[Ezln-it] Il piano della campagna del 1994 contro l'EZLN - Gilberto Lopez y Rivas

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Fri Feb 4 15:26:09 UTC 2011



La Jornada – Venerdì 4 Febbraio
2011

 

Gilberto
López y Rivas

Il
piano della campagna del 1994 contro l'EZLN

 

In tempi di
rilevazioni di documenti degli ambiti del potere, recentemente mi è passato per
le mani un testo importante per capire la prospettiva strategica e le azioni
tattiche dei militari messicani di fronte alla storica sollevazione
dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale iniziata il primo gennaio del
1994. Si tratta della campagna del comando generale della VII Regione Militare
della Segreteria della Difesa Nazionale (Sedena) di stanza a Tuxtla Gutiérrez,
Chiapas, datato ottobre di quell'anno.

Redatto da chi
ostentava il nome in codice S-3 e con il lasciapassare del comandante della VII
Regione Militare e del generale segretario della Difesa Nazionale, il piano
stabilisce che l'obiettivo strategico-operativo è distruggere la volontà di
combattere dell'EZLN, isolarlo dalla popolazione civile, ottenendo l'appoggio
di questa a beneficio delle operazioni, mentre l'obiettivo tattico è
distruggere e/o disorganizzare la struttura politica militare di
quell'organizzazione. In tutto il documento si usano i termini di “sovversivi”,
“trasgressori della legge” e “sovvertitori dell'ordine” riferiti agli zapatisti
o alla sigla E.Z.L.N. Al riguardo, in quegli anni, e nella mia qualità di
membro della Commissione di Concordia e Pacificazione, ricordo le ripetute
affermazioni dei militari dei ranghi superiori: “in Messico c'è solo un
esercito, quello messicano!”

Dopo aver esposto
i propositi centrali del piano, i dirigenti dell'alto comando stabilivano
quanto segue: evitare un conflitto internazionale con il Guatemala, gestire i
rapporti con i mezzi di comunicazione a beneficio delle forze armate e limitare
gli effetti negativi capaci di sviluppare le organizzazioni dei diritti umani e
gli organismi non governativi, nazionali ed internazionali. Per fare ciò, si
devono svolgere in forma coordinata azioni tattiche, di intelligenza,
psicologiche, di questioni civili, tra le altre, ed una che richiama
potentemente l'attenzione di chi denunciava allora l'appoggio della Sedena ai
gruppi paramilitari: l'assistenza e l'organizzazione delle forze di autodifesa.
Su questo argomento, si esplicita quanto segue: “Organizzare segretamente
alcuni settori della popolazione civile, tra altri, allevatori, piccoli
proprietari ed individui caratterizzati da un alto senso patriottico (sic), chi
saranno impiegati agli ordini e a sostegno delle nostre operazioni”. Più avanti
si citano allegati di riferimento che però non sono inclusi nel documento; il
contenuto di uno di questo era il seguente: “Descrive attività dell'Esercito
nell'addestramento ed appoggio delle forze di autodifesa o di altre
organizzazioni paramilitari, che può essere il principio fondamentale della
mobilitazione per le operazioni militari e di sviluppo. Comprende inoltre la
consulenza e l'aiuto che si presta ad altre dipendenze del governo ed a
funzionari governativi locali, municipali, statali e federali. Nel caso non
esistessero forze di autodifesa, è necessario crearle”. Infine, per chi si
affannava a negare la validità della nostra denuncia alla PGR riguardo
all'esistenza di gruppi paramilitari addestrati ed appoggiati dall'Esercito, il
piano sostiene: “Le operazioni militari includono l'addestramento di forze
locali di autodifesa, affinché partecipino ai programmi di sicurezza e sviluppo”.

La lista degli
alleati degli zapatisti o dei settori da neutralizzare con mezzi diversi e le
misure da prendere, secondo i militari, è significativa: “In coordinamento col
governo dello stato e le altre autorità, si dovrà applicare la censura ai diversi
mezzi di diffusione di massa (…) I principali mezzi ad usare (per i
trasgressori) continueranno ad essere la stampa nazionale e straniera, gli
organismi non governativi, organizzazioni di sinistra e religiose che
propugnano la teologia della liberazione”. Per la campagna offensiva si ordina:
“1. - La sospensione delle garanzie individuali nell'entità: a) sgombero
forzato della popolazione sotto l'influenza zapatista verso rifugi o zone di
rifugio ufficiali; b) neutralizzazione dell'organizzazione e dell'attività
della Diocesi di San Cristóbal del Las Casas; c) la cattura e arresto di messicani
identificati con l'E.Z.L.N; d) la cattura e l'espulsione di stranieri
perniciosi; (…) g) la morte o il controllo di bestiame equino e vaccino; h) la
distruzione di semine e raccolti; i) l'impiego dell'autodifesa civile…1. - la
rottura delle relazioni di appoggio esistenti tra la popolazione ed i
trasgressori della legge”.

Anche la visione
castrense dell'EZLN come organizzazione, nell'ambiente politico e militare,
richiama l'attenzione: “L'auto-denominato E.Z.L.N, come ogni organizzazione
maoista (sic), è costituita da una direzione politica, dalle forze armate e
dalle organizzazioni di massa”, le quali sono: “la parte fondamentale ed il più
importante elemento della strategia maoista, (e) si struttura con
organizzazioni reali o di facciata, nei settori: magistrale, studentesco,
popolare, lavorativo, etnico, religioso, contadino ed altri. In queste
organizzazioni operano i comandi, le milizie messicane e le guerriglie locali”.
Per l'aspetto militare dice che l'EZLN è organizzato con un comando generale,
col suo stato maggiore, opera su tre fronti: nord, centro e sud, ognuno con un
reggimento ed i rispettivi battaglioni, oltre ai comandi urbani e rurali (forze
speciali scelte), guerriglie locali e milizie messicane, dando numeri precisi
dei membri di ognuno di essi.

Il piano di
questa campagna prova che, mentre il governo messicano fingeva di avviare il
dialogo con i maya zapatisti, i militari spiegavano la fallita strategia di
annichilimento che Zedillo ordinava il 9 febbraio 1995. http://www.jornada.unam.mx/2011/02/04/index.php?section=opinion&article=025a1pol

 

Al compagno Samuel Ruiz

 

(Traduzione "Maribel" - Bergamo)




      
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