[aha] I will prefer not to - "Non pagheremo noi la crisi"

xDxD xdxd.vs.xdxd at gmail.com
Mon Oct 20 17:07:00 CEST 2008


lo|bo ha scritto:
> A me sembra strano che si parli delle mobilitazioni in questi termini. 
> Posso comprendere che sia capitato a molti di essere delusi perchè 
> alcune mobilitazioni a cui hanno partecipato non hanno ottenuto nessun 
> risultato, ma è il risultato che conta? davvero? 
dai, su, non semplificare così :)
si parlava di ben altro

> Sono inevitabilmente parte di un gruppo, posso fare finta di no, o 
> vivere surfando sulle diverse regole, ma sinceramente non credo che 
> funzioni granchè.
> Alla fine sei comunque allineato , raggruppato ma le regole le hanno 
> decise gli altri. 
beh, dipende da cosa stai facendo e quali obiettivi ti poni.
di gente "al di sopra delle regole" ce n'è, e non mi sto riferendo solo 
a politici/mafiosi o simili.
ci sono persone che senza essere banchieri o camorristi abbandonano un 
paio di concetti (tanti: tra cui uno è "nazione" e un altro è 
"famiglia") e vivono in un modo differente.
quella è una forma di TAZ. ma ce ne sono anche tante tante altre di 
forme, mi pare.
> Inoltre, decisamente non credo ad un aspetto evoluzionistico della 
> storia o degli ecosistemi, mi sembra un tantino positivista se non 
> dire quasi marxista. Non credo che ci sarà una forma sociale a cui il 
> mondo è destinato, vi prego non posso pensarlo. Sento parlare spesso 
> di ecosistema, ma di che ecosistema si sta parlando? I ragazzi che 
> protestano non fanno parte di un ecosistema? E se una parte adesso sta 
> urlando un motivo ci sarà?

?
non capisco.
per quel che mi riguarda: quando parlo di "ecosistema" non parlo di una 
cosa "coi fiorellini" a cui si dovrebbe tendere.
parlo di modalità di 
interazione/coesistenza/integrazione/autonomia/interdipendenza/interconnessione/interrelazione.  
E' una modalità per parlare delle cose e per osservarle, non un "fine 
morale" di qualche genere, o un obiettivo evoluzionistico.

è, appunto, un cambio di linguaggio per parlare delle cose.

> Si pensa che queste cose siano eventi eccezionali, probabilmente è 
> così per la grande folla. 
:)

> Ma se si osservano attentamente i due siti che ho mandato in lista, si 
> vede che i ragazzi che portano avanti il progetto Uniriot e Uninomade 
> fanno esattamente quello che mi sembra sia stato predicato come 
> migliore. Per loro non sono eventi sporadici ne eccezionali, ogni 
> settimana in diverse parti di Italia organizzano TAZ, parola che piace 
> tanto ma poi quando si incontra qualcuno che la fa non lo si 
> riconosce. Ci sono dibatti, conferenze autonome dal sistema 
> universitario, manifestazioni, workshop, un ambiente davvero stupendo 
> che la gente costruisce a poco a poco senza implicazioni partitiche e 
> cercando di combattere qualsiasi strumentalizzazione. Sono un gruppo 
> che non dimentica però di fare parte di un sistema o di un ecosistema 
> e che cerca di esprimere dei desideri e dei corpi che vanno molto al 
> di là dell’alta finanza. Vi posso assicurare che ogni anno la gente 
> cerca di organizzarsi in protesta,  penso che sarebbe un mondo davvero 
> triste se non fosse così. E non si tratta della protesta per il gusto 
> di protestare, o di indossare la maglia dell’attivista, quei ragazzi 
> non se lo pongono nemmeno il problema, se sono o meno attivisti.

dai, su, però.
pure la TAZ: la TAZ non è "un'auletta" occupata. E' uno spazio che è 
nella capoccia, non sulle mattonelle.
E' nel linguaggio. (come continuiamo a dire questi giorni)
in queste iniziative che descrivi vedo un enorme valore in termini 
attivistici e di movimento, ma  non riesco a definirle TAZ : perchè sono 
zone "concesse", "schematiche", e, soprattutto, "prevedibili" e 
"codificate" e, quindi, osservabili, monitorabili e gestibili. (e, come 
dicevo più in là, soffrono enormemente del peso gigantesco della 
simbologia che si portano appresso, tanto che la "strumentalizzazione" è 
praticamente automatica, e non perchè avvenga in quell'aula, o a quel 
workshop specifico, ma pechè avviene automaticamente nella capoccia 
delle persone, proprio soccombendo a 10 chili di simboli).

e inltre non è propriamente uno spazio di autonomia: è la ripetizione di 
un modello codificato, che viene tollerato finchè non rompe troppo il 
cazzo.
nel qual caso lo scontro diventa totalmente differente.

opinione mia, naturalmente, fondata su storia ed esperienza personale. 
e, soprattutto, non mirata a smontare quelle belle iniziative, di  cui, 
ripeto, vedo ed evidenzio il valore.

Per inclinazione personale mi interessa, e molto, sondare e mostrare 
strade alternative a queste, che mi sembrano più produttive. (sì, io la 
butto sui risultati, anche - e soprattutto - immateriali, quali la 
creazione di ispirazione, di aspirazione, desiderio e volontà )
poi ognuno è libero di scegliere le proprie, naturalmente.

> Non credo che queste manifestazioni riguardino esclusivamente gli 
> studenti. Sarebbe interessante discutere sullo slogan che utilizzano 
> “Non la pagheremo noi la crisi”, chi la pagherà questa crisi? 
> Soprattutto di chi è esattamente questa crisi? È la crisi 
> dell’economia immateriale?
> Per adesso sono andati a bussare alla porta della istruzione e della 
> ricerca. Ma state sicuri che busseranno a tante altre porte e anche 
> alle nostre.
crisi: guarda... io ora la butto lì, poi magari torniamo sull'argomento.

questa è veramente una crisi "ecosistemica".

abbracci!
xDxD


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