[Ezln-it] Le autorita' pagano i disertori dello zapatismo
Annamaria
maribel_1994 at yahoo.it
Fri Mar 25 14:11:32 CET 2011
La Jornada – Venerdì 25
marzo 2011
Le
autorità premiano con aiuti sociali chi diserta dalla resistenza zapatista
HERMANN BELLINGHAUSEN
La strategia contrainsurgente in Chiapas, ampiamente denunciata
e documentata fin dal 1995, non ha cessato di svilupparsi principalmente sul
piano militare ed economico. Sebbene oggi sia poco visibile, la
militarizzazione attiva viene mantenuta nelle zone indigene. Le strategie
economiche, frammiste a programmi istituzionali che cambiano nome, privilegi e
consegna di denaro, soddisfano gli stessi fini.
La Jornada recentemente ha documentato in comunità delle
varie regioni indigene, che i programmi sono più immediati e generosi verso chi
abbandona la resistenza ribelle zapatista, e con priorità più bassa verso ex
aderenti all'Altra Campagna. Indigeni priisti e di altre organizzazioni affini
al governo degli Altos, per esempio, si lamentano che "tutto è per quelli
che erano zapatisti". Questo, mentre il governatore elargisce elogi ed
espressioni di rispetto alle giunte di buon governo ed alle comunità autonome.
In questo
contesto, un tribunale del Chiapas questo martedì ha giudicato innocente della
sua partecipazione nel massacro di Acteal, l'indigeno Juan Pérez, dopo 13 anni
di prigione. La risoluzione si basa su una sentenza della Corte Suprema di
Giustizia della Nazione che nel 2009 aveva stabilito che la Procura Generale
della Repubblica "falsificò le prove" per incolpare Pérez. Degli
oltre 80 paramilitari che scontavano condanne fino a 35 anni per la loro
partecipazione al massacro del 1997, ne restano in carcere solo 23 che
potrebbero essere presto liberati.
Nello stesso
tempo, tra i giornalisti circola un documento che lascia facilmente immaginare
chi sia il vero autore. Anonimamente firmato da "membri di organizzazioni
sociali di San Sebastián Bachajón, Mitzitón, Tila, Tumbalá, Sabanilla, Chilón,
Tonalá, Mapastepec e Pijijiapan" (esattamente le comunità e le zone dove
la resistenza si scontra col potere statale ed i suoi piani di investimento),
non si specifica mai di che organizzazioni si tratta.
Diffuso sui media
locali e scritto in una forma affine agli argomenti dei funzionari della
Segreteria di Governo e dei poliziotti statali, i suoi autori dicono di essersi
organizzati "da febbraio" in quella che chiamano "l'altra
dell'altra civile", in "risposta alla campagna mediatica dell'Altra
Campagna EZLN (sic), che attraverso le sue reti sociali vuole screditarci ed usarci
come carne da macello contro il governo e contro la comunità nazionale e
internazionale, per i suoi più oscuri ed abietti scopi di terrore e morte".
Citati nel
"pronunciamento", ma evidentemente non consultati, gli evangelici di
Mitzitón (in lotta con gli ejidatarios dell'Altra Campagna per il progetto di
un'autostrada privata sulle le loro terre) hanno subito appoggiato il testo alla
pagina La Voz de los Mártires.
Secondo lo
scritto, gli aderenti all'Altra Campagna "non sono nativi di qui, vengono
da altri stati, appoggiati logisticamente da gruppi ribelli, molti di origine
straniera, i cui propositi sono volti a creare la divisione tra noi a favore di
gruppi guerriglieri e terroristi". Ed avvertono che "ad ogni
attacco" dell'Altra Campagna via Internet,
"ci sarà una risposta".
Rispetto al
conflitto all'entrata delle cascate di Agua Azul (Tumbalá) che attraversa il
territorio dell'ejido San Sebastián Bachajón (Chilón), si sostiene senza
fondamento che "gli invasori vogliono impadronirsi della zona turistica e
del controllo del botteghino di riscossione". Bisogna dire che il
botteghino di riscossione a San Sebastián era stato installato dagli
ejidatarios stessi che non vogliono impadronirsene, ma recuperarlo.
Gli autori del
testo fanno capire falsamente che sarebbero stati loro ad essere aggrediti e
che il botteghino appartiene all'ejido Agua Azul. Si descrivono anche
"propensioni al dialogo" col governo, e senza smentirla, rispondono
all'accusa di essere paramilitari sostenendo che "L'Altra Campagna e
l'EZLN sono un gruppo militare, armato, violento, insorto, terrorista e al
servizio degli interessi del crimine organizzato della regione". Lo
scritto si ostenta come ufficiale, perché conclude dicendo: "Aspettiamo la
comunicazione, attraverso questo mezzo, della riunione col segretario di
Governo, come da risposta dell'ufficio della Presidenza della Repubblica".
http://www.jornada.unam.mx/2011/03/25/index.php?section=politica&article=018n1pol
(Traduzione
"Maribel" - Bergamo)
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