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Luigi Pagliarini luigi a artificialia.com
Sab 4 Dic 2010 20:52:24 CET


 Marco,  
(abbiamo detto parliamone a voce? parliamone @voce che è l'unica! creando un occasione o @ prima che ci vedrà incrociarci in un qualche luogo).
cmq per ora rispondo (di nuovo, laconicamente) per quello che mi concerne 

> - Luigi, quando dici: "ciò che volevo sottolineare è un certo decadimento 
> qualitativo del settore che (pur sempre a mio avviso) è dovuto più da chi 
> organizza/cura/commenta ecc. che non da chi produce! del resto chi produce 
> (l'artista) è in buona parte in balia di quest'ultimi (perlomeno nel futuro 
> immediatamente successivo alla produzione)"
> 
> non so se stai scherzando, ma dai. A parte che è una frase ad effetto che 
> qui non serve molto (genere quei "+1" che non arricchisono il dibattito mi 
> sembra, ma alimentano altresì una sorta di tifo da stadio), suona anche un 
> po' come la battaglia dei poveri (senza offesa, al momento io sono 
> poverissimo). Penso che la verità possa solo stare nel mezzo e che se al 
> momento c'è un "decadimento" di qualche tipo (e su questo sono pure propenso 
> ad essere d'accordo con te) mi sembra più logico individuare una verità che 
> stia nel mezzo e che ripartisce le cose in modo più equilibrato. Gli artisti 
> hanno il loro ruolo, curatori e critici un altro ruolo, festival e similia 
> un altro ruolo ancora: la risultante di questi ruoli professionali determina 
> un processo, virtuoso o meno che sia. Certo, sarebbe bello che ogni tanto 
> questi percorsi si intersecassero maggiormente (io con Otolab ho lavorato a 
> stretto contatto su op7, commissionando e seguendo il lavoro fino al suo 
> percorso finale in galleria) ma succede raramente e anche in quel caso, 
> gioie e dolori sono la somma di un esperienza comune

 
ahimè, no, non sto scherzando e la mia non era affatto, nelle intenzioni almeno, una frase ad effetto. 
bensì, è una descrizione limpida di una logica formale che si applica al mondo del lavoro (ancor prima del mondo dell'arte!). 
esistono, anche se a volte s'incrociano com'è che sottolinei,  dei ruoli differenziati e di conseguenza diversi livelli di responsabilità.
ora accade che la mia coscienza artistica, che si colloca nel quadro di riferimento che abbiamo sopra descritto e con il quale (non @caso) ti sembrerebbe esser d'accordo, m'impone una presa di posizione possibilmente nuova.
c'è un forte bisogno di una selezione qualitativa ormai e di una presa di coscienza di cos'è l'arte elettronica oggi: xkè il livello generale di fraintendimento è diventato c_o_l_o_s_s_a_l_e!


ciao!
         Luigi



 





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