[Ezln-it] Lettera di America del Valle (FPDT - Atenco)

nodosolidale at autistici.org nodosolidale at autistici.org
Wed Oct 28 21:58:58 CET 2009



Anche se con notevole ritardo, mandiamo la traduzione di una lettera di
America del Valle, dall'esilio, figlia del prigioniero politco Ignacio del
Valle, condannato a 112 anni per i fatti d'Atenco. La lettera e' stata
scritta in occasione dell'anniversario dell'indipendenza del Messico.

Nodo Solidale

-----------------------

http://www.autistici.org/nodosolidale/news_det.php?id=1554

15 settembre 2009

Lettera da America del Valle (FPDT – Atenco)

Fratelli e compagni dei paesi della sponda del lago, Atenco:
Compagni di altre organizzazioni e paesi solidali:

A un anno dall'anniversario dei due secoli di lotta per  l'Indipendenza, a
differenza delle altre patrie dell'America Latina come la Bolivia, con una
grande forza indigena, Evo Morales e un popolo determinato a difendere la
sua sovranità, il nostro Messico ha molto poco da celebrare e abbastanza
per reimpostare la storia che vuole coltivare da ora, perciò quello, nei
prossimo decenni e in altri cent'anni, sarà l'eredità che avremmo
lasciato a coloro che verrano dopo. Che tipo di celebrazione è quella a
cui ci invitano i predoni che hanno ordinato di costruire strade, parcheggi
con i loro negozi transnazionali, zone urbane e di esclusività su quei
terreni que qualche anno fa erano appezzamenti di terra, come succede in
paesi vicini come Texcoco, Tecamac o Acolman? Cosa c'è da celebrare con
l'oligarchia che con una mano sostiene le sue frodi patriottiche e con
l'altra militarizza e reprime il popolo per aver rivendicato nei fatti
Hidalgo, Morelos, Josefa Ortiz de Dominguez?

È un oltraggio alla dignità e all'intelligenza dei messicani, che i
tiranni pretendano che celebriamo insieme a loro le tasse e la
disoccupazione a carico del popolo e che a nome suo, mendicano prestiti
milionari agli organismi internazionali o saccheggiano le riserve di
patrimoni sociali come hanno pianificato contro l'IMMS o l'industria
energetica, tutto per “reggere” la crisi economica che 79 milioni di
messicani pagano e vivono sulla propria carne già molto prima della crisi
mondiale; mentre loro, un ammasso di ladri, aumentano annualmente i propri
stipendi con milioni di pesos che appartengono al popolo solo per far finta
di essere ministri, magistrati, governatori, presidenti, giudici o
qualsiasi specie di funzionario incompetente di quelli che abbondano.

Rivendicare le donne e gli uomini che si sono ribellati e hanno cominciato
a lottare per l'indipendenza non è sufficiente; ciò che loro hanno
iniziato dobbiamo continuarlo noi, organizzati nei quartieri, nelle
fabbriche, in campagna, nelle scuole, nella mobilitazione, però dobbiamo
anche liberare la nostra ideologia che continua ad essere alienata
dall'immondizia mediatica. Senza infilarci nei dettagli di tutto quello che
abbiamo passato negli ultimi dieci anni pressappoco, è opportuno ribadire
chiaramente, che se oggi non sono riusciti a sottrarci le nostre terre per
costruire un aeroporto o qualsiasi altro progetto estraneo agli interessi e
ai bisogni del popolo non è stato per la grazia di un presidente
municipale e nemmeno per quella di alcun partito politico; non è stato per
la buona volontà dei governi poiché è da quest'ultimi che derivano la
violenza e le ingiustizie. I trionfi della nostra lotta e la resistenza
sono del popolo, sono opera e risultato dell'unità, dell'organizzazione,
della solidarietà e della decisione di difendere la dignità e ciò che ci
appartiene di diritto.

Tra le altre ragioni dell'intento di sterminarci nel maggio del 2006, c'è
stata anche per tutti la nostra energica lotta per strappare le risorse del
popolo per portarle alle loro scuole, alla sanità, alla campagna. Nessuno
ci stava regalando niente, queste risorse e altro ancora, appartengono al
popolo, per questo che deve essere capace di esigerle e prenderle. Allo
stesso modo in cui oggi concentriamo i nostri sforzi per liberare i nostri
fratelli, ieri lo abbiamo fatto per avere scuole, sanità degna per i
nostri figli e questa battaglia dobbiamo essere in grado di ricominciarla
in qualsiasi momento. Al prossimo rappresentante del boia, il signor Mario
Ayala, abbiamo detto di aver presente che il suo arrivo alla presidenza
municipale, messa in questione grazie alla tradizione di comprare voti, non
significa che rappresenta la maggior parte del popolo e non pensi nemmeno
di poterlo calpestare solo per il titolo che gli hanno regalato a Toluca.
Gli abbiamo raccomandato molto chiaramente che le terre sono del popolo e
se il suo obiettivo è quello di continuare a comprarle mediante prestanomi
come ha fatto a CONAGUA o con la manipolazione e estorsione a chi ha il
podere, può stare sicuro che qualsiasi intento di cedimento per lui sarà
un fallimento e per il suo giudice superiore, il suo governatore, una
sconfitta in più. L'uso dell'erario pubblico deve essere destinato alle
infrastrutture di prima necessità come la sanità, l'istruzione o le
bonifiche e quando sarà necessario il popolo lo convocherà affinchè gli
renda conto.

Ai fratelli, in maggiorparte giovani della Otra Campaña, che hanno
sostenuto il planton (presidio permanente), contro il vento e la marea –
prima nel penitenziario di Santiaguito e dopo in quello di Molino de las
Flores - , non abbiamo altro da offrire se non il nostro ringraziamento e
riconoscimento.  Al di là delle differenze, a coloro che sono convinti che
la lotta per la libertà e la trasformazione del Messico sono irrevocabili,
a quelli che oggi, purtroppo, sono in prigione, alle loro famiglie e agli
esiliati, mandiamo la nostra gratitudine infinita. La lotta e molte altre
ragioni ci rendono fratelli, Atenco è il vostro popolo. Alla stessa
maniera vogliamo ringraziare i compagni che hanno deciso di mantenere il
presidio e sono tornati a fare la convocatoria per rafforzarlo, che
significa per noi chiamare l'attenzione a mettere dalle nostre possibilità
il nostro contributo e fare fino all'impossibile per non scoprire i nove
detenuti che resistono nelle segrtete di Molino del las Flores.

Con molto entusiasmo è iniziata la seconda tappa della Campaña per la
libertà e la giustizia. Giorni fa abbiamo avuto il piacere di ricevere
grandi donne come la premio Nobel, Jody Williams, le compagne instancabili
di Oaxaca, Guerrero e Ciudad Juarez e proprio adesso si sta sviluppando un
tour per dodici stati che è partito dal cuore della dignità, in Chiapas
con i nostri fratelli zapatisti e i paesi del Bosque e de la Costa che allo
stesso modo resistono alle canagliate dell'esercito e dei paramilitari, che
si organizzano e lottano contro le tariffe abusive della luce e per la
liberazione di decine di detenuti politici con condanne aberranti come
quella da 83 anni che hanno imposto al maestro indigeno Alberto Patishtán
che è in prigione dal 2001.

Comunque compagni, manca che noi da Atenco ci uniamo ancora, manca
moltiplicare gli sforzi per continuare ad informare nelle nostre comunità,
perchè può sorprenderci, ma molti non sono a conoscenza dell'importanza
delle condanne né conoscono i prigionieri politici poiché appartengono a
questi paesi o ad altri vicini. Siamo fortunati perchè la solidarietà non
ci ha mai abbandonato, però non possiamo non capirci, ciascuno di noi deve
partecipare di più, in base alle nostre possibilità. La libertà che qui
è in gioco, non è una questione legale, in questa abbiamo tutti gli
argomenti, però siccome il sistema giuridico vale solo per esonerare i
criminali e produrre impunità, ci resta solo la mobilitazione popolare e
le istanze internazionali. Recentemente si sono esaurite le risorse legali
della maggiorparte dei prigionieri politici e stiamo aspettando le
rispettive risoluzioni, comunque è un errore riporre tutta la nostra
speranza nel potere giuridico; varrebbe di più conservarla per essere
grintosi in momenti difficili como coloro che ci hanno deposto e coloro che
abbiamo vinto in tutto questo tempo. Quello che non possiamo mettere in
dubbio è che i nostri fratelli saranno liberi e siccome Enrique Peña
Nieto continua ad essere impunito e serba la vendetta, il popolo non
resterà zitto né rassegnato. La nostra lotta per la liberazione dei
prigionieri politici non è di un unico sforzo e assolutamente non è
bottino di alcun partito politico. La libertà dei nostri fratelli è di
tutte e tutti coloro che sono disposti ad assumerla e difenderla, è del
popolo organizzato e nella sua capacità per riunire le sue forze starà la
libertà. In questo senso, ci sembra opportuno sottolineare che nel FPDT è
ben accetta la discussione e la critica costruttiva, però lasciamo ben
chiaro che non accettiamo alcuna ingiuria, da qualsiasi parte provenga, che
pretenda l'intrigo e la semina del settarismo nell'accusarci di permettere
il clientelismo come se la libertà dei nostri fratelli e la solidarietà
fossero monete di cambio. I nostri principi sono intatti come la nostra
coscienza e se ci fosse qualcosa da rettificare saremo i primi a farlo
senza il bisogno di pseudonimi. Come FPDT privilegiamo sempre il rispetto,
le azioni e il lavoro onesto di fratelli solidali che senza elemosinare
niente, assumono la lotta per la libertà e la giustizia nelle loro mani.

Benvenuta la seconda tappa della Campaña per la libertà e la giustizia,
benvenuti tutti gli sforzi volti ad edificare la lotta e l'unità il più
possibile. Abbiamo un grande impegno coi prigionieri politici di Atenco
però anche degli altri paesi e organizzazioni fraterne, e personalmente,
questa resistenza non è un sacrificio, è un dovere in conseguenza con il
paese che vogliamo trasformare dalle radici. L'appello della lotta per
l'indipendenza continua attualmente, quindi, non c'è sconfitta, la lotta
continua.

In conclusione, vorrei inviare un forte abbraccio alle famiglie dei
prigionieri politici e ai loro figli che ugualmente resistono. Alla
famiglia Altamirano Nuñez. Un abbraccio intenso. Tra tanti fratelli che
sono nati nel cammino della lotta, Panchito è stato e sarà colui che
continua mostrare l'esempio per restare deciso senza perdere l'allegria e
il coraggio in ogni battaglia di cui si avrà bisogno. Per lui e per tutti
coloro che da altre trincee ci accompagnano, non ci stancheremo finchè non
vedremo il nostro popolo sorridere e vivere con pienezza.

PIÙ VIVI CHE MAI: PER LORO, NON UN MINUTO DI SILENZIO,
TUTTA UNA VITA, LOTTA, PRIGIONIERI POLITICI DI TUTTO IL PAESE, LIBERTÀ,
GIUSTIZIA PER I POPOLI, CASTIGO PER I TIRANNI, FINO ALLA VITTORIA,
VINCEREMO.

America del Valle, Fronte dei Popoli in Difesa della Terra.
http://atencofpdt.blogspot.com/

Tradotto da Nodo Solidale
http://www.autistici.org/nodosolidale/



More information about the Ezln-it mailing list