[Ezln-it] Il Cile e lo sterminio del popolo Mapuche

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Wed Dec 29 10:03:35 UTC 2010



Il Cile e lo sterminio del popolo Mapuche

http://www.beppegrillo.it/battaglie/solidarieta_al_popolo_dei_mapu.php


Il popolo Mapuche rivolge un appello al blog e più in generale agli italiani. Lo Stato
cileno sta espropriando le terre dei Mapuche e applicando leggi contro
il terrorismo a chiunque si opponga in maniera non violenta, anche
agli adolescenti, con condanne fino a 50 anni. Chi difende la propria terra in
questo mondo globalizzato, schiavo degli interessi economici e dominato dalle multinazionali
è un TERRORISTA. Parlando con Jorge, il portavoce dei Mapuche, ho pensato a
Terzigno, a Vicenza con la base militare del Dal Molin, alla Tav in Val di
Susa, a Terzigno, alla secretazione dei siti dove costruiranno a nostra
insaputa le centrali nucleari. Il Cile del dopo Pinochet assomiglia al Cile di Pinochet. Il mapuche di
oggi è l'italiano di domani. La mia totale solidarietà al
popolo Mapuche.

Testo dell'intervista Jorge
Huenchullan portavoce dei Mapuche



"Il mio nome è Jorge Huenchullan , sono “werken” (portavoce) della Comunità Autonoma di
Temucuicui, sono anche
portavoce dei prigionieri politici mapuche che sono nel carcere di Angol. Personalmente
ho un fratello che è stato processato con la “legge anti-terrorista”,
il suo nome è Felipe Huenchullan, è un prigioniero politico e ha trascorso più
di un anno in carcere a seguito di processo indebito. Attualmente è sotto
processo per quattro “delitti” definiti “terroristi”, è per
questo che noi riteniamo sia sproporzionato applicare questa legge ai Mapuche,

Storia dei Mapuche

La lotta Mapuche è una lotta storica, che dura da secoli. Dall’arrivo degli
spagnoli nel 1540 in poi, ci furono personaggi molto importanti, leader
mapuche di spicco: Lautaro, Caupolicàn, Galvarino che condussero una
lotta dura, non si sottomisero a nessun dominio e dimostrarono alla corona
spagnola che i Mapuche, presenti nel territorio del Cile, in
nessun modo sarebbero stati conquistati.

Durante questo processo di conquista, molto lungo, il nostro popolo fece
trattati di territorio, trattati di pace, trattati stipulati
tra due nazioni sovrane che erano: la corona spagnola e la nazione Mapuche.

Tra i trattati più importanti stipulati, risulta il trattato di
territorio in cui la corona spagnola riconobbe al popolo
Mapuche i territori dal fiume Bio-Bìo fino al sud del
Cile: da quel fiume in giù era stata riconosciuta la sovranità Mapuche. Dal
1850 in poi, dopo che il popolo Mapuche si era liberato della corona spagnola,
e anche l’esercito del (neo costituito) Cile si era ribellato al dominio
spagnolo, l’esercito cileno diede inizio ad una invasione militare
per conquistare il territorio Mapuche, che con la propria sovranità si
estendeva dal fiume Bio-Bìo fino al Sud. 

Quel periodo è stato chiamato dall’esercito cileno la cosiddetta “Pacificazione
della Araucania”, un periodo tra i più sanguinari, in cui lo Stato cileno
ha condotto un vero e proprio genocidio della popolazione
Mapuche. In questo periodo cominciarono a sottrarci il nostro territorio. 

Le comunità Mapuche sono state costrette a vivere in spazi sempre più
ristretti, di cui non hanno nemmeno la sovranità: è stato perso tutto il
territorio ancestrale, che a seguito dell’occupazione è passato ad essere dello
Stato cileno. Allora il governo cileno per legittimare l’usurpazione,
l’espropriazione della terra ha promosso e ha avallato la presenza dei coloni
europei nelle nostre terre. 

La maggior parte delle terre che i Mapuche rivendicano, sono oggi nelle mani
dei coloni di origine europea, delle imprese forestali, spesso multinazionali
di cui la maggioranza sono europee.

Il legame con la Terra

La terra, il territorio, per i Mapuche è la base della vita e dell’esistenza.. è
la base dello sviluppo della nostra cultura, è la continuità storica della
nostra gente e della nostra conoscenza. Nella biodiversità troviamo il
compimento della forza mapuche e il compimento della vita stessa, per questo
noi rispettiamo molto il nostro territorio, la nostra natura e la biodiversità.
Questo ovviamente non
solo dal punto di vista economico o del profitto, ma piuttosto come la base
stessa della vita. 

Senza la nostra “mapu” (terra), il mapuche non potrebbe esistere e
sarebbe condannato a scomparire: è per questo che la nostra gente, le nostre
comunità hanno intrapreso un processo di lotta e di mobilitazione
perché ci venga restituito il nostro territorio.

Per questo è fondamentale la lotta mapuche in questo momento, altrimenti non
potremmo proseguire la nostra esistenza, visto che siamo continuamente invasi
da imprese forestali che in modo lampante ci stanno letteralmente
saccheggiando: ci spogliano delle nostre terre e delle nostre medicine, le
nostre erbe medicinali, i nostri alimenti. Stiamo praticamente perdendo tutto
con questa invasione forestale, che per di più introduce delle specie esotiche
che non rispettano l’equilibrio della natura stessa del nostro
territorio. 

La “Ley antiterrorista” e
la criminalizzazione

La lotta apuche è sempre stata non violenta, ciò significa che
noi facciamo occupazioni pacifiche delle terre che sono nelle mani delle
imprese forestali, e nelle terre che sono oggi nelle mani dei coloni, non
abbiamo mai usato violenza contro la popolazione, contro i privati o contro la
Forestale o contro gruppi di persone che consideriamo non-mapuche. Certo, la nostra lotta è di
carattere politico-sociale con la quale chiediamo che lo Stato cileno prenda in
considerazione le nostre richieste perché la nostra è una lotta legittima e
giusta. È questo il tono, fermo, che accompagna le nostre rivendicazioni.

La lotta mapuche non è mai stata armata, non esistono gruppi guerriglieri e non
è mai esistita neanche la remota possibilità che un giorno la nostra lotta
divenisse un conflitto armato per sollecitare un dialogo tra il popolo Mapuche
e lo Stato cileno. Lo Stato cileno ha criminalizzato la nostra gente e i nostri
di rappresentanti e ha agito in modo estremamente razzista e
con modalità molto discriminatorie con i nostri fratelli. 

Qui si violano i nostri diritti: qui non si rispettano il nostro essere
indigeni mapuche. 

Noi non siamo considerati dentro lo Stato cileno, la nostra opinione non ha
valore dentro lo Stato, qui non abbiamo partecipazione politica per poter
decidere noi stessi sulla gestione del nostro territorio.

Lo Stato cileno ha 34 prigionieri mapuche sparsi in diverse
carceri del sud del Cile in questo momento.

Nel carcere di Concepcion, di Angol, di Temuco, nel carcere di Lebu e di
Chol-Chol, ci sono fratelli mapuche prigionieri politici e sono stati tutti
processati con la “legge anti-terrorista”, questo vuol dire che i
nostri fratelli sono accusati di terrorismo solo per volere portare avanti
questa lotta.

Per nessun’altra richiesta o lotta sociale nello Stato del Cile è stata
applicata questa legge, ad altri manifestanti non è mai stata applicata mentre
ai Mapuche sì. 

E’ per questo che i nostri fratelli sono stati in sciopero della fame
per più di 80 giorni. 

Io ho un fratello a cui è stata applicata la legge anti-terrorista. E’ in
carcere preventivo per quattro capi d’accusa denominati “delitti terroristi”.
Lui si chiama Felipe Huenchullàn ed è prigioniero nel carcere di Angol nel sud
del Cile. 

Mio fratello, così come altri mapuche, rischia una condanna
che va dai 50 anni in su se venisse condannato per i delitti
che gli sono stati imputati. 

Noi riteniamo questa prassi dello Stato Cileno un vero e proprio genocidio, una
prassi che non contempla una politica idonea ad affrontare questo conflitto.

Bambini “terroristi”

Qui, nelle nostre terre lo Stato cileno ha ucciso dei mapuche, come Jaime
Mendoza Collio, Alex Lemun, Matias Catrileo, che sono alcuni “peñi”
fratelli mapuche morti negli ultimi cinque anni nelle “azioni di recupero”
della terra. 

In questo modo lo Stato cileno ha risposto alle richieste mapuche. Invece di
cercare una soluzione. Ha
risposto con morte e repressione per una richiesta legittima del nostro popolo.
E in questa cornice, con questo tipo di lotta, lo Stato cileno non ha solo
perseguitato la nostra gente di maggior età, i nostri leader, ma ha anche perseguitato
i nostri bambini e adolescenti, accusando anche loro di essere
terroristi.

Bambini di 12, 13 anni, di 15 anni di età: un esempio è Luis Marileo Cariqueo
che appartiene alla comunità di José Guiñon, nipote del Lonko (dirigente) José
Cariqueo, il quale si trova in carcere ed è stato per più di 80 giorni in
sciopero della fame perché considera che le sue accuse sono tutte infondate,
che lo Stato cileno ha infranto tutti i suoi diritti di bambino e di
adolescente e perché non è stato rispettato come Mapuche e come minorenne. Per
questo ha portato avanti per così tanto tempo lo sciopero della fame.

Egli ha soltanto 17 anni, ed ha già quttro capi d’accusa per “delitti
terroristi”. Questa è una barbarie.. non è possibile che lo Stato cileno
continui a vessare e a reprimere in modo così selvaggio la nostra gente, non è
possibile che i bambini siano vittime di accuse di questa portata: ci hanno
paragonato a gruppi armati esteri come Al-kaeda, come l’ ETA, come le FARC… ma la nostra
lotta, i nostri bambini, non possono essere considerati in questa maniera.

Essere considerati terroristi ad una così tenera età, è questo ciò che fa lo
Stato cileno ed è evidente. Ci sono dei precedenti, delle denuncie di organismi
internazionali in cui si evince che lo Stato cileno ha effettivamente applicato
queste pratiche, perseguitando i nostri bambini. 

E’ una situazione terribilmente estenuante, vivere in uno stato simile di
incertezza, senza sapere quello che succederà domani, se finiremo in carcere o
vivremo in libertà. 

E’ difficile per una famiglia vivere in questo modo, è dura per una autorità
mapuche o un gruppo di famiglie unite pensare che il proprio unico destino è il
carcere, e questo solo perché stiamo lottando per rivendicare il territorio
ancestrale e i nostri diritti politici.

Appello al popolo
italiano

E per finire faccio un appello al popolo italiano, un richiamo
alla lotta sociale che esiste nel vostro Paese. Così come in Italia, nemmeno il
nostro popolo, e noi come Mapuche, vogliamo essere divorati, né sopraffatti dal
sistema imperialista - capitalista, 

un sistema con il quale siamo condannati a morire. 

Vogliamo che le nostre idee, la nostra lotta sia libera, vogliamo essere delle
persone che pensino in libertà e crediamo che in questo mondo si deve vivere in
una maniera più umana, diciamo più “comunitaria”, in modo che tutti
abbiano il diritto di manifestare la propria opinione, di vivere liberi, di
vivere senza pressione, di vivere in modo da non dipendere da
un’impresa, senza dipendere da un capitale o da un potere economico. 

E se lasciamo che questa situazione vada avanti, sicuramente i Mapuche
smetteremo d’esistere e i popoli indigeni pian piano scompariranno, smetteranno
di esistere. 

Io credo che noi abbiamo molte capacità, molto da dare ancora ai popoli
non-mapuche, alla gente europea, a tutte le nazioni.. abbiamo molte conoscenze
culturali sulla cosmo-visione, su molti argomenti che la scienza non è in grado
di affrontare.

Ritengo questa un idea fondamentale che anche gli italiani dovrebbero
condividere con noi." Jorge Huenchullan

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