[Ezln-it] Frayba contro le sparizione forzate in Chiapas

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Wed Sep 1 14:22:17 CEST 2010





La Jornada – Mercoledì 1
settembre 2010

Il Centro
Frayba esige la punizione dei responsabili delle sparizioni ini Chiapas

Hermann Bellinghausen

In occasione del
Giorno Internazionale delle Persone Scomparse, il Centro dei Diritti Umani Fray
Bartolomé de las Casas (CDHFBC) ha rimarcato che in Chiapas, “i crimini di lesa
umanità non devono restare impuniti; è necessario che si sappia dove si trovano
le vittime, si faccia chiarezza sui fatti, si trovino i responsabili, si
prendano provvedimenti affinché non si ripetano, si risarciscano i danni e si
faccia giustizia”.

Aggiunge che
negli ultimi decenni “i governi hanno optato per reprimere ed annichilire le
manifestazioni sociali”. Come dimostrazione della “strategia di sterminio”
contro il popolo, il centro ricorda che a luglio del 1997, nella comunità
Miguel Alemán, municipio di Tila, membri dell'organizzazione paramilitare Desarrollo, Paz y Justicia realizzarono
imboscate nelle comunità Cruz Palenque e Aguascalientes.

In un “clima di
violenza generalizzata e minacce di morte” creato allora dai priisti di Paz y Justicia nella zona chol del
Chiapas, all'alba del primo agosto 1997, a Cruz Palenque, persone armate e
vestite di nero “come poliziotti” (erano i paramilitari di Paz y Justicia, comandati da Sabelino Torres Martínez), catturarono
il giovane Miguel Gutiérrez Peñate, lo portarono in un campo e gli spararono
alle spalle. Aveva 15 anni.

Ad
Aguascalientes, federo irruzione nell’abitazione di Mateo Arcos Guzmán, lo colpirono
ripetutamente con i machete “in presenza della moglie, lo trascinarono fuori e
da allora non se ne sa più nulla”. Lo stesso giorno, a Cruz Palenque, i
paramilitari assassinarono Nicolás Mayo Gutiérrez.

“Di fronte ai
fatti di sparizioni forzate in Chiapas, il governo messicano continua a negare
il suo coinvolgimento diretto”, sottolinea il CDHFBC, nonostante l'esistenza di
rapporti e manuali “che proverebbero il suo coinvolgimento in piani di contrainsurgencia” per fermare le
proteste della gente. Con la sparizione forzata si è cercato di “bloccare la
diffusione del processo organizzativo dell'Esercito Zapatista di Liberazione
Nazionale” ed stata parte di “un progetto strategico che prevede uno Stato
militarizzato e para militarizzato”. Attraverso la "guerra preventiva, e
con un forte apparato repressivo, si vuole neutralizzare ogni possibilità di
lotta e di solidarietà mutua”.

Contro l'impunità
istituzionalizzata che occulta crimini di lesa umanità e violazioni dei diritti
umani, “popoli indigeni ed organizzazioni civili mantengono viva la memoria”.
Questo ispira la lotta per la giustizia “e non la ripetizione di fatti
vergognosi avallati da questo sistema di governo in degrado”. http://www.jornada.unam.mx/2010/09/01/index.php?section=politica&article=020n2pol

Traduzione “Maribel” - Bergamo)




      
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