[Cyber-rights] Fwd: facebook
gizero
gi0 at autistici.org
Mon Oct 12 11:27:10 CEST 2009
On Oct 10, 2009, at 10:32 PM, atizio wrote:
> secondo me è un pò come nelle altre cose, il livellamento verso il
> basso
> delle esigenze conoscitive, l'appiattimento verso la non critica e
> il subire
> quello che viene e si trova, pensando magari di essere liberi di
> scegliere...
proprio così
e questo, per la maggior parte delle persone, riguarda ogni aspetto
della propria vita
del resto è faticoso avere un'opinione propria, agire consapevolmente
e sapere cosa si vuole.
> quando uno dice che sceglie liberamente di stare su facebukke anche se
> rinuncia alla sua privacy secondo me non sa bene quello che dice, e
> se solo
> pensansse a quello che fa in modo consapevole non lo farebbe o ci
> penserebbe
> due volte...
questo invece è un discorso debole
perché se è vero che molte persone sono acritiche e consapevolmente
inconsapevoli
questo non significa che valga per tutti e che tutti siano senza
speranza.
ogni persona vive nel proprio tempo, ed ignorare facebook
equivale ad ignorare qualsiasi altro sistema di aggregazione ed
interazione umana
sia esso reale o virtuale.
ad esempio può farci schifo la cultura dello shopping mall,
ma singolarmente abbiamo ben poche armi a disposizione per boicottarla
efficacemente
questo non significa né che andando a farci la spesa io ne sia
complice inconsapevole
né che lo si debba ignorare come spazio di aggregazione, di
condivisione comunitaria di uno spazio.
a me fa schifo, però, probabilmente, se dovessi scegliere dove fare
una scritta o appendere uno striscione
sceglierei per efficacia un centro commerciale piuttosto che un vicolo
in cui non ci passa nessuno
o i muri del mio club dove ci sono io e gli amichetti che la pensano
come me.
la questione complessa riguarda la privatizzazione e il controllo di
questi spazi pubblici
che hanno preso il posto delle piazze, sottraendo di fatto la libertà
di azione
in quanto di fatto i centri commerciali sono spazi privati, con
guardie private, con regole
a discrezione dei proprietari, una piazza in cui le interazioni
possibili sono codificate
e tutto il resto è bandito.
ma se voglio agire nella cultura del mio tempo, non posso ignorarli
non posso far finta di non vedere, disprezzare senza capire,
perché così facendo continuere i perpetuare il ghetto
o ad arrivare costantemente in ritardo anche quando le intuizioni
giuste le si hanno avute per primi
> piuttosto, ma possibile che non ci sia un modo per creare da noi un
> facebukke libero e sicuro, uno strumento alternativo e far in modo che
> l'altro venga abbandonato pian pianino?...
questo è un approccio piuttosto semplicistico.
la gente usa facebuk perché è uno spazio virtuale globale
che, fornendo pochissimi margini di interazione, permette alle persone
di fare communità
di incontrarsi e trovare nuovi o vecchi legami... umani... (della
spersonlizzazione dell'umanità
grazie alla rete ne parliamo un'altra volta)
il punto di forza di FB è il suo db, il numero di utenti e i suoi
algoritmi
io penso che se anche qualcuno creasse un equivalente di FB con tutto
quello che ci piace
ciò non basterebbe a scansarne il monopolio, per tale scopo sarebbe
infatti
necessario uno sforzo di marketing e comunicazione gigantesco,
basti pensare che nemmeno google sta riuscendo a metterne in crisi la
popolarità (per ora)
la cosa tosta che forse sfugge spesso è cosa si nasconde dietro il
paradigma FB
ovvero una concezione della rete che punta più sulla qualità delle
informazioni che posso reperire
a discapito della quantità. Ad esempio se su google cerco un
ristorante eritreo a roma
bene che vada trovo 10 siti di recensioni, dove perfetti sconosciuti
(cui do dignià solo perchè scrivono su un sito)
ne parlano bene o male. Se faccio la stessa cosa su FB trovo quello
che mi consigliano i miei contatti, quindi sicuramente
un'informazione molto più preziosa ed itneressante.
E' un sempio banale ma spero che renda l'idea delle potenzialità in
ballo.
Arriviamo sempre in ritardo perché non abbiamo le risorse e la
costanza per concretizzare alcuni nostri bisogni o progetti,
ma non è ignorando quello che esiste e quella che è la realtà per la
massa che potremo realmente agire nel reale
liberandoci dei meccanismi più odiosi e disumani.
ciao
gizero
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