto
della contrainsurgencia in Chiapas

Hermann Bellinghausen

Commemorando il
massacro di Acteal A Chenalhó, Chiapas, la Società Civile Las Abejas questo
martedì ha dichiarato: “Tutto il Messico ogni giorno sta vivendo dei massacri.
In luoghi come Ciudad Juárez e Sinaloa, si uccidono intere famiglie, si
bruciano le loro case, si minacciano i sopravvissuti ed il governo non fa
niente, dice che sono i narcotrafficanti. Ma quando uccidono un agente degli
Stati Uniti, in una settimana hanno già i presunti responsabili. Quando viene
assassinata gente del popolo, quando ammazzano una donna proprio sulla porta
del palazzo di governo, quando famiglie intere sono distrutte, il governo non
fa niente”.

Ricordando
l'offensivo contrainsurgente che
subiscono da quattro lustri, gli indigeni sostengono che “tutto questo” ha
seguito un piano di contrainsurgencia
che i militari messicani “hanno appreso nelle scuole militari degli Stati
Uniti, ed ora i loro cani coraggiosi che li hanno addestrati sono usciti
dall'Esercito e continuano a massacrare innocenti, ma ora come il gruppo che si
chiama Los Zetas”.

Da Acteal, Las
Abejas dicono: “Il governo dice che quelli che muoiono sono delinquenti o gente
che per caso passava da quelle parti durante le sparatorie, ma noi vediamo che
molti sono morti per difendere la vita di fronte ai progetti di morte e
distruzione. Vediamo che in Chiapas e in Messico c'è il massacro di gente
innocente a favore della pace, ci sono persecuzioni dei leader di molte
organizzazioni, carcere per coloro che chiedono giustizia, pace e dignità”.

Con questi fatti,
aggiunge l'organizzazione tzotzil, “vediamo che il governo ha paura del popolo
e vuole far tacere la sua voce. Uccide chi difende la vita; mentre quelli che
ammazzano, quelli che organizzano guerre ed i delinquenti sono liberi o vengono
liberati, come agli autori del massacro di Acteal”. Colpevoli di questi fatti e
della violazione dei diritti umani sono i governanti “che non sanno
amministrare la giustizia”.

Citano come
esempio quelli che sono perseguiti “per difendere la vita” dei propri compagni
aderenti all'Altra Campagna di San Sebastián Bachajón (Chilón), “che subiscono
repressione, persecuzione, criminalizzazione delle loro lotte ed arresti
ingiusti come conseguenza della difesa della Madre Terra”. Ciò mette in
evidenza la strategia contrainsurgente
del governo “ed il modo in cui si continui ad agire” per “il dominio sui popoli
e sulle comunità in resistenza”.

Las Abejas di
Acteal sostengono: “Non scoraggiamoci mai di commemorare i nostri padri e madri
e chiedere giustizia per i nostri cari massacrati nel 1997. Non dimentichiamo
questo crudele avvenimento compiuto dai paramilitari organizzati dal presidente
Ernesto Zedillo, dal governatore Julio César Ruiz Ferro e dal comandante della
zona militare, Mario Renán Castillo”. Il loro piano di contrainsurgencia si proietta al presente, ora con Los Zetas.

Nel loro modo
caratteristico, Las Abejasi, insistono: “Anche se i governanti considerano
quell'anno ormai parte della storia, noi non possiamo dimenticare. Come
pacifisti diciamo che 'la pallottola non uccide, quello che uccide è l'oblio' ed
è fondamentale per noi mantenere viva la memoria”.

Da parte sua, il
Consiglio Autonomo Regionale della Zona Costa del Chiapas, anch'esso dell'Altra
Campagna, denuncia: “In queste settimane abbiamo vissuto circondati da governi,
funzionari, procuratori, poliziotti, falsi avvocati, servizi di intelligence al punto che il paesaggio
non era tale se non erano presenti”. Riconosce che il Centro dei Diritti Umani
Digna Ochoa “ha svolto un ruolo di intermediazione”, e ciò nonostante, i suoi
membri sono perseguitati dalla giustizia.

“Non abbiamo
nessun impegno col governo, solo domande e richieste. Non abbiamo firmato
nessun patto di governabilità, perché la governabilità c'è solo quando esiste
giustizia sociale e siamo molto lontano da questa realtà. Vogliamo dire al
governo che non ci sarà nessun tavolo di lavoro, dialogo o colloquio, perché
non crediamo nelle sue parole piene di bugie, non ci sarà nessuno che parlerà a
nome del Consiglio Autonomo, continueremo a mettere per iscritto le istanze
delle comunità ed a mobilitarci se queste non saranno soddisfatte”, precisa il
Consiglio. http://www.jornada.unam.mx/2011/03/24/index.php?section=politica&article=018n1pol

(Traduzione
"Maribel" - Bergamo)




      
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