[Ezln-it] Far rispettare il diritto indigeno alla comunicazione

Renza renza at ipsnet.it
Wed Apr 23 11:04:47 CEST 2008


La Jornada – 22 aprile 2008
Far rispettare il diritto indigeno alla comunicazione, meta di La voce che 
rompe il silenzio
Così come le triquis assassinate, altri giornalisti comunitari sono minacciati
Blanche Petrich / II ed ultima - Inviata

San Juan Copala, Oax - La lingua triqui non aveva mai suonato sulle onde di 
una radio, di cima in cima, coprendo villaggi a decine, fino a che venne 
fondata La voce che rompe il silenzio, trasmessa alla frequenza 94.9 FM. Le 
annunciatrici Teresa Bautista e Felícitas Martínez si erano preparate con un 
gruppo di 60 ragazzi dell'ovest di Oaxaca - mixes, mixtecos, triquis - che 
erano entrati nel programma del Centro di Appoggio Comunitario Lavorando 
Uniti (Cactus), per la creazione di radio comunitarie. Durante il 2007 si 
prepararono, svilupparono reti e contatti per comprare trasmettitori e 
consol, ed installare le loro cabine.

Volevano far rispettare in questo modo il diritto dei popoli indios alla 
comunicazione, uno degli accordi di San Andrés Larráinzar (1995) che 
camminano grazie ai propri piedi da anni in vari territori indigeni 
nonostante l'inadempienza del governo. "È - spiega Beatriz Cariño, promotrice 
del progetto di radio comunitarie di Cactus - un modo per continuare, con 
un'altra strategia, la lotta interrotta che si è sviluppata nel 2006 nello 
stato, in seno all'Assemblea Popolare dei Popoli di Oaxaca (APPO)".

Ricorda che durante i mesi delle barricate nella capitale dello stato, la 
zona mixteco-triqui normalmente apportava decine di migliaia di persone alle 
megamarce. "Le carovane erano di 400, 450 camion. Quando si camminava la 
strada era tutta rossa per i vestiti delle compagne".

Con il ripiego del movimento, mixtecos e triquis hanno messo sulla bilancia 
gli errori ed i successi. Si sono resi conto che le radio occupate erano 
state un elemento chiave per la vitalità dell'APPO e decisero di costruirle 
su scala regionale.

Il primo gennaio di quest'anno, quelli del municipio autonomo di San Juan 
Copala inaugurarono la loro radio, mentre celebravano pure il primo 
anniversario del loro municipio. Stavano già trasmettendo, tra le altre: La 
voce del monte, La voce delle nuvole, Echi della montagna, Radio Ayuuk, Radio 
Huabe, Radio Stereo Pioggia, Radio Arcobaleno ed altre ancora che perfino si 
univano nei giorni delle feste patronali, dalla sierra mixteca e triqui fino 
all'istmo, alla costa ed al sud di Veracruz.

Le pioniere

Dietro il microfono, Teresa e Felícitas sono state le pioniere. 
Dall'insicurezza passarono in pochi giorni a condurre, con professionalità, 
programmi di riscatto culturale, sulla musica tradizionale e sul vestiario 
triqui, notiziari d'informazione sulle comunità e tavole rotonde su salute, 
educazione, diritti della donna ed autonomia.

Sono state brave a perdere la paura del microfono, a crescere, a scoprire che 
il mondo è molto più vasto dei secchi paesaggi dei sentieri che portano a 
Huajuapan. Più grandi della stessa Oaxaca. Le due ragazze andavano in 
commissione a corsi che si tenevano in Texuatlán de Segura y Luna, in 
Guadalupe Chicahuaxtla, Niumi, San Sebastián del Monte. Teresa un giorno ha 
persino commentato a Beatriz Cariño. "Tutto questo non è per nulla facile. 
Sono molte le cose che non capiamo. Per esempio, congiuntura, è una parola 
così dfficile". E Felícitas rideva. "Ora nessuno si vuole più sposare con 
noi. Dicono che sappiamo molto".

Jorge Albino, coordinatore di comunicazione del municipio autonomo, 
ricorda: "Il giornalismo lo portavano nel sangue". Lo sottolinea perché dalla 
stazione radio commerciale La sensacional che trasmette sulla frequenza 1020 
da Huajuapan di León, e copre buona parte della sierra Mixteca e Triqui, si 
parla delle radio comunitarie come di "pirati". Pertanto, i suoi 
annunciatori, che devono obbligatoriamente commentare l'assassinio di 
Felícitas Martínez e Teresa Bautista, dicono che le triquis non meritano 
d'essere considerate né giornaliste né annunciatrici, ma solo "pirati".

Per questo hanno chiesto che la Procura Generale della Repubblica intervenga 
per condotto della procura di attenzione a delitti contro giornalisti.

Hanno pure invitato a San Juan Copala i visitatori della Commissione 
Nazionale dei Diritti Umani Arturo Pech e Sandra Salinas, del programma di 
offese contro giornalisti.

Albino ricorda anche che, all'inizio, La voce che rompe il silenzio aveva un 
telefono nella cabina affinché i radioascoltatori potessero chiamare dalle 
loro comunità e commentare dal vivo i programmi. Ma insieme agli ascoltatori 
incominciarono a chiamare i nemici dell'autonomia e la radio incominciò a 
ricevere più minacce che telefonate amichevoli.

Minacce di morte
"Sembra che fosse un reato comunicare"

Minacce che sperimentano anche comunicatori di altre latitudini. Lucía 
Antonio, annunciatrice di Radio Ayuuk che trasmette da Guichicovi, nella zona 
della Mixe Bassa, dice: "Sembra che sia un reato comunicare. Ciò che le 
compagne stavano facendo, e noi, nella nostra regione, è un sforzo degno per 
rafforzare le nostre comunità attraverso la comunicazione popolare, per 
resistere alla spoliazione ed all'imposizione. Ma sembra che ci siano 
interessi intoccabili e che non vanno disturbati. Per questo, da quando 
abbiamo le nostre radio, sappiamo che ci sono pattuglie militari che 
controllano i nostri passi, che ascoltano le nostre telefonate e controllano 
la nostra posta".

Lucía parla a nome della Rete di Radio del Sudest, dell'Istmo e del Sud di 
Veracruz. Ha fatto un lungo viaggio per le strade di Oaxaca, le stesse dove, 
ogni tanto, ci sono le imboscate come quella del Llano Maguey, dove sono 
cadute le annunciatrici triquis. "A volte non sappiamo più come difenderci. 
Non ci resta altro che parlare, siamo di giorno in giorno sempre più donne 
quelle che prendiamo il microfono ed ogni giorno, incominciando a 
trasmettere, col solo dire: 'buon giorno', andiamo avanti. E sappiamo che 
possono ammazzarci".

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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