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Domenico Quaranta
qrndnc a yahoo.it
Dom 5 Dic 2010 21:09:38 CET
ciao cari,
mi sento in dovere di intervenire ma non so cosa dire, in questa tarda
domenica di inizio dicembre. la discussione ha volato ben oltre gli
spunti iniziali, e del resto sono in accordo con quasi tutto. così mi
limito a ringraziarvi e a postarvi uno spunto di lettura curioso,
scoperto proprio oggi. così la piantate di impastarvi gli occhi su
google books :-)
http://www.artlies.org/article.php?id=1993&issue=67&s=0
ciao!
d
---
Domenico Quaranta
web. http://domenicoquaranta.com/
email. info at domenicoquaranta.com
mob. +39 340 2392478
skype. dom_40
Il giorno 05/dic/10, alle ore 20:09, Luigi Pagliarini ha scritto:
>
> ciao! a me son piaciuti sia l'intervento di salvatore che quello di
> massimo, anche se avrei due tre cosette da aggiungere, tipo:
> 1. la storicizzazione non solamente è possibile ma più/meno qualcuno
> domani nel mondo la pretenderà (con buona pax de noi altri e delle
> nos. eventuali idee! :-). son processi che danno il voltastomaco ma
> cmq avvengono;
> 2. riguardo il problema della moltiplicazione/frattalizzazione/
> liquefazione son d'accordo ma anche lì fan fatti dei distinguo,
> tanti, e non è detto che non sia un obbiettivo o uno stimolo
> artistico per sé;
> 3. e, a mio avviso, proprio ciò ci rimanda @ necessità di una
> definizione etica&chiara dell'elettronica artistica o, viceversa, @
> dichiarazione di estinzione storica del processo d'evoluzione che
> lha fatta emergere.
> che non è necessariamente la peggiore delle vie d'uscita... :-)
> grazie per il confronto, salutoni!!
>
>
>> ciao xDxD,
>> una mail così "bella" meriterebbe una citazione come opera d'arte!
>>
>> Ho sempre pensato che l'arte, se proprio vogliamo avere la
>> sensazione,
>> anche minima, di poter essere in grado di oggettivizzarne la
>> qualita',
>> non puo' essere riconosciuta come tale se non in un contesto
>> spazio-temporale in mutamento continuo; i graffiti preistorici
>> avevano
>> un senso artistico, forse, per i loro autori, così come,
>> probabilmente, le simmetrie dell'alhambra o le scene prospettiche
>> rinascimentali, o i quadri di picasso, o l'orinatoio di duchamp hanno
>> avuto un forte significato artistico "vissuto" più per gli autori, di
>> nuovo, nel momento in cui sono state realizzate, piuttosto che per le
>> conseguenze nella storia dell'arte. Queste riguardavano soprattutto
>> chi guardava.
>>
>> Ogni tempo ha sviluppato gli strumenti concettuali e materiali di cui
>> disponeva per permetterne il superamento. Quando si poteva lavorare
>> solo con lo scalpello e il pennello era naturale usare scalpello e
>> pennello per produrre opere riconoscibili come arte. Con la
>> disponibilita' attuale di hardware e software sarebbe stato strano se
>> non si fosse provato a fare arte con gli strumenti della
>> contemporaneità! Ma, come giustamente fa notare xD, il momento non ci
>> offre solamente una quantità infernale di informazioni, esperienze,
>> strumenti concreti quanto anche una varieta' assurdamente enorme di
>> livelli di lettura, interpretazione e manipolazione dei dati che
>> qualificano l'opera d'arte stessa.
>>
>> Per xD la parola chiave e' "moltiplicazione", per me, ma forse
>> intendiamo qualcosa di simile, e' "frattalizzazione", anzi, forse
>> "frattalizzazione accelerata". Mi rendo conto del fatto che da tale
>> punto of view si corre facilmente il rischio di cadere nel lato
>> oscuro
>> dello stallo: l'incapacita' o impossibilita' di giudizio, che
>> sicuramente non aiuta a diminuire il livello generale di
>> fraintendimento su cos'e' l'arte elettronica oggi.
>>
>> Il processo frattalizzante di cui siamo protagonisti non permette
>> storicizzazioni sensate piu' di tanto, e d'altronde sono d'accordo
>> sull'importanza fondamentale del riconoscimento dei valori etici di
>> cio' che si fa oggi, arte o non arte, e riconoscere lo sberleffo al
>> mondo reale che il mercato dell'arte oggi, spesso se non sempre,
>> rappresenta mi sembra una buona motivazione per cercare di fare arte
>> "altra", qualsiasi cosa possa significare. Anzi, arte "altra" proprio
>> nel senso in cui quella che abbiamo definito "arte" finora risulta
>> chiaramente come una serie di avvenimenti in cui le condivisioni
>> limitate di informazioni, le coincidenze fortuite, le dinamiche, le
>> conoscenze e le comunicazioni (più o meno limitate) del passato,
>> ancora più che le volonta' degli artisti stessi, hanno prodotto
>> quella
>> che oggi leggiamo come "storia dell'arte".
>>
>> Oggi, a mio avviso, l'arte non può essere in effetti scissa dal
>> generale liquefarsi, miscelarsi (frattalizzarsi) delle categorie
>> indotto dai saperi e dalle tecnologie diffuse, e non puo' nemmeno
>> fare
>> a meno di usare gli strumenti del tempo per superarlo (il tempo), con
>> il risultato che un bel progetto open source puo' essere premiato
>> come
>> opera d'arte quanto una installazione arduinesca che "moltiplica" i
>> riferimenti dell'esistente, magari (purtroppo) accanto a dubbi
>> progetti di infotainment, o addirittura a bieche operazioni
>> commerciali, e se si deve scrivere un libro sui flussi delle arti
>> legate alla tecnologia degli ultimi venti trenta o 40 anni diventa un
>> problema naturale poter restringere il campo anche solo
>> etimologicamente...
>>
>> affrontare questi problemi porta inevitabilmente allo stallo, mi
>> viene
>> da pensare, ma non vorrei essere frainteso: anch'io ho trovato il
>> libro di Dom, anche solo nelle pagine lette su google books, molto
>> interessante e stimolante, quando non illuminante, e sono anch'io ben
>> contento che ci siano tante persone, tanti curatori, critici,
>> studiosi
>> della cosiddetta arte elettronica, in tutte le sue declinazioni, in
>> grado di aumentare il livello di consapevolezza della sua importanza,
>> e di diminuire di conseguenza il livello generale di fraintendimento,
>> ma credo anche che la commistione accelerata di low tech e high tech,
>> il dissolvimento delle differenze globali nel caotico calderone di
>> sofferenze e ingiustizie e fantascienza folle del momento che stiamo
>> vivendo, e tanti altri buoni motivi che non sto ad elencare,
>> impongano
>> agli operatori tutti, artisti e critici, uno sforzo nella direzione
>> di
>> un'etica dell'arte che metta l'utilita' comune, il piacere del dono,
>> della condivisione, e le altre belle cose accennate da xD, avanti ai
>> valori artistici storicizzati e ai parametri abituali con cui
>> giudichiamo cosa e' arte (e di che tipo), e cosa no.
>>
>> mi scuso per la lunghezza, e per la scrittura, ma sento il richiamo!
>> ;-)
>>
>> massimo
>>
>>
>>
>>
>>
>>
>>
>>
>>
>> 2010/12/5 xDxD.vs.xDxD <xdxd.vs.xdxd at gmail.com>:
>>> ellò!
>>>
>>> 2010/12/4 Luigi Pagliarini <luigi at artificialia.com>:
>>>> c'è un forte bisogno di una selezione qualitativa ormai e di una
>>>> presa di coscienza di cos'è l'arte elettronica oggi: xkè il
>>>> livello generale di fraintendimento è diventato c_o_l_o_s_s_a_l_e!
>>>
>>>
>>> la sai una cosa: c'hai ragione.
>>>
>>> ma forse anche per un paio di ragioni a cui forse non alludevi
>>> qui, ma
>>> che sento molto vicine, e quindi te le aggiungo qui sotto.
>>>
>>> un esempio in un altro settore. c'entra poco, ma c'entra.
>>>
>>> 5-6 anni fa aveva senso chiedere "un programmatore Flash".
>>>
>>> ora di "programmatori Flash" ce ne sono una dozzina di tipi
>>> differenti.
>>>
>>> tanto che oramai se chiedi un "programmatore Flash e basta"
>>> probabilmente non sai quello che stai chiedendo. o forse stai
>>> chiedendo una cosa veramente basica-basica, che forse faresti
>>> meglio a
>>> scaricarti un tutorial e fartelo da solo il lavoro.
>>>
>>> adesso: come in tante altre pratiche degli esseri umani anche l'arte
>>> s'è mischiata da un pezzo a un sacco di altre cose. con la
>>> scienza, il
>>> marketing, gli affari, l'attivismo, l'ecologia, la politica, il
>>> giardinaggio, la cucina e la maglia coi ferri. è diventato tanto
>>> fluido il passaggio da un dominio all'altro che è abbastanza
>>> complicato dire di qualcosa: "questa è arte".
>>>
>>> e questo (ma non penso che ci sia nemmeno da dirlo) è un fatto che
>>> riguarda tutte le attività degli esseri umani. tant'è vero che gli
>>> effetti di questa cosa li viviamo anche nel nostro tempo libero, nel
>>> lavoro di ufficio, nei rapporti con le persone, nella nostra
>>> sessualità e pure mentre scriviamo ste mail :)
>>>
>>> la parola chiave probabilmente è "moltiplicazione". ovvero il fatto
>>> che diventa assai difficile "definire" in maniera univoca. è un po'
>>> come l'indeterminazione di heisenberg: se sta particella la
>>> strizzi di
>>> qua, schizza di là; se strizzi di là, schizza via di qua.
>>>
>>> ed è un po' come l'open source: non è poi così interessante
>>> l'"oggetto" quanto il processo, la piattaforma, il framework, il
>>> livello "meta", e la possibilità che molte persone ci possano
>>> smanacciare sopra secondo le proprie inclinazioni e ficcandoci
>>> dentro
>>> tutti i significati che vogliono: che siano artistici, scientifici,
>>> pornografici, culinari, di business o di quel che gli pare e piace.
>>>
>>> ma forse è fuorviante usare la parola "arte" per questa cosa qui. e
>>> comunque è osservabile che quel che istintivamente e "classicamente"
>>> cercheremmo nell'arte ora sta in un affare "meta" e in un tipo di
>>> processo che si potrebbe definire di "apertura".
>>>
>>> perchè probabilmente l'unica soluzione possibile è nomade e
>>> stratificata. ovvero: diverse persone, a seconda del mestiere che
>>> vogliono fare e del contesto in cui si esprimono, una stessa cosa la
>>> possono descrivere come arte, come scienza, come interaction design,
>>> come design o anche come emerita cazzata.
>>>
>>> e non è una cosa arbitraria. è proprio che sono cambiate le
>>> possibilità, le pratiche e le metodologie.
>>>
>>> quindi forse è più interessante fare una domanda tipo "che mestiere
>>> vuoi fare"? e prepararsi, oltretutto, a delle risposte anche molto
>>> particolari.
>>>
>>> questo dal lato di chi mette in atto le pratiche.
>>>
>>> dal lato di chi le osserva (sia un curatore o un passante) è un po'
>>> passato il tempo di suggerire classificazioni. è da un po' che forse
>>> ha più senso accettare il fatto che le classificazioni possibili in
>>> contemporanea siano assai più di una, e che tante pratiche trovino
>>> il
>>> loro significato proprio nella presenza di tutte queste
>>> sovrapposizioni e interazioni contemporanee di più definizioni.
>>>
>>> in qualche modo sembra che stiamo parlando di etica piuttosto che di
>>> arte. ed ha un senso. sono daccordo!
>>>
>>> il resto mi sembra veramente un po' troppo ideologico (e qui non ce
>>> l'ho con te Luigi, ma con queste idee di poter/dover classificare
>>> questo o quello perchè poi va storicizzato per il "bene"
>>> dell'artista
>>> e dell'umanità).
>>>
>>> perchè troppo spesso si sta un po' fuori del mondo. tanto che a
>>> volte
>>> dubito anche sull'opportunità di "storicizzare" (e ancor di più sul
>>> preservare). La butto sul semplice per far presto, ma ci sono
>>> motivazioni più profonde: a pensare a tutto lo sforzo e il materiale
>>> che serve per "preservare" un "coso" elettronico (ma anche un
>>> quadro o
>>> la cazzo di mucca di hirst) mi piange proprio il cuore, in un
>>> momento
>>> in cui meno mondezza metti al mondo meglio è. E poi è anche un po'
>>> autoritario l'ergersi a "selezionatore" di cosa vada storicizzato o
>>> preservato. Non lo intendano in maniera personale quelli che lo
>>> fanno,
>>> ovviamente, perchè esprimo un limite oggettivo: puoi studiare quanto
>>> vuoi, ma avrai sempre un punto di vista limitato, delle condizioni
>>> completamente random e delle inclinazioni emotive. E, quindi, non
>>> sarai mai obiettivo nel dire "storicizza questo qui invece che
>>> quello
>>> là". Meglio e molto più corretto lasciare andare tutto al macero,
>>> produrre un po' di documentazione in un formato più aperto
>>> possibile e
>>> meno dispendioso possibile in termini di risorse ed energie, e farsi
>>> un culo come una capanna a condividere info e conoscenza con più
>>> persone possibili. (ovviamente estremizzo, ma spero che il cocetto
>>> che
>>> volevo esprimere sia chiaro)
>>>
>>> ma mi sembra che dovremmo/potremmo essere anche un tantino più in là
>>> come discorsi rispetto a questo. no?
>>>
>>> rimane il fatto che la domanda "che mestiere vuoi fare?" sia del
>>> tutto
>>> legittima e positiva. solo che la domanda è quella lì. finisce lì.
>>> il
>>> resto è un po' miope ed autoritario. almeno comparandolo a come
>>> potrebbe essere il mondo, senza nemmeno sfiorare troppo le utopie.
>>>
>>> e comunque mi sembra che i punti di osservazione più interessanti
>>> siano altri. il decidere "questo è arte e quello no" è troppo
>>> frivolo
>>> per il contemporaneo. ci son cose più interessanti. a cui l'"arte"
>>> si
>>> sta già rivolgendo da tempo, tra l'altro. e per farlo ha creato un
>>> meraviglioso gran mischione di discipline, pratiche e linguaggi.
>>>
>>> cià!
>>> xDxD
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