[aha] Media, New Media, Postmedia (Postmediabooks 2010)
Domenico Quaranta
qrndnc a yahoo.it
Sab 4 Dic 2010 11:26:31 CET
Ciao cari,
giusto un paio di note, partendo da Luigi
>> bhé che dirti, sai, qui non c'è chi ha ragione e chi ha torto
non parlerai sul serio. Non c'è torto e non c'è ragione, c'è solo una
discussione. Se non sbaglio funziona che ciascuno esprime il proprio
parere e si cerca di raggiungere un punto di condivisione :-)
>> , ma è una
> questione
>> di ruoli, punti di vista e prospettive (artisti, curatori,
>> giornalisti,
appunto. Distinguiamo il mio punto di vista (di curatore) e quello
degli artisti regali. Personalmente, li adoro. Qualche giorno fa,
parlavo con un amico che da due anni cerca di conservare una bolla di
sapone in un blocco di resina. è bello che uno possa fare queste cose
senza pensare al feticcio, alla pagnotta, e a tutto il resto. Ma credo
che il mio lavoro di curatore consista, da un lato, nel permettergli
di farlo, e dall'altro, di lavorare affinché quello che fa venga
discusso nel contesto più ampio possibile, venga compreso per quello
che è (e non equivocato), e venga salvato per il futuro
ovviamente, esistono artisti altrettanto regali che sanno fare bene
entrambe le cose. ma un artista ha il pieno diritto di "rivolgere
l'attenzione altrove".
In ogni caso, il mio discorso è più complesso. Se intendessi il mio
lavoro solo come il tentativo di portare l'arte elettronica o come
diavolo volete chiamarla nel "mercato", e nelle "istituzioni", sarebbe
ben poca cosa. Quello che mi interessa di più è scardinare un punto di
vista che mi sembra limitato e obsoleto. Quello che mi interessa è
fare si che Otolab e Les Liens, giusto per fare due nomi presenti in
lista, non vengano discussi solo come "arte elettronica" (riunendoli
su un terreno che non ha senso di esistere), ma vengano intesi e
compresi per quello che sono (per me): uno degli sviluppi recenti di
una linea astratta e formale che attraversa tutto il novecento i
primi, una straordinaria declinazione dell'arte politica e relazionale
i secondi. siamo davvero sicuri che le cenette di tiravanija abbiano
più senso di stare in una storia dell'arte del seppukoo?
> Non so se sia una situazione che è possibile sanare, o se abbia
> senso farlo:
> molta arte elettronica rimane sprovvista dei manufatti che sono
> l'ossatura
> dei mercati dell'arte. E questo rimane il punto centrale.
Più o meno. Diventatene i beniamini, e il mondo dell'arte scoprirà
come "vendervi". è sempre successo così. Guardate Tino Sehgal, o, per
fare un esempio new media, Cory Arcangel. Mica vero che per
conquistare il mondo dell'arte basta fare delle stampe. Il manufatto
non è il cavallo di troia che ti serve per entrare, ma il regalino che
fai perché ti hanno trattato bene, perché continuino a farlo, e per
pagarti le cose invendibili che ti piace tanto fare.
bacioni!
d
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