[aha] Visto da fuori...
agnese camellini
agnese.camellini at studio.unibo.it
Sat Jun 28 08:23:10 CEST 2008
Il giorno Jun 27, 2008, alle ore 10:00 PM, lo|bo ha scritto:
> . Sentire questa deriva depressivo-suicida non mi da di niente. Poi
> all'estero perchè dovrebbe essere meglio? forse perchè ci sono più
> persone che si sbattono, ma non si può pensare di delegare sempre
> agli altri. Lo dico senza accusa perchè io stessa mi sto
> organizzando per andare a stare fuori dall'Italia per un pò, ma mi
> viene una tristezza infinta se penso che sia l'unica alternativa e
> che non ci siano possibilità perchè se non ci sono quì non ci sono
> in nessun posto.
Si sono d'accordo.. Ma l'Italia è un bel paese, e l'esperienza della
depressione è una cosa che riguarda la singola persona. Le strade non
vengono fatte secondo le norme di sicurezza, e quindi noi perdiamo
amici e persone care.. Poi la ricchezza c'è, il modo per accedere
anche, almeno in via ipotetica, ma perdere una persona a cui vuoi bene
è un brutto colpo no?
Sembra davvero un capriccio? Non viviamo di queste cose?
Non credo sia una questione del fatto che all'estero si sbattano di
più, ma che li hai la possibilità di proteggere anche le tua sfera
personale in modo diverso.. Per questo siamo in questo "stato
depressivo", qualcuno ci ha fatto capire "coi fatti" più che con le
parole, che non valiamo niente.. Che l'unica cosa che vale, sono i
soldi e le raccomandazioni, sappiamo che le cose vanno così, siamo
abbastanza cinici da fronteggiarlo a livello culturale, ma a livello
umano, il prezzo è talmente alto che chiunque, qualsiasi essere dotato
di una coscienza, se ne rende conto..
Esempio mio personale, mi occupo di cultura digitale ufficialmente dal
2004, ma forse anche da prima. Ora che ho pubblicato il libro qualcuno
mi prende sul serio ma la maggior parte delle persone pensa che io
stia buttando il mio tempo.. A che serve fare cultura?, Tantovale fare
figli per un uomo che ha i soldi no?
Non era questo che proponeva Berlusconi alla precaria? E' al governo
giusto?
Come mai vi pare strano che da un punto di vista personale io ,come
molte persone che hanno investito sulla loro professionalità, siamo
deluse e vogliamo andar via?
Personalmente non ci tengo a vedermi davanti agli occhi il mio ex (con
porche) che sostiene che non "ho la forza di sopravvivere bene in
questo mondo" solo perché ho "avuto la forza" di seguire quello che ho
creduto essere un talento..
Questa è l'italia..
Bel paese!
Poi di cose sono riuscita a farne, senza dubbio, ma solo per ottenere
quello che mi spetta dalla casa editrice (la base della trasparenza
nei rapporti umani) devo aprire un contenzioso..
Fate un pò voi, sono al primo libro!
So di scrittori che sono arrivati a suicidarsi, perché le case
editrici semplicemente non volevano pagarli, anche se di norma e di
contratto avrebbero voluto e loro venivano visti dal resto del mondo
semplicemente come dei fannulloni...
Evito ulteriori polemiche, comunque ripeto, secondo me è una questione
"umana" e di "coscienza" più che una questione politica...
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