[aha] diffondete e praticate!

Andrea Natella a.natella a guerrigliamarketing.it
Mer 20 Ott 2010 18:52:13 CEST


Scusa Agnese se sono diretto, ma fare una campagna di boicottaggio di questo
tipo è il miglior modo per fare promozione al libro. Se fossi l'ufficio
stampa della Rizzoli prenderei questo post e farei un bel comunicato stampa
che sarebbe con facilità raccolto dai media. Gli articoli ve li immaginate
da soli.

Dico questo con una certa cognizione di causa. Molte campagne di
boicottaggio che agiscono sul livello del consumo finale sono state
alimentate e sostenute in modo occulto da aziende e grandi brand che fanno
valutazioni di awareness costi-benefici e valutano che conviene soffiare sul
fuoco (se non accenderlo direttamente) piuttosto che chiamare i pompieri.

Le campagne di boicottaggio efficaci dovrebbero agire invece direttamente a
livello della produzione.

Faccio alcuni esempi al volo, solo a titolo esemplificativo:

- ordinare all'editore migliaia di copie a nome di una libreria inesistente
o di una che non ne è consapevole (è più facile di quanto si creda);
- mandare la lettera di uno studio legale all'editore contestando un plagio
di qualche tipo (nel contenuto, nella copertina etc.);
- mandare la lettera di uno studio legale per diffamazione da parte di una
persona il cui nome è lo stesso di uno dei protagonisti del romanzo;
- chiamare l'editore fingendo di essere responsabili di una libreria
Feltrinelli e disdire l'ordine, chiamare Feltrinelli e dire che le copie non
sono disponibili per due mesi senza dare spiegazioni;
- chiamare l'ufficio stampa e chiedere interviste a nome di prestigiose
testate chiedendo l'esclusiva, intervistare l'autore e poi sparire...

Questo tipo di azioni creano problemi reali di produttiva e organizzazione
del lavoro all'interno dell'azienda e portano il produttore a risolvere il
problema nel modo più rapido che spesso equivale a togliere il prodotto dal
catalogo senza dire nulla.

Tutto ciò dovrebbe essere fatto in modo non pubblico, ma contando su network
sotterranei e fidati.
Ovviamente tutto ciò è vero se l'obiettivo è creare un danno reale al
prodotto.
Se invece l'obiettivo è autorappresentarsi il discorso è un altro.
Lo dico senza alcunissima polemica, stracerto della buona fede di chi
scrive.

A

Il giorno 20 ottobre 2010 17:48, agne se <aaagneees at gmail.com> ha scritto:

>
> http://www.facebook.com/pages/Metti-un-chewing-gum-nel-libro-di-Casapound/117293574997967?v=wall#!/pages/Metti-un-chewing-gum-nel-libro-di-Casapound/117293574997967<http://www.facebook.com/pages/Metti-un-chewing-gum-nel-libro-di-Casapound/117293574997967?v=wall#%21/pages/Metti-un-chewing-gum-nel-libro-di-Casapound/117293574997967>
>
> La Rizzoli ha appena pubblicato "Nessun dolore. Una storia di Casapound" di
> Domenico Di Tullio, avvocato dei giovani fascisti del terzo millennio.
>
> Se da una parte si tratta di un romanzetto banale per fascistelli
> ignoranti, è anche vero che un romanzo è più pericoloso di un saggio: un
> romanzo può raccontare bugie con molta più facilità, complice il limite
> incerto tra realtà e finzione. Un saggio inoltre propone idee e opinioni che
> possono essere confutate, un romanzo invece crea un immaginario e con i
> tempi che corrono, un romanzo di Casapound e su Casapound vorrebbe
> rilanciare tra i giovani l'immaginario di questi camerati fin troppo
> impegnati a mostrare solo la loro "faccia pulita".
>
> Boicottare questo libro vuol dire rivendicare la necessità di una cultura
> partigiana; boicottare un libro dal basso non equivale a una censura
> dall'alto anzi, è la migliore espressione della democrazia essere partecipi
> e protagonisti di quel che accade, esprimere la rabbia e lo sdegno per il
> declino culturale che ci viene proposto e in qualche modo iimposto.
>
> Come boicottare il libro di Casapound senza rischiare di fargli pubblicità?
>
> se sei un ragazz@:
> 1)appiccicando un chewing gum tra le pagine del libro "Nessun dolore" in
> una qualunque
> libreria (specialmente se Rizzoli)! In questo modo si rendono invendibili
> le copie.
> se sei un adult@: 2) recandoti nella tua libreria abituale e protestando
> con
> *il direttore a voce o con una protesta scritta!*
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