[Ezln-it] L’ondata di violenza colpisce i difensori dei diritti umani nel sudest del Paese

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Mon Mar 21 16:54:55 CET 2011



La
Jornada – Lunedì 21 marzo 2011

L’ondata
di violenza colpisce i difensori dei diritti umani nel sudest del Paese

Attivisti di Chiapas, Tabasco e Yucatán operano in condizioni estremamente
ostili

Le aggressioni alle donne nella zona sono sempre più simili a quelle di
Ciudad Juaréz

Hermann Bellinghausen. Inviato. San Cristóbal de las Casas, Chis. 20 marzo. La violenza generalizzata nel paese e l'impunità diffusa acutizzano il
contesto di repressione, povertà, criminalizzazione, emigrazione, esproprio
territoriale ed attacchicontro chi promuove, difende ed esercita i diritti per
tutti, ha dichiarato oggi la Rete Nazionale di Organismi Civili 'Tutti i
Diritti per Tutte e Tutti', con enfasi particolare nel sudest del Messico.

A conclusione della 41a Assemblea Nazionale, i difensori si sono
pronunciati sulle ostili condizioni in cui lavorano i loro colleghi in Chiapas,
Tabasco e Yucatan, in una regione del paese dove le violazioni dei diritti non
sono minori.

L'estesa Rete, alla quale appartengono 72 organizzazioni, constata che
l'esproprio territoriale è pratica ricorrente di governi ed impresari contro
chi difende le risorse naturali e si rifiuta di cedere i propri territori per
gli investimenti privati (sfruttamento delle miniere, progetti turistici e
stradali), perché hanno deciso di praticare l'autonomia esercitando in pienezza
i loro diritti fondamentali.

Mentre questa mattina si svolgeva un nutrito corteo nel viale Juan Sabines
di questa città contro il progetto governativo di trasformare i campi sportivi
in grandi centri commerciali con il pretesto di creare posti di lavoro (benché
non vengano accompagnati da diritti del lavoro), la Rete ha denunciato che la
cancellazione degli spazi pubblici e sportivi è un'azione di governi municipali
e statali che favoriscono gli interessi economici e commerciali delle imprese,
e provocano la distruzione dell'ambiente.

La crescente militarizzazione, l'occupazione poliziesca e la
paramilitarizzazione di comunità e città del sudest, giustificata da una
presunta lotta contro la criminalità organizzata, vuole smobilitare e
controllare le dinamiche dei popoli che si organizzano. Tra gli aggiustamenti
strutturali si strumentalizzano i poteri Legislativo e Giudiziario per
legalizzare la criminalizzazione dell'azione sociale, in particolare contro gli
avvocati difensori.

La violenza sulle donne, aggiunge la Rete nella sua dichiarazione finale, è
arrivato a livelli simili agli stati del nord, al punto da incoraggiare la
violenza contro le donne come parte di una strategia che vuole frammentare il
tessuto sociale. Inoltre, la migrazione che transita sui nostri territori non è
più solo dei popoli dell'America Centrale; è delle comunità e città impoverite
del sudest.  

Denuncia inoltre che un forte investimento a livello mediatico presenta i
governi statali “come 'avanguardia' nel compimento degli standard dei diritti
umani”, quando in realtà è nulla la loro applicazione a causa della corruzione
strutturale.

La difesa delle garanzie si traduce in azioni di denuncia, formazione,
processi, azioni politiche, incidenza pubblica, accompagnamento sociale,
solidarietà ed articolazione permanente; l'abbiamo imparato da chi tiene viva
la memoria delle lotte e delle resistenze che i nostri popoli portano avanti
giorno per giorno.  

La Rete riafferma il suo impegno di proseguire vigile ed attiva di fronte
alla crescente violazione dei diritti umani che la guerra ufficiale sta
generalizzando contro la popolazione civile. A dispetto del crescente rischio
per la loro vita ed integrità fisica, riconosciamo nei compagni avvocati
difensori in Chiapas, Tabasco e Yucatan un impegno permanente nella difesa
della dignità umana.

In maniera particolare trovandosi in Chiapas, i difensori hanno annunciato
che seguiranno attenti i loro compagni dei centri dei diritti umani Fray
Bartolomé de Las Casas, dei Diritti Indigeni e Fray Matías de Córdova, il
collettivo Educazione alla Pace e ai Diritti Umani, i comitati Fray Pedro
Lorenzo de La Nada e Por la Defensa y Libertad Indígena, e Iniciativas para la
Identidad y la Inclusión, che svolgono il loro compito in un contesto in cui le
azioni di contrainsurgencia sono studiate ed attuate dallo Stato. http://www.jornada.unam.mx/2011/03/21/index.php?section=politica&article=018n1pol

(Traduzione "Maribel" -
Bergamo)




      
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