[aha] Il Duce a Metro Termini

Roberto Pignoni pignoni at mat.uniroma1.it
Wed Jan 28 10:57:04 CET 2009


Il Duce a Metro Termini

27 gennaio, Giornata della Memoria. Alla fermata della Metro di Roma
Termini, mi cade l’occhio sulla prima pagina di un giornale: “Sicurezza
tutto da rifare contro rom ed espulsioni” (DNews, 26-1-09).

Con chi ce l’hanno? Con i rom, o le espulsioni?

Mi torna in mente una sera di ottobre, primi anni ’80. Ero appena sbarcato
a Capraia,  tenda in spalla. Passando davanti a un portone, intercettai un
frammento di conversazione (sull’isola c’era ancora la colonia penale): “È
scappato un evaso
”

Il titolo di DNews produce un corto circuito analogo. Il bi-pensiero,
secondo Orwell, è alla radice della sintassi del potere totalitario.

Per fortuna ci salva la memoria storica. Qualche tempo fa il Presidente
della Camera, intervenendo per rimbrottare Bossi davanti all’assemblea dei
deputati, definì il testo dell’inno nazionale “parole della fine del
secolo scorso”. Goffredo Mameli cadde giovanissimo sotto il piombo
pontificio, nel 1849, ma nessuno rilevò l’incongruenza, e lo svarione di
Fini riuscì a filtrare nel primo TG della sera, per poi scomparire, senza
commenti, dalle edizioni successive e dai resoconti dei giornali del
giorno dopo.

In un contesto che si allinea docilmente all’ignoranza non c’è da
illudersi che l’incoerenza logica crei qualche imbarazzo. Sconclusionato
ma efficace (e soprattutto, con questi chiari di luna, gratuito), DNews
istilla ogni mattina, fra cornetto e cappuccino, il relay che indirizza la
tensione verso un capro espiatorio connotato “etnicamente”. È la free
press, bellezza.

Visto che la Metro si fa attendere, mi rifugio nella stampa con la esse
maiuscola. “Sicurezza, stretta sui nomadi” (Repubblica 27-1-09, cronaca di
Roma). La versione soft di DNews del giorno prima. Impagabile l’occhiello:
“Alemanno: più espulsioni. Il Pd: copia Veltroni.”

Continuo a sfogliare il quotidiano: “Armi ai vigili” (cronaca di Roma),
“Diecimila clandestini nei Centri italiani” (cronaca nazionale).

Riaffiora il paradosso di Capraia. “Clandestino” in un lager per migranti?
Qualche pagina più in là, il giornale evoca con accenti toccanti l’epopea
di centinaia di bambini che, a Buchenwald, si salvarono perché i nazisti
non riuscirono a trovarli. Vengono definiti “piccoli ebrei”, non
“clandestini”, e chi li aiuta è un angelo, non un favoreggiatore.

Sottigliezze linguistiche a parte,10.000 non è uno scherzo. Nel ‘43 il
generale Roatta era riuscito a internarne molti di più, nei CPT nostrani
di allora, ma c’era la guerra e avevamo la Wermacht dalla nostra.

Dagli schermi al plasma della stazione Metro Termini piovono,
inarrestabili, immagini di sfilate di moda e annunci pubblicitari. D’un
tratto lo schermo cambia tono: “Io vi parlo di Me. 20 fascicoli per
conoscere la vita privata del Duce attraverso i Suoi scritti e le Sue
dichiarazioni
”

27 gennaio, Giornata della Memoria. Mentre scivolo verso la scala mobile,
ho un attimo di smarrimento. In che tunnel mi ritrovo? Quale “Duce” mi
aspetta in superficie? Sono passati davvero settant’anni?

Roberto Pignoni, Roma

27 gennaio 2009






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