[aha] Verso AhAcktitude, alcune idee

T_Bazz t_bazz a ecn.org
Gio 17 Mar 2011 10:06:23 CET


Cara Agnese,

la tua email mi toglie un grosso peso dallo stomaco e sono contentissima 
di leggerla. Il peso e' dovuto proprio alle riflessioni che ci hai 
presentato e alla problematica dei linguaggi e delle pratiche politche 
che vanno ridefinite.

Al momento, cio' che sto cercando di fare attraverso la mia ricerca e' 
proprio un tentativo di formulare nuove ipotesi teoriche (e pratiche) 
che vadano oltre la dicotomia "strumenti del potere" vs. "strumenti di 
sovversione". A mio parere le cose vanno integrate, deturnate, ed e' 
proprio nel riconoscimento dei paradossi, delle pratiche "spezzate" e 
non assolute, che si puo' trovare una via di uscita. O almeno cercare di 
immaginarla. Questo vale soprattutto per il discorso dei social media, 
che comunque sono un territorio ambiguo proprio in termini di 
partecipazione, simbologie e immaginari.

L'idea degli ahalab e' molto bella, e spero che possano realmente 
diventare una piattaforma di immaginazione condivisa. Spero anche che 
possano essere un input per fare germogliare nuovi semi a livello 
politico - e artistico. Quindi da parte mia c'e' tutto l'entusiasmo!

Se sarete a Carrara, sara' interessante parlare di tutto questo, magari 
proprio nel seminario sulla partecipazione che con loretta, vera e 
simona, stiamo proponendo (sabato alle 15). Credo che le questioni che 
hai appena descritto siano molto importanti - e, ad essere sincera, sono 
proprio quelle che hanno mosso la mia proposta iniziale, quindi sento 
queste problematiche molto vicine.

A presto!

T_Bazz

On 3/16/11 6:51 PM, agne se wrote:

> 2) da qui ci stavamo interrogando sulla possibilità di lanciare delle specie
> di ahalab (un po' sullo stampo di quello che furono e rappresentarono gli
> hacklab), e provare a spingere una dimensione contagiosa rispetto alla
> sperimentazione diffusa. In particolare, noi vorremmo iniziare a chiamare in
> questo modo i workshop che più o meno una volta al mese facciamo al
> cantiere. Credo che questo sarebbe molto bello, praticamente si tratterebbe
> di provarci, vedendo come va. Male che vada nessuno seguirà lo spunto; al
> contrario se funziona avremo dato il via ad un laboratorio diffuso.
>
> 3) provare ad aprire una riflessione su come superare il mediattivismo. o
> meglio. Come possiamo fare a mettere a valore (e in un certo senso anche al
> "servizio" dei movimenti) un patrimonio di competenze (tecniche da un lato,
> ma sicuramente anche teoriche di critica ed elaborazione intorno alla
> comprensione e all'utilizzo di nuovi linguaggi) grandissimo e però spesso
> sconosciuto a chi fa movimento dai territori, dal basso? Un po' come fa il
> chaos computer club quando si relaziona con gli studenti in mobilitazione o
> come penelope e xd stanno facendo ora (media invasion con la realtà
> aumentata, utilizzando macme per i cortei di milano e londra).
> Cioè, da un lato è vero che l'utilizzo di certe piattaforme come facebook e
> twitter significa l'utilizzo di strumenti "del potere", o comunque che
> arricchiscono il capitale, e certo questo non è il nostro obiettivo. Però
> come stare fuori da un luogo dove stanno tutti???(infatti tutti noi lo
> abbiamo...) E anche decidendo di starne fuori, articolando una critica
> sull'utilizzo consapevole, l'open software o quello che ognuno vuole
> aggiungere: come fare altrimenti a raggiungere un numero enorme di persone?
> La cosa più ovvia sarebbe trovare il modo di dotarsi di strumenti propri.
>
> mi fermo, volevo solo accendere la miccia, spero che qualcuno voglia
> rispondere. In ogni caso a breve farò sapere per la nostra presenza a
> carrara, e girerò il programma dell'iniziativa in cantiere...
>
> a presto, scusate la confusione ma spero si capisca dove volevo arrivare :P
> abbracci a tutti dal cantiere!
>
>
>
>
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