[aha] soci-AHA-l network? alcune riflessioni :-)

gianmarco bonavolontà gianmarco.bonavolont at gmail.com
Wed Oct 15 13:19:44 CEST 2008


parole sante ;)

Il giorno 15 ottobre 2008 11.46, xDxD <xdxd.vs.xdxd at gmail.com> ha scritto:

> ellò!
>
> fondamentalmente daccordo con Dedalus, butto lì un paio di cose che mi son
> zompate in mente leggendo
>
> Dedalus ha scritto:
>
>> come dicevo, secondo me faremmo bene a non guardare separatamente al
>> network e alle modalità (anche e soprattutto) tecniche con cui questo si
>> manifesta (o si dovrebbe manifestare)...
>>
>>
>>
> [...]
>
>> Ecco perché storgo un po' la bocca quando si parla di costruire una
>> piattaforma alternativa alla mailing list :-) Appoggio pienamente l'idea
>> di
>> lavorare su netsukuku e sulle varie piattaforme concrete di social
>> networking che vi si potranno costruire sopra inizialmente... Ma mi
>> chiedo,
>> a quale esigenza risponde tutto ciò? Quella del compiacimento tecnologico
>> duro e puro (sempre utile e divertente) o alla necessità (ma anche
>> semplicemente alla voglia) di costruire nuove forme di
>> auto-rappresentazione del network aha?
>>
>
> daccordissimo!
>
> e, infatti, non ho la minima intenzione (come dicevo un paio di giorni fa)
> di creare un "altro facebook" o un blog_su_netsukuku o quant'altro. :)
>
> la parte di network di corpi e persone la faccio tutti i giorni e non solo
> in ambito "attivista": forse (sicuramente) sbaglio a darla per scontata o a
> non metterla più in evidenza quando parlo di piattaforme.
>
> e infatti sono contento che hai scritto questo report fatto così, perchè
>  mette in evidenza che c'è un fraintendimento di fondo!
>
> Il network:
> più che "network" è interessante il "framework", secondo me, che dovrebbe
> essere un processo di ricerca  verso direzioni "culturali" (ovvero di
> studio, ricerca, utilizzo critico ed efficace di quelli esistenti) e verso
> direzioni di "rottura" (inventare cose *radicalmente* nuove).
>
> son poco diplomatico quando racconto le cose, lo so, ma era quello che
> cercavo di dire all'incontro e negli scambi successivi quando tutti
> continuavano a dire "netsukuku" e io quasi strillavo "mancano delle cose!"
> :)))))
>
> quando ho tirato fuori l'idea di creare certe "cose" (S1/S2, ad esempio) su
> una rete di tipo netsukuku immaginavo una cosa complessa, e riferendomi alla
> realizzazione di strumenti per agire e mutare, non un'altra forma di blog.
>
> io dal lato della "rottura", infatti, porterò avanti s1/s2.
>
> dal lato delle altre direzioni, quelle che chiamavo più su "culturali", è
> stato bello e significativo l'invito di Simona, ed ero curioso di sapere
> come mai non avesse riscosso altrettanto successo di altri mesaggi. Forse
> perchè l'apertura "operativa" realmente "aperta" è qualcosa cui non siamo
> granchè abituati, tanto che non è strano che possa generare più dubbi che
> entusiasmo.
>
> era un argomento saltato fuori più volte in ambiti diversissimi: è
> culturale il fatto che se io dico "sono aperto! fammi una proposta!
> collaboriamo!" spesso ci si becca un silenzio come risposta, o addirittura
> imbarazzo. Mentre tutti, o più o meno tutti, rispondono al "fai questo!": in
> maniera sttomessa o anche conflittuale, ma rispondono.
>
> saper "intraprendere" è un fatto culturale, proprio come l'"apertura".
>
>  Ecco allora che trovo che potremmo sforzarci tutti un po' di più quando
>> Simona perla di network. Perché per network non dobbiamo per forza
>> intendere una semplice rete di "festival" o realtà similari sul terreno
>> italiota: direi anzi che potremmo guardare - forse utopicamente - a questa
>> rete come ad un qualcosa che semplicemente faciliti la circolazione
>> (virtuale e reale) di persone/opere/idee/situazioni in giro per la nostra
>> simpatica penisola, ma anche al di fuori di essa :)
>>
>
> e quello già sarebbe un inizio eccezionale. e ce ne sono state in passato e
> ce ne saranno in futuro!
> in questa stessa lista ci sono l'agenzia di digicult, ci sono stati
> avatar41, AOS, diverse reti spontanee sorte tra centri sociali, c'è stato il
> phagoff, c'è flxer. e io magari vedo meglio le cose centrate su roma, ma se
> guardassi da milano o da torino o da berlino sarebbe la stessa cosa, no?
> dozzine di tentativi: cambia solo il "soggetto" centrale, quello che
> promuove.
> il "problema" (se di problema si può parlare) è di non tentare di essere
> universalistici, assoluti, o di buttarla sul "l'ho fatto io! l'ho fatto io!"
> (sante parole Simona!) o, addirittura, di tentare, in modi anche poetici o
> esteticamente più aggraziati, di riproporre modelli "dirigenziali" che fanno
> proprio schifo e non hanno senso.
>
> io per affetto e modalità operative riconosco molto valide le modalità
> operative di FLxER/LPM, ad esempio. perchè son molto aperte, dirette e
> sorridenti. Anche Simona si sta rivelando una bellissima sorpresa (prima io
> la conoscevo solo per email), e per gli stessi motivi.
>
> se proprio devo dirlo, questo è quello che manca: perchè se uno deve star
> di continuo con gli artigli estratti perchè sennò "mi fregano", "mi
> inculano", "non mi riconoscono", è meglio far da soli.
>
> siam pieni di parassiti, no? penso che nessuno, in sincerità, possa
> negarlo.
>
> (io continuo ad invocar cambi di atteggiamento "reale", pena il bipolarismo
> e la certezza di sprecare tempo ed energie)
>
>  Da dove partire? In tutta sincerità non ne ho idea :-) in generale però
>> direi che, così come abbiam fatto per l'AHAcamp, possiamo sempre provare a
>> discuterne qua, no?
>>
>>
>
> beh, mi sembra un inizio eccellente.
>
> ciaociao!
> xDxD
>
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