[Ezln-it] Polizia di San Cristobal minaccia i giornalisti
Annamaria
maribel_1994 at yahoo.it
Sun Jan 30 13:20:37 UTC 2011
La Jornada – Sabato
29 gennaio 2011
Poliziotti
di San Cristóbal de Las Casas minacciano i giornalisti, che presentano un
esposto
Hermann Bellinghausen. Inviato. San Cristóbal de las
Casas, 28 gennaio. Poliziotti municipali hanno aggredito e fermato alcuni
giornalisti, tra questi i fotografi Víctor Camacho e Moysés Zúñiga, inviato e
collaboratore, rispettivamente, di La Jornada. E' accaduto all'alba di
giovedì, mentre transitavano su un'auto privata nelle vicinanze della piazza
centrale di questa città, dopo aver concluso il servizio sulle funzioni funebri
del vescovo emerito Samuel Ruiz García.
Agenti agli ordini del comandante Adonai Robledo hanno
sbarrato la strada mettendo davanti all’auto un Pick up Dodge, targa DA-62-622,
numero PC-35, e dietro un’auto di pattuglia Nissan, modello Tiida, targa DPD
55-35, numero PC-26. Erano le 2 del mattino, a mezzo isolato dalla cattedrale,
in Calle Guadalupe Victoria.
Sono stati aggrediti anche i giornalisti Carlos Herrera e
Manuel de la Cruz, corrispondenti delle agenzie Efe, Ap e Afp, così come quelli
dei giornali Cuarto Poder, Expreso, Mirada Sur e La Foja Coleta,
tra altri media.
I giornalisti riferiscono che, senza identificarsi quali
agenti, gli aggressori hanno cominciato ad interrogarli rispetto alla loro
provenienza, destinazione e scopo. A queste domande i giornalisti non hanno
risposto ma hanno chiesto che prima fossero informati di cosa li si accusasse.
Gli agenti accusavano i quattro giornalisti, ben conosciuti
in Chiapas, di "prendersi gioco delle autorità", minacciandoli di
portarli nella base della polizia municipale, ma hanno desistito quando i
fotografi hanno cominciato a scattare foto per documentare l'aggressione.
Successivamente, oltre una decina di professionisti di media
statali e nazionali hanno inviato una lettera pubblica al governatore dello
stato ed al sindaco di San Cristóbal, Victoria Cecilia Flores Pérez, dove
esprimono: "Essendo il Messico uno dei paesi dove il lavoro dei
giornalisti è considerato fra i più rischiosi per la quantità di omicidi,
detenzioni e sequestri contro la categoria, non è infondato il sospetto di
premeditazione nell'aggressione contro chi, in possesso dei suoi strumenti di
lavoro, è stato fermato nella zona dove stava lavorando da almeno 48 ore
durante un evento al quale erano presenti decine di agenti di vigilanza e
sicurezza dei tre livelli di governo".
Aggiungono che anche se i poliziotti di San Cristóbal non
conoscevano i fermati, la situazione è "sempre preoccupante, poiché sono
molti i cittadini che per lavoro, questioni familiari, per passatempo e turismo
si muovono all'alba e sono esposti a subire quanto accaduto ai nostri compagni.
"Siamo a conoscenza della deplorevole situazione presente
in diverse entità e regioni messicane dove l'insicurezza ha ristretto di fatto
o perfino ufficialmente, la libertà di transito, di espressione e lavoro, ma
fino a questo momento non ritenevamo che il primo isolato di questa città
rientrasse in dette circostanze", prosegue la lettera al governatore Juan
Sabines Guerrero.
"Per quanto sopra, Le chiediamo di prendere posizione
al riguardo e di informarci dei risultati o, in mancanza di questi, di
informarci se per caso vi siano misure eccezionali, orari di coprifuoco o
territori in Chiapas dove dobbiamo svolgere l'esercizio della nostra
professione a nostro proprio rischio e pericolo". http://www.jornada.unam.mx/2011/01/29/index.php?section=politica&article=005n2pol
(Traduzione "Maribel" - Bergamo)
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