[Ezln-it] sciopero della fame in Tabasco
Renza
renza at ipsnet.it
Wed Apr 23 11:57:05 CEST 2008
La Jornada - 22 aprile 2008
Brutale pestaggio nel carcere di San Cristóbal
Iniziano un digiuno di 72 ore gli zapatisti incarcerati in Tabasco: la loro
salute è precaria
Hermann Bellinghausen
Ieri mattina gli indigeni zapatisti incarcerati in Tacotalpa, Tabasco, hanno
iniziato uno sciopero della fame di 72 ore (non di più, perché la loro salute
è molto precaria) per richiedere la libertà. Intanto, nel Cereso 5 di San
Cristóbal de Las Casas, Chiapas, gli internati della Voz de los Llanos sono
stati aggrediti e picchiati brutalmente dai leader della corruzione
intercarcelaria, apparentemente in esecuzione degli ordini del direttore
della prigione, Alejandro Galicia Morales.
L'attacco contro i sette carcerati della Voz de los Llanos (che si stanno
ancora recuperando dopo aver partecipato al recente sciopero di fame in tre
penali chiapanechi, senza essere stati liberati) era capeggiato dai
soprannominati "preciso generale", Bartolo García Suárez, e dai "precisi"
Damián Gutiérrez García, Elías Domínguez Trejo ed Eluterio Cruz Martínez, che
erano al "comando" di altri 15 interni, di un gruppo controllato dalle
autorità.
L'altra campagna, il Comitato degli Ex-Carcerati e dei Parenti Politici e la
Commissione dei Familiari dei Prigionieri Politici informano che i loro
compagni sono stati "malamente picchiati" e richiedono che "si garantisca la
loro protezione, siano curati in modo attento per le loro lesioni e si
puniscano i responsabili".
La versione ufficiale è che si è trattato di uno "scontro tra interni",
lasciando intendere che era dovuto a quisquiglie. In realtà, si èe trattato
di un "monito" alla Voz de los Llanos, attraverso la mafia che opera nel
Cereso 5. Si teme che "l'incidente" serva da pretesto per isolarli, separarli
e trasportarli in un'altra prigione, ad es. quella di Comitán.
Intanto Ángel Concepción Pérez Gutiérrez e Francisco Pérez Vázquez,
incarcerati da 12 anni, hanno iniziato la loro protesta in Tacotalpa, perché
i governi di Tabasco e Chiapas si rifiutano di metter fine alla loro ingiusta
reclusione.
Davanti alla prigione municipale sono presenti i loro parenti, così come
membri dell'altra campagna, per esprimere la loro solidarietà.
(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)
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