[Ezln-it] Subcomandante Marcos: Sulle Guerre - Parte 1/2

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Wed Feb 16 14:14:36 UTC 2011



SULLE
GUERRE

(Frammento della prima
lettera del SupMarcos a Luis Villoro,
inizio dello scambio epistolare su Etica e Politica. Gennaio-Febbraio 2011).



Parte 2 delle 4 che formano la prima lettera che sarà pubblicata
integralmente nel prossimo numero della Revista Rebeldía.

“(…).

Come popoli originari messicani e
come EZLN possiamo dire qualcosa sulla guerra. Soprattutto se si combatte nella
nostra geografia ed in questo calendario: Messico, inizi del secolo XXI…

II - LA GUERRA DEL MESSICO
DELL’ALTO.

“Io darei il benvenuto a qualsiasi guerra 

perché credo che questo paese ne abbia bisogno”.

Theodore Roosevelt

Ed ora la nostra realtà nazionale è invasa dalla guerra. Una guerra che non
solo non è più lontana per chi era abituato a vederla in geografie o calendari
distanti, ma incomincia a governare le decisioni e le indecisioni di chi
pensava che i conflitti bellici erano solo nei notiziari o nei documentari di
luoghi lontani come… Iraq, Afghanistan,… Chiapas.

 

Ed in tutto il Messico, grazie al patrocinio di Felipe Calderón Hinojosa,
non dobbiamo ricorrere alla geografia del Medio Oriente per riflettere
criticamente sulla guerra. Non è più necessario risalire il calendario fino al
Vietnam, Playa Girón, sempre la Palestina.

 

E non dico il Chiapas e la guerra contro le comunità indigene zapatiste,
perché si sa che non sono più di moda (per questo il governo dello stato del
Chiapas ha speso un mucchio di soldi per far sì che i media non lo collochino
sull'orizzonte della guerra, ma dei “progressi” nella produzione di biodiesel,
nel “buon” trattamento degli emigranti, dei “risultati” in agricoltura ed altre
storielle ingannevoli passate a comitati di redazione che firmano come proprie
le veline governative povere di forma e contenuti).

 

L'irruzione della guerra nella vita quotidiana del Messico attuale non
arriva da un'insurrezione, né da movimenti indipendentisti o rivoluzionari che
100 o 200 anni dopo, si contendono la riedizione nel calendario. Viene, come
tutte le guerre di conquista, dall'alto, dal Potere.

 

Questa guerra ha in Felipe Calderón Hinojosa il suo iniziatore e promotore
istituzionale (e vergognoso).

 

Chi si è impossessato della titolarità dell'esecutivo federale per le vie
di fatto, non si è accontentato del supporto mediatico ed è dovuto ricorrere a
qualcosa di più per distrarre l'attenzione ed eludere la sua evidente mancanza
di legittimità: la guerra.

 

Quando Felipe Calderón Hinojosa ha fatto suo il proclama di Theodore
Roosevelt (alcuni attribuiscono la frase a Henry Cabot Lodge): “questo paese ha bisogno di una guerra”, ha
ricevuto la sfiducia timorosa degli industriali messicani, l'entusiasta
approvazione degli alti comandi militari ed il caloroso plauso di chi realmente
comanda: il capitale straniero.

 

La critica a questa catastrofe nazionale chiamata “guerra contro il crimine
organizzato” dovrebbe essere completata da un'analisi approfondita dei suoi
sostenitori economici. Non mi riferisco solo al vecchio assioma che in epoche
di crisi e di guerra aumenta il consumo superfluo. Nemmeno solo agli incentivi
che ricevono i militari (in Chiapas, gli alti comandi militari ricevevano, o
ricevono, un salario extra del 130% per essere in “zona di guerra”).
Bisognerebbe cercare anche tra le licenze, i fornitori ed i crediti
internazionali che non rientrano nella cosiddetta “Iniciativa Mérida”.

 

Se la guerra di Felipe Calderón Hinojosa (benché si sia tentato, invano, di
addossarla a tutti i messicani) è un affare (e lo è), manca la risposta alla
domanda per chi o quale è l'affare, e a che cifra ammonta.

 

Qualche stima economica.

 

Non è poco quello che è in gioco:

(Nota: le cifre indicate non sono esatte poiché non c'è chiarezza nei dati
governativi ufficiali. Per cui, in alcuni casi si è ricorsi a quanto pubblicato
sulla Gazzetta Ufficiale della Federazione completando con dati forniti da enti
e organi di informazione seri).

 

Nei primi 4 anni della “guerra contro il crimine organizzato” (2007-2010),
i principali enti governativi incaricati (Segreteria della Difesa Nazionale -
cioè: Esercito e Forza Aerea -, Segreteria della Marina, Procura Generale della
Repubblica e Segreteria di Pubblica Sicurezza) hanno ricevuto dal Bilancio di
Spesa della Federazione una somma superiore ai 366 mila milioni di pesos (circa
23 miliardi di Euro al cambio attuale). I 4 enti governativi federali hanno
ricevuto: nel 2007 più di 71 mila milioni di pesos (4.366.070.000 Euro); nel
2008 più di 80 mila milioni (4.919.520.000 Euro); nel 2009 più di 113 mila milioni
(6.948.820.000 Euro) e nel 2010 sono stati più di 102 mila milioni di pesos (6.272.390.000
Euro). A questo bisogna sommare oltre 121 mila milioni di pesos (7.440.770.000
Euro al cambio attuale) che riceveranno nel 2011.

 

Solo la Segreteria di Pubblica Sicurezza da 13 mila milioni di pesos di
finanziamenti nel 2007, è arrivata a gestire uno degli oltre 35 mila milioni di
pesos previsti nel 2011 (forse perché le produzioni cinematografiche sono più
costose).

 

Secondo il Terzo Rapporto di Governo del settembre 2009, nel mese di giugno
di quell'anno, le forze armate federali contavano su 254.705 elementi (202.355
dell'Esercito e Forza Aerea e 52.350 dell'Armata).

 

Nel 2009 il bilancio per la Difesa Nazionale è stato di 43 mila 623 milioni
321 mila 860 pesos (2.682.570.000 Euro), ai quali si sono aggiunti 8 mila 762
milioni 315 mila 960 pesos (538.830.000 Euro, il 25,14% in più), in totale: più
di 52 mila milioni di pesos (3.197.690.000 Euro) per l'Esercito e la Forza
Aerea. La Segreteria della Marina: più di 16 mila milioni di pesos (983.904.000
Euro); Pubblica Sicurezza: quasi 33 mila milioni di pesos (2.029.300.000 Euro);
e Procura Generale della Repubblica: più di 12 mila milioni di pesos
(737.928.000 Euro).

 

Bilancio totale per la “guerra contro il crimine organizzato” nel 2009: più
di 113 mila milioni di pesos (6.948.820.000 Euro).

 

Nel 2010 un soldato semplice federale guadagnava circa 46.380 pesos l'anno
(2.852 Euro); un generale di divisione 1 milione 603 mila 80 pesos l’anno
(98.575 Euro), ed il Segretario della Difesa Nazionale percepiva redditi per
1.859.712 pesos (114.317 Euro).

 

Se la matematica non mi difetta, con il bilancio bellico totale del 2009
(113 mila milioni di pesos per i 4 enti - 6.948.820.000 Euro) si sarebbero
potuti pagare i salari annui di 2 milioni e mezzo di soldati semplici; o di
70.500 generali di divisione; o di 60.700 titolari della Segreteria della
Difesa Nazionale.

 

Ovviamente, non tutto quello che è a bilancio viene speso per stipendi e
prestazioni. C'è bisogno di armi, attrezzature, munizioni… perché quelle a
disposizione non servono più o sono obsolete.

 

"Se l'Esercito messicano entrasse in combattimento contro qualsiasi
nemico interno o esterno con le sue poco più di 150 mila armi e le sue 331,3
milioni di munizioni, il suo potere di fuoco sarebbe al massimo di 12 giorni di
combattimento continuo, segnalano stime dello Stato Maggiore della Difesa
Nazionale (Emaden) elaborate da ognuna delle armi all'Esercito e della Forza
Aerea. Secondo le previsioni, il fuoco di artiglieria dei cannoni da 105
millimetri, per esempio, potrebbe combattere solo per 5,5 giorni sparando in
maniera continuative 15 granate per ogni arma. Le unità blindate, secondo
l'analisi, hanno in dotazione 2.662 granate da 75 millimetri.

 

Entrando in combattimento, le truppe blindate esaurirebbero tutte le
munizioni in nove giorni. In quanto alla Forza Aerea, si segnala che esistono
poco più di 1,7 milioni di munizioni calibro 7.62 mm impiegate sugli aerei PC-7
e PC-9, e sugli elicotteri Bell 212 e MD-530. In un conflitto, questo 1,7
milione di cartucce si esaurirebbe in cinque giorni di fuoco aereo, secondo i
calcoli della Sedena. L'ente rileva che i 594 equipaggiamenti per la visione
notturna ed i 3.095 GPS usati dalle Forze Speciali per combattere i cartelli
della droga, "hanno già concluso la loro vita di utilizzo”.

 

Le carenze e l'usura nelle file dell'Esercito e della Forza Aerea sono
palesi e raggiungono livelli inimmaginabili praticamente in tutte le aree
operative dell'istituzione. L'analisi della Difesa Nazionale segnala che le
maschere per la visione notturna ed i GPS hanno tra i cinque e i 13 anni di
vita, ed “hanno ormai svolto il loro compito”. Lo stesso succede per i “150
mila 392 caschi antiframmentazione” in uso tra le truppe. Il 70% ha esaurito la
sua vita utile nel 2008 ed i 41 mila 160 giubbotti antiproiettile lo faranno
nel 2009. (…).

 

In questo panorama la Forza Aerea risulta il settore più colpito dal
ritardo e dalla dipendenza tecnologica dall'estero, in particolare da Stati
Uniti e Israele. Secondo la Sedena, nei depositi di armi della Forza Aerea ci
sono 753 bombe da 250 a mille libbre ognuna. Gli aerei F-5 e PC-7 Pilatus usano
queste armi. Le 753 esistenti potrebbero combattere aria-terra per un giorno.
Le 87 mia 740 granate calibro 20 millimetri per i jet F-5 potrebbero combattere
contro nemici esterni o interni per sei giorni. Infine, la Sedena rivela che i
missili aria-aria per gli aerei F-5 sono solo 45 pezzi, che significa solo un
giorno di fuoco aereo.” Jorge
Alejandro Medellín su “El Universal”, Messico, 2 gennaio 2009.

 

Questo è quanto noto per il 2009, due anni dopo l'inizio della cosiddetta “guerra”
del governo federale. Lasciamo da parte la domanda ovvia di come sia stato
possibile che il capo supremo delle forze armate, Felipe Calderón Hinojosa, si
lanciasse in una guerra (“di lungo respiro”, dice lui) senza avere le
condizioni materiali minime per sostenerla, non diciamo per “vincerla”. Allora
domandiamoci: Quali industrie belliche beneficeranno degli acquisti di armi,
equipaggiamenti e munizioni?

 

Se il principale promotore di questa guerra è l'impero delle torbide stelle
e strisce (a conti fatti, in realtà gli unici complimenti ricevuti da Felipe
Calderón Hinojosa sono arrivati dal governo nordamericano), non bisogna dimenticare
che a nord del Río Bravo non si concedono aiuti, ma si fanno investimenti,
cioè, affari.


..... segue




      
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