[Ezln-it] Marcos: Terza Parte

Annamaria Pontoglio maribel_1994 at yahoo.it
Fri Nov 2 15:35:22 CET 2007


La presenza di queste persone fu importante. Tuttavia, non mi riferirò ora alla loro notevole assenza, al loro criticabile silenzio, o alle relative dissociazioni di moda e convenienza.
   
  Invece, vorrei citare chi si avvicina alle lotte, movimenti e popoli offrendo appoggio, mentre in realtà sta concedendo un prestito ad alti interessi. Cioè, a quelle persone che trasformano la solidarietà con una causa, in un bottino ed usano questi appoggi per costruire la propria scalata al Potere.
   
  Perché risulta che se ci sbagliammo a supporre che saremmo stati soli, ci sbagliammo anche a pensare che ciò che era di interesse primario, e poi simpatia, appoggio e solidarietà, era qualcosa di sincero ed onesto.
   
  In quei primi giorni, ignari di come andavano le cose là fuori, si avvicinarono a noi persone di cui ci fidammo. Allora non sapevamo che, insieme a loro, venivano anche le loro fobie e che non pensavano ad altro se non a come fare uso del posto che il sangue dei nostri morti aveva conquistato.
   
  È normale che, quando si parla in generale, gli interessati dicano che ci stiamo riferendo ad altri, ad altre. Quindi, bisognerà nominare anche le persone che furono della CONAC-LN e poi del FAC-MLN. Che, quando divenne di moda accusarci di essere “riformisti armati” e “piccolo borghesi” ci dettero addosso con singolare entusiasmo. I “radicali” di allora sono adesso agnelli mansueti nei recinti del Potere. Il signor Benito Mirón Lince ne è la dimostrazione. L'attuale funzionario del governo del DF, passato di poltrona in poltrona, dimentica che alcuni anni fa era un furibondo critico della sinistra istituzionale e del riformismo. Il radicalismo gli è durato fino a che non ha raggiunto il budget.
   
  Poi scoprimmo che la presunta solidarietà con lo zapatismo, per tutti e tutte loro non era stata altro che un investimento.
   
  Gli attuali funzionari distribuiscono elemosine per lavarsi la faccia, conservano o esibiscono le loro foto con gli zapatisti secondo di come tira il vento, si congratulano reciprocamente per la loro prudente maturità ed ingrassano il portafoglio con banconote e carte di credito, ed il loro cuore con alibi che nascondano i loro tradimenti e tentennamenti.
   
  Questo è successo e succede non solo in Messico, anche in Europa. Collettivi di solidarietà che allora tesero ponti, oggi ci attaccano, mantengono un silenzio complice o si dissociano con un opportunismo che ha come contapassi il rating sui mezzi di comunicazione.
   
  E pretendono che, a pagamento dei “favori ricevuti” (così dicono), l'EZLN deve appoggiare le loro posizioni riguardo alla giusta lotta del popolo Basco, alle loro politiche di appoggio vergognoso all'interventismo nordamericano ed europeo, ai loro sospiri per le monarchie che macchiano il vecchio continente. Siccome non lo facciamo, allora si ritirano o cambiano in base alla moda, questo sì, previa dissociazione pubblica
 o privata.
   
  Su questi ed altri suoli, gli usurai della solidarietà reclamano da noi un'autocritica, esigono che chiediamo perdono per non obbedirgli, per non seguirli, per non sottometterci.
   
  Allora ci sbagliammo. Adesso sappiamo che la solidarietà che non si dà senza condizioni, senza aspettarsi niente in cambio, non è che un'altra forma di usura, attraverso la quale si vuole trarre profitto dal dolore e dalla lotta altrui.
   
  Tutto questo viene a proposito perché questo è un forum di solidarietà con le comunità indigene zapatiste.
   
  Ed io sono venuto solo per avvisare che, quelle persone, gruppi, collettivi, organizzazioni che pensano di praticare l'usura con i loro aiuti e solidarietà verso i nostri popoli, sappiano che non avranno retribuzione alcuna. Diciamo loro di guardarsi allo specchio che in alto finge di essere di sinistra, di partecipare ai loro caffè, incontri conviviali, tavoli di redazione, ai loro consigli nazionali, ai loro uffici governativi. Sentirete, con sorprendente unanimità, che lo zapatismo è passato di moda, ha commesso molti errori, non è realistico, è settario, è radicale, è ostinato
 è conseguente.
   
  Non fraintendetemi, non è che siamo cattivi debitori o che non vogliamo pagare.
  Si tratta semplicemente di confusione.
  Perché in questo lungo combattere, i popoli indios tutti, non solo zapatisti, sono i creditori.
   
  È così da quando il mondo ha cominciato a girare. Così fu 200 anni fa. Così fu un secolo fa.
   
  Così sarà quando il calendario del basso torni a girare e a presentare all'alto l'interminabile conto dei debiti che si accumulano in basso e a sinistra.
   
  Perché, bisogna dirlo, forse quello che il Che disse di aver visto in lontananza altro non era che il luogo dove la libertà è il punto di arrivo e di un nuovo passo: quello di essere migliori.
   
  Bene (bene anche per la benzina). Salute e che, tra somme e sottrazioni, vinca il domani.
   
  Molte grazie.
  Subcomandante Insurgente Marcos
  Messico, Ottobre 2007
   
  (Traduzione Comitato Chiapas “Maribel” – Bergamo)

       
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