[Ezln-it] L'addio a don Samuel dei popoli indios

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Wed Jan 26 14:41:26 UTC 2011



La Jornada – Mercoledì 26
gennaio 2011

Don
Samuel Ruiz riceve l'omaggio più gradito: quello degli indios

Hermann Bellinghausen. Inviato. San Cristóbal de
las Casas, Chis., 25 gennaio. È interminabile il
fiume di persone che sfilano davanti al feretro del Tatic Samuel Ruiz García. In migliaia, di ogni età e condizione
sociale, vogliono vederlo per l'ultima volta. È molto probabile che tutti
l'abbiano conosciuto, o almeno visto di persona, e forse toccato.

Dall'alba, quando
sono arrivati suoi resti nella cattedrale, buona parte della popolazione di
questa città è venuta a vederlo. Si sono visti ex funzionari di diversi
governi. Gente arrivata di altri stati. E molti indigeni. Prima dai municipi
vicini come Zinacantán e San Juan Chamula. Poi San Andrés, Huixtán, Altamirano,
Amatenango del Valle, Comitán. E poi Salto de Agua, Sabanilla, Palenque. Un
fiume di gente scossa. Alcuni accarezzano il vetro che copre la bara, lo baciano
o dicono qualcosa a voce bassa, nient'altro per il Tatic.

Hanno officiato
le celebrazioni religiose i parroci chiave nella costruzione della chiesa
indigena, che è il lascito sociale, e non solo religioso, di Ruiz García. Si
sono convertiti vivendo nelle parrocchie di Simojovel (Joel Padrón), Tila
(Heriberto Cruz Vera), Miguel Chanteau (Chenalhó), Gonzalo Ituarte (Ocosingo). Una
generazione di preti politici: chi non incarcerato, espulso dalla Migrazione,
minacciato dagli allevatori o calunniato sui media locali.

Sono stati
testimoni dello straordinario processo sociale dei popoli maya chiapanechi
degli ultimi 30 anni. In termini simbolici, oggi lo sono un'altra volta.
Nell'atrio e nella cattedrale sono presenti membri di organizzazioni come
Xi'Nich, Aric e Las Abejas, le cui lotte hanno preceduto, anticipato o
accompagnato la sollevazione dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN).

Una figura particolarmente
significativa è Raúl Vera, vescovo di Saltillo, per alcuni anni coadiutore di
Ruiz García. Come lo stesso Tatic, ha
avuto la sua fulminazione sulla strada di Damasco. Quando ha conosciuto i
popoli del Chiapas è sceso da cavallo, come il Saulo del passaggio biblico letto ieri sera all'arrivo del feretro
nella cattedrale. Vera è il suo successore al posto del vescovo cattolico più
scomodo per il potere del paese intero.

 

Viene da lontano
l'omaggio degli indigeni chiapanechi al Tatic
(padre, in tzeltal) che oggi
convergono a migliaia nella cattedrale dedicata al santo cattolico dei viaggiatori,
San Cristóbal. Viene da decenni addietro, e da tutte le regioni indie del
Chiapas. Fin dall'alba sono arrivati gruppi di fedeli da Simojovel, Chenalhó,
Chilón, Ocosingo, Tila, Las Margaritas, Motozintla. Dagli angoli più nascosti,
a volte "l'angolo più dimenticato della patria", come dissero gli
zapatisti nel 1994.

Oggi si sono
celebrate diverse messe; le più solenni a mezzogiorno e al tramonto.
Organizzazioni politiche e sociali, gruppi parrocchiali, comunità tzeltales,
tzotziles, choles, mam, tojolabales, "colorano" ancora una volta il
passaggio di Ruiz García, che come un radioamatore si identificava come El Caminante. Nei decenni della sua
presenza episcopale ha visitato la maggior parte di queste comunità. Ancora non
esistevano le strade e i sentieri che hanno portato la guerra in queste terre,
ma il Tatic arrivava sempre. A piedi
o a dorso di mulo. Oggi sono quei popoli che arrivano qua, e domani lo
seppelliranno proprio qui, nella cattedrale che occupa il centro di questa
città storicamente a loro ostile.

Nel 1982 avvenne
un terribile massacro di indigeni a Wolonchán (Chilón). A quell'epoca "non
c'era chi contava i morti", come disse una volta Andrés Aubry. Più di 50
vittime dimenticate. Più che ad Acteal, avvenuto nel 1997, quando la notizia fece
il giro del mondo, fece tremare il governo della Repubblica ed è ancora una
ferita aperta. Il Chiapas era già un altro, e don Samuel ha avuto gran merito
in questo. Gli indios già contavano qualcosa. Non a caso qui risiede una delle
culle della coscienza moderna dei diritti umani.

Precursore in
material su scala nazionale, il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las
Casas, o Frayba, è stato creato alla fine del 1988 dallo stesso Ruiz García, che
lo ha presieduto fino a lunedì scorso. Il Frayba oggi dice: "Nella sua
instancabile lotta per la difesa dei diritti umani è stato ispiratore e guida
di molte organizzazioni civili e di processi sociali nella costruzione della
giustizia, mediatore nei dialoghi tra l'EZLN ed il governo messicano, un grande
teologo della liberazione e promotore della teologia india. E' stato candidato
al Nobel della Pace ed ha ricevuto molti riconoscimenti per il suo lavoro a
difesa dei diritti umani".

Il Frayba
ribadisce il suo impegno "di camminare a fianco ed al servizio del popolo
povero, escluso ed organizzato che vuole superare la situazione socioeconomica
e politica in cui vive, prendendo da lui direzione e forza per contribuire al
suo progetto di costruzione di una società dove le persone e comunità
esercitino e godano appieno di tutti i loro diritti".

Da parte sua, Il
Fronte Nazionale di Lotta per il Socialismo in Chiapas ha dichiarato: "Non
dimentichiamo le dimostrazioni di solidarietà incondizionata che ci ha offerto
nelle diverse tappe di lotta e conflitti, che abbiamo affrontato come popoli
indigeni e come organizzazione, contro lo Stato che non cessa di annientare
ogni tentativo di organizzazione del popolo".

Ricorda la
"sua collaborazione ed appoggio incondizionato alle lotte nei diversi
angoli del paese, per la liberazione dei prigionieri politici e di coscienza,
contro lo sfruttamento minerario, per la presentazione in vita dei
desaparecidos ed il rispetto dei diritti umani, a favore degli oppressi e
sfruttati".

Nataniel
Hernández Núñez, rappresentante del Centro dei Diritti Umani Digna Ochoa, con
sede nella città costiera di Tonalá, ha dichiarato: "il Tatik Samuel ci ha lasciato in eredità
la lotta e la difesa dei diritti umani, e per la giustizia. Per questo i membri
di questo centro seguiranno i passi del Caminante
e sorvegliante dei popoli per proseguire nel processo di pace, giustizia e
rispetto dei diritti umani dei popoli in Chiapas".

È stata notevole
la partecipazione dei tre livelli di governo alle esequie di don Samuel. Luis
H. Álvarez è arrivato come inviato personale del presidente Felipe Calderón.
Ieri sera, il governatore Juan Sabines Guerrero ha accompagnato i resti fino
all'altare della cattedrale, dopo essersi occupato del trasferimento da Città
del Messico. La presidentessa municipale, Cecilia Flores, ha messo a
disposizione le forze di polizia ed ha inviato una corona di fiori. Inoltre, si
sono visti ex membri della Cocopa "storica" e della disciolta Conai,
tutti amici del Tatic.

La stampa
chiapaneca si è profusa in riconoscimenti per Ruiz García. Lo stesso ha fatto
il vertice del PRI locale: Sami David, la senatrice María Elena Orantes e la ex
segretaria di Governo Arely Madrid Tovilla, responsabile della politica contrainsurgente di Roberto Albores
Guillén. Nemmeno per loro è un segreto che senza il Tatic sarebbe impossibile comprendere la storia moderna del
Chiapas, e che la sua eredità sopravvivrà a tutti loro. http://www.jornada.unam.mx/2011/01/26/index.php?section=politica&article=003n1pol

(Traduzione
"Maribel" - Bergamo)




      
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