[Ezln-it] Messico: sit-in solidale con Mumia Abu Jamal

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Thu Apr 24 21:56:13 CEST 2008



Tra scritte e grita: Liberta', liberta' per Mumia Abu Jamal!

"Oggi sabato 19 aprile siamo qui di fronte l'ambasciata degli Stati Uniti
per esigere la liberta' di Mumia Abu Jamal, prigioniero politico da piu' di
26 anni! Siamo qui per bloccare gli sforzi dello stato di ammazzarlo! In
nessun modo potremo accettare il recente fallo che impone la "legge Mumia"
di nuovo. Le corti gringhe gli danno solo due opzioni: morte lenta o morte
rapida. Noi diciamo NO! ...non permetteremo di interrare Mumia Abu Jamal
vivo! E neanche gli permetteremo che lo ammazzino con una iniezione letale!
Lo vogliamo libero! Adesso!"

Con queste parole il compagno Armando ha aperto il sit-in organizzato dagli
amici di Mumia del Messico, sabato scorso.

Approssimativamente 60-70 persone hanno manifestato il proprio appoggio al
prigioniero politico Mumia Abu Jamale e a tutt* i/le prigionier* politic*.
La maggioranza erano anarchici, magonisti, socialisti libertari e/o
zapatisti: la banda di Croce Nera Anarchica, Cooperativa Libertas Anti
Corp, Radio Okupa, Mensa Popolare Che Guevara, Colectivo Autonomo Magonista
(CAMA), Alianza
Magonista-Zapatista, Radio Ke Huelga, Planton Molino de Flores, Espacio
Anarkopunk, Chanti Ollin, el Ahuizote, Furia de las Calles, al Intifada,
Comitato Pavel Gonzalez e studenti di diverse scuole. Appoggiarono
l'iniziativa anche vari ex prigionieri politici di Atenco e Oaxaca.

"Questa ambasciata e' la piu' odiata!" grito' donna Fili del quartiere
popolare Santo Domingo. "Stiamo qui contro quelli che stanno ammazzando i
nostri figli. Perche' Mumia e' nostro figlio, come tutti coloro che sono
condannati a morte".

Abbiamo inviato parole, poesie e canzoni di sostegno, rispetto e amore a
Mumia Abu Jamal - amico, fratello, padre, figlio, maestro, esempio e
compagno - che ci ha aiutato a comprendere la lotta del popolo
afro-americano, la disperata situazione nelle celle degli Stati Uniti e le
manovre imperiali di questo governo. Ha detto la compagna Bisharu: "E'
incredibile tutto quello che fa, nonostante sia nelle condizioni piu'
pericolose e con le poche risorse che tiene. A volte pare che capisce piu'
lui di quello che e' successo a Acteal, Atenco e Oaxaca che la gente nel
nostro stesso Paese." Anche i compagni Valentin e Santiago hanno espresso
il proprio apprezzamento per le parole chiare e solidarie di Mumia.

Abbiamo inviato un messaggio di solidarieta' alla manifestazione
internazionale a  Filadelfia (USA) convocata dal Comitato Internazionale
Familiari e Amici di Mumia Abu Jamal (ICFFMAJ). Sotto la pressione e le
minacce poliziesche e neonaziste, il pane di tutti i giorni per questi
compagni, il corteo e' andato bene e ha avuto un'ampia partecipazione.

"Osserviamo che non ci sono frontiere ne' limiti per la repressione" ha
detto la compagna Edith, ex prigioniera politica a San Salvador Atenco il 4
maggio 2006. "Lo vediamo con il compagno Mumia... dal sud al nord ci sono
prigionieri  politici... perche' il neoliberalismo e' per servire i
potenti, quelli che hanno i soldi. E questo e' successo anche ad Atenco".
Ha parlato dell'attacco poliziesco e militare che lascio' morti due giovani
e 217 persone prigioniere per difendere la propria terra e la propria
dignita'. Manca ancora da liberare dal carcere di Las Palmas Ignacio del
Valle, Felipe Alvarez e Hector Galindo, condannati a 67 anni e anche
mancano da liberare 13 prigionieri e prigioniere che restano nel carcere di
Molino de Flores.

Diversi fra i partecipanti erano presenti nella grande manifestazione
d'appoggio a Mumia che si fece nel '99 durante lo sciopero studentesco. Il
compagno Matias ha sottolineato che la repressione si estende da Washigtona
a Oaxaca e ha detto: "Per noi Mumia e' un esempio di resistenza, dobbiamo
liberarlo di la' cosi' come i nostri prigionieri politici di Oaxaca e di
tutto il Messico".

Abbiamo espresso il nostro appoggio per i prigionieri politici
internazionali, incluso gli 11.700 palestinesi, Leonard Peltier, "i nove
del MOVE" e "gli 8 di San Francisco". Il compagno Israel, del Movimento
Messicano in Solidarieta' con Cuba, ha parlato del caso de "i cinque" eroi
cubani ingiustamente incarcerati negli stati uni per il proprio lavoro
anti-terrorista a Miami.

Il compagno Victor ha analizzato il ruolo delle carcere sotto il
capitalismo, risaltando il sentimento abolizionista espresso nelle scritto
che abbiamo lasciato nel marciapiede: Liberta', liberta' per Mumia Abu
Jamal! Prigionieri liberi! Abbasso i muri delle prigioni!

Tanto i trotskisti Internazionalisti che il Gruppo Spartachista hanno
partecipato al sit-in con striscioni e discorsi. C'e' stata anche una
dichiarazione di appoggio del Gruppo d'Azione Rivoluzionaria. Il Gruppo
Spartachista ha annunciato un sit-in per il 24 aprile nella UNAM con la
partecipazione di Rosario Ibarra de Piedra e Rachel Wolkenstein, ex
avvocata di Mumia.

Un tema centrale del sit-in e' stata la necessita' di costruire forti
movimenti per obbligare lo Stato a liberare Mumia e gli altri detenuti
politici. La compagna Yasmin di Croce Nera Anarchica ha letto ad alta voce
il recente saggio di Mumia "Quando le corti sbagliano":

"A volte ci sorprende quando le corti prendono cattive decisioni. Pero',
perche'? E' perche' abbiamo l'aspettativa che facciano il giusto. E qui
c'e' la sorpresa. Se la storia e' qualcun tipo di giudice, dovremmo essere
sorpresi che facciano il giusto. Perche' le corti sono istituzioni
politiche, e la politica non si tratta del bene o del male: si tratta del
potere, di chi lo tiene e di chi non lo tiene. Le corti furono stabilite
per proteggere la ricchezza e la proprieta' dei potenti, e qualsiasi
lettura onesta della storia giuridica ci porta a questa conclusione. Qui,
in questo Paese, le corti erano l'enclave degli schiavisti, non degli
schiavi... La legge e' cambiata solamente quando la gente si e' organizzata
per imporre un cambiamento. Il gran abolizionista, lottatore per la
liberta' e agitatore sociale Frederick Douglass ci ha insegnato che "il
potere non concede niente senza reclamo. Non lo ha mai fatto e mai lo
fara'". I movimenti sociali nelle strade, non le richieste nelle corti,
l'hanno fatta finita con gli effetti del dettame Plessy [che avallava la
segregazione razziale nel 1896]. Il popolo organizzato scosse lo status
quo; non aveva niente a che vedere con le parole fine scritte sopra
croccante carta bianca. Quando la gente si organizza, il cambiamento
avviene". Mumia Abu Jamal.

Amici ed amiche di Mumia del Messico

(Tradotto da Nodo Solidale - http://www.autistici.org/nodosolidale )





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