[Ezln-it] Nuova aggressione a San Juan Copala

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Mon May 17 14:50:44 CEST 2010





La Jornada – Domenica 16
maggio 2010

Accusano dell’aggressione Rufino
Juárez, della comunità La Sabana

La Ubisort sequestra
11 tra donne e bambini di San Juan Copala nella sierra triqui

Altre 24 persone sono
fuggite dall'accerchiamento che assedia il municipio autonomo

Blanche Petrich

Sei donne e
cinque bambini e bambine del municipio autonomo di San Juan Copala, sulla
catena montuosa triqui, ieri pomeriggio sono stati fermati sotto la minaccia
delle pistole da un gruppo di uomini appartenenti all'Unione di Benessere della
Regione Triqui (Ubisort) al comando del suo rappresentante Rufino Juárez, nella
comunità di La Sabana, ha denunciato ieri a questo giornale il delegato per i
diritti umani del consiglio comunale di Copala, Jorge Albino.

Altre 24 donne
sono riuscite a sfuggire al posto di blocco che questo gruppo armato che
assedia San Juan Coplala da sei mesi. La Sabana, ubicato su una collina che
domina la strada sterrata che porta al municipio autonomo, è dove il 27 aprile
è stata attaccata una carovana di internazionalisti ed assassinati due
attivisti, la connazionale Beatriz Alberta Cariño ed il finlandese Jyri
Jaakkola.

Due anni fa qui
furono assassinate le annunciatrici triqui Teresa Bautista e Felícitas
Martínez.

Alla chiusura di
questa edizione le autorità di San Juan Copala non erano ancora riuscite a
mettersi in contatto con le donne rapite, tra le quali si trovano la segretaria
del comune Joaquina Velasco Aguilera e Isabel Bautista, moglie di un ex
presidente municipale. Sono con loro sei bambini piccoli, uno di un anno.
Secondo la testimonianza delle donne che sono riuscite a raggiungere il
villaggio, si sospetta che due delle sequestrate possano essere ferite.

Albino, chi si
trova nel Distretto Federale, ha informato dei fatti il delegato statale dei
Diritti Umani, Heriberto Antonio García, che ha chiesto aiuto al segretario
generale del governo di Oaxaca, Evencio Nicolás Martínez. Questo l'ha rimandato
alla sottoprocura statale dei diritti umani affermando: “di più non posso fare”
per garantire la sicurezza delle donne rapite.

In conseguenza
dell’assedio, San Juan Copala è priva di collegamento telefonico ed elettricità;
il gruppo armato della Ubisort ha cacciato i maestri e l'unico medico che
c'era. Inoltre impedisce, con atti violenti, che gli uomini transitino per la
strada che porta al capoluogo municipale che passa per il loro bastione, a La
Sabana. La situazione è critica per gli abitanti e la scarsità di generi
alimentari è drammatica.

Nonostante il
precedente dell'imboscata della carovana umanitaria 20 giorni fa, con un saldo
di due morti ed almeno cinque feriti, le donne triqui di San Juan Copala
avevano deciso di uscire per andare a comprare viveri nel capoluogo,
Juxtlahuaca. Il primo tratto di strada l'hanno percorso a piedi senza problemi
passando per La Sabana. Una volta al mercato di Juxtlahuaca, tuttavia, una
componente del gruppo, Margarita López, e sua nipote Susana Martínez sono state
separate con la forza da alcuni uomini e portate nel palazzo municipale, dove
le aspettava Rufino Juárez ed almeno 10 uomini armati. Mentre discutevano la
donna e la bambina sono scappate. Una volta riunitesi al gruppo hanno
telefonato ad Albino per chiedere aiuti per poter tornare in sicurezza al
villaggio.

Albino si è messo
in contatto con Evencio Martínez che ha suggerito che insieme a dei testimoni
si recassero dal Pubblico Ministero a sporgere denuncia. Il gruppo di donne
triquis hanno preferito non farlo ed hanno chiesto protezione al delegato dei
diritti umani. Quella notte il gruppo di donne e bambini hanno dovuto dormire
per le strade di Juxtlahuaca. Questo sabato un gruppo di otto inviati della
delegazione statale dei diritti umani, tre veicoli ed alcune centinaia di
poliziotti preventivi si sono organizzati per scortare il gruppo. Tuttavia, queste
sono state accompagnate nella località di Yosoyusi, che rimane ai bordi della
strada federale, e non a Copala, come era stato richiesto.

Jorge Albino ha
ricontattato il segretario di governo per spiegargli che il tratto pericoloso
era proprio quello che passa per La Sabana e che per arrivare per sentieri a
San Juan Copala ci sarebbero volute 10 ore di cammino pericoloso per le donne e
i bambini. “Io le ho portate sul tuo terreno - ha risposto per telefono Evencio
Martínez al rappresentante di Copala - ora tu spostale da lì.” Jorge Albino ha
fatto presenza la pericolosità della strada sterrata.

Alle quattro del
pomeriggio circa, Albino ha ricevuto una chiamata di un'autorità di San Juan
Copala che lo informava che le donne avevano deciso di intraprendere il cammino
di ritorno passando per la strada. Dopo un'ora di cammino sono arrivate a La
Sabana. Lì le aspettavano di nuovo Rufino Juárez ed i suoi uomini che hanno
cercato di impedire loro di passare sparando in aria. Quasi tutte sono fuggite
correndo riuscendo a raggiungere il municipio autonomo che dista solo 20 minuti
da La Sabana.

Tra le donne
bloccate a La Sabana ci sono: Felipa de Jesús Suárez, Martiniana Aguilera
Allente, Marcelina Ramírez e Lorena Merino Martínez. Con loro il bambine
Rosario Velasco Allente, Josefa Ramírez Bautista ed un'altra piccola, oltre a
due bambini di quattro anni e un anno. http://www.jornada.unam.mx/2010/05/16/index.php?section=politica&article=011n1pol

(Traduzione “Maribel” - Bergamo)




      
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