[aha] Ventenni
lo|bo
lo_bo at ecn.org
Sun Oct 12 16:37:18 CEST 2008
penelope.di.pixel ha scritto:
> devo/dobbiamo raccogliere i sampietrini, i
> brandelli del muro di berlino, i pezzi di mondo sfaciato, se "l'utero e
> mio e me lo gestisco io " non funziona perché, care sorelle, la
> biotecnologia ci ha superato..., se giovni non lo siamo e non lo siamo
> perchè i giovani sono i sessantenni che 'sta gioventù se la sono
a proposito di "l'utero e mio e me lo gestisco io" e le biotecnologie ci
sono dei lavori artistici molto interessanti, uno è dei Critical Art
Ensemble
http://www.critical-art.net/biotech/sra/index.html
Mentre ce ne sono altri di un collettivo femminista americano Subrosa
http://www.cyberfeminism.net/
che si è occupato molto delle consapevolezza e autodeterminazione del
corpo femminile nell'ambito delle nuove scoperte delle
biotecnologie...anche perchè è di questo che si sta parlando, io non
credo che sia fuori tempo, penso solo che debba essere rielaborato e che
esempi in questo senso ce ne sono e si dovrebbe continuare ad averne.
Per il resto anche io ormai sono nei 30, e penso di provare tanta rabbia
per il fatto che ho visto passare i miei 20 anni senza che ogni lotta
o protesta che facevamo potesse scalfire realmente quello contro cui
lottavamo. La reazione immediata è proprio quella che dice penelope, la
mia giovinezza non dovrebbe essere disegnata sulla base di quello che
hanno fatto gli altri tanti anni fa, non dovrei provare frustrazione per
questo. Ma è come se ci fosse stata una contrazione del tempo, come se
in 30 anni non fosse successo più nulla... Non so spiegare cos'è ma
penso che sia la pensate sensazione di sconfitta, sconfitta a priori.
Pensare che se non si ottiene quello che si vuole ci si debba sentire
inutili, perchè è vero che i 68ini hanno perso ma molto è cambiato.
Forse dovremmo solo riacquistare la gioia di urlare o solo anche di
parlare, la consapevolezza di essere soggetti sociali e politici
indipendentemente dai sanpietrini o da quello che si ottiene. Parlo per
me, ma probabilmente quello che è mancato è capire cosa significa
iniziare a parlare. Noi siamo stati inseriti in un contesto in cui si
dava per scontato il fatto che parlassimo e non abbiamo mai compreso
quale forza o debolezza avesse pronunciare una parola. Il 68 è stato
pieno di slogan, nelle manifestazioni di adesso ci si impiega un sacco
di tempo a trovarne qualcuno e spesso si reciclano da altri...:-D
(si, lo so è un pò incomprensibile)
--
[IIIII] lo|bo
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\)`-.___.(I) _(/) email: lo_bo [at] ecn [dot ] org
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