[aha] Perche' fare un ahaCamping + proposta xDxD

xDxD xdxd.vs.xdxd at gmail.com
Mon Jun 9 12:52:34 CEST 2008


Così mi piace assai  :)

approfitto, infatti, di questa mail per rispondere due righe e per 
apiccicarci, in fondo, il sunto di quel che vorrei fare all'ahaCamp e 
che trascriverò progressivamente sul wiki tra domani e dopodomani.

Iniziamo con la risposta.

Son daccordo. nel senso che negli ultimi anni m'è capitato di frustrarmi 
nei tentativi di coinvolgere questo e quello a far qualcosa (e, per 
taluni specifici "questi e quelli", a cacciar due lire per farlo) e, al 
contrario, di gioire di gioie elevatissime quando, a costo di mangiar 
pane e cipolle raccattate al mercato di piazza s.giovanni di dio, mi è 
capitato di riuscire a fare/partecipare/costruire/promuovere delle cose 
significative che provenivano dal basso.

e mi riferisco a cose multiformi. Penso al PEAM, più volte citato nei 
messaggi precedenti,  che ha sempre costruito tanto e combattuto con due 
lire contro eserciti di stronzi, realizzando cose che, per capirsi, se 
andavi da loro potevi evitare di andare alla biennale :)

Penso a LPM, a phagoff, alla DegradArte, alle cose fatte negli anni al 
forte prenestino, ai rave, alle ocupazioni di spazi, alle performance di 
invasione di altri eventi e situazioni (e con la biodoll, e allo iulm e 
alla sapienza, e all'internet governance forum, e al campidoglio, e 
nelle altre varie occasioni politiche e sociali.. la lista è infinita..)

e sì, anche all'Art is Open Source che ho fatto io al Linux Club di roma 
un paio di anni fa: un festival di arti elettroniche lungo tre mesi, da 
cui è passato mezzo mondo delle arti digitali, completamente finanziato 
da me (e che, quindi, per me ha costituito un tracollo finanziario, 
unito ad una gioia e un'estasi incredibile). Una lotta incredibile, 
immerso in un "quartiere del divertimento" fondato su coca e musica 
house, in cui la gente, passando per andare al Goa, naso infarinato e 
tacco a spillo, si incuriosiva e ascoltava un pezzo di sintesi granulare 
(all'epoca) accompagnato da un video generativo.. e magari chiedeva 
anche informazioni....

tante cose, che ne hanno create milioni di altre, dal basso, senza una 
lira (e non perchè una lira non sia stata chiesta a chi di dovere con 
competenza, professionalità, e adeguati background politici e sociali, 
sia ben chiaro).

lo so, viene un po' di invidia a guardare quelli che riescono, in 
qualche modo, a "sedersi". Non che diventino ricchi  o chissà cosa (in 
quest'ambiente di soldi ce ne sono pochi per tutti, è chiaro). ma che, 
in qualche modo, si "siedono". Ed è un po' colpa delle università e 
delle accademie. perchè si chiudono su sè stesse.

basta guardare titti i festival "importanti": pare di stare a delle 
sedute di laurea. son tutti professori e studenti con la tesi. 

il che non è buono. E' la morte, perchè gran parte delle cose di cui 
parliamo hanno ben poco da spartire con l'università, con l'accademia e 
con il ministero XYZ.

nascono dagli esperimenti della strada, delle culture interstiziali, da 
gente che si spaccava di anfetamine per stare un altro paio di ore 
davanti al PC per capire questo e quello, da ipercuriosi coglioncelli 
con gli occhiali. eccetera eccetera eccetera.

l'università c'entra, è chiaro: io non ho i soldi e le strutture a casa 
per far ricerca, che ne so', robotica o neuropsicologica. ma che le 
strutture "sotto" siano totalmente schiacciate da quelle sopra, mi 
sembra ridicolo.

soprattutto perchè le strutture si ammazzano da sole! un po' per invidia 
cercano l'istituzione per "sedersi". (con pochi soldi, quindi, ma "seduti").

sarò pessimistico... forse è perchè stan diventando tutti vecchi... boh...

e, quindi, ben venga qualcosa che nasce realmente "da sotto".

scomparire mi piace. e mi piace criticare chi non lo fa.

siam troppi ( e non sto parlando della lista) vogliamo troppo, e ci 
spetta poco. e non solo in termini economici, ma filosofici ed 
ecosistemici: poco di quello che facciamo è "nostro". E' un remix, è un 
minestrone di cose che già ci stanno, a cui noi aggungiamo poco: quel 
poco che è rappresentato dal nostro punto di vista.

l'econmia (psicologica, culturale, artistica, finanziaria, blablabla...) 
che può funzionare nel contemporaneo è diversa da così: non è basata 
sull'assegno, ma sullo scambio.

ma siamo comunque troppo occidentali per prenderlo realmente sul serio, 
no?   nì.



e , quindi, in totale (quasi) sintonia con le cose espresse da tatiana, 
propongo il mio contributo all'ahaCamp.

Che si riduce, per mancanza di tempo, al solo intervento principale che 
volevo fare. Ovvero, rinominandolo leggermente:

"Approccio ecosistemico/sensoriale/emozionale alla realizzazione di una 
storia dell'arte collaborativa"

Il contributo prenderà la forma di un workshop. Nel workshop virrei 
presentare un prototipo di piattaforma mista di web e di physical 
computing.

la piattaforma web sarà quella utilizzabile, appunto, sul web per 
collaborare verso la realizzazione fisica della storia dell'arte 
condivisa (il sistema, quindi, per inserire/criticare i dati, secondo 
quanto delineavo qualche mese fa parlando di spazio1/spazio2).

la piattaforma di physical computing sarà adatta per essere ficcata nei 
posti. sarà una piattaforma aperta (una infrastruttura 
software+hardware, per capirci) con cui creare materializzazioni di 
questa storia dell'arte collaborativa, da metter nei posti sotto forma 
di interfaccia fisica.

per essere ancora più preciso su quest'ultimo punto: il prototipo sarà 
costituito da una serie di librerie di programmazione e di specifiche 
hardware che chiunque potrà usare (e sviluppare/estendere) per creare la 
propria installazione che materializzi nello spazio fisico la storia 
dell'arte creata, in tempo reale, sotto forma di interfaccia fisica o, 
comunque, digitale.

Chi vuole si potrà scaricare uno degli esempi (o scaricando le librerie 
e le specifiche, se ne potrà sviluppare una a piacimento) per metterselo 
nel suo museo, nel suo locale, nella sua cameretta, nella sua cucina, 
nel cesso o dove più gli aggrada.

"fammi andare di là a controllare come sta la storia dell'arte, va, che 
mi rilassa..."

il progetto descriverà anche delle forme di sostenibilità economica 
basati sulla creazione di economie ecosistemiche basate proprio sulla 
disponibilità della piatatforma hardware+software aperta (esempio, ma ce 
ne sono migliaia: se io sono in grado e tu no, io ti 
sviluppo/personalizzo/espando l'installazione o qualcosa di derivato 
dalla tecnologia posseduta collettivamente; quanto prodotto su 
commissione va a finire nel calderone condiviso e diventa, quindi, 
riutilizzabile da tutti, salvo il pagamento che il committente A fa al 
realizzatore B per il soddisfacimento del suo bisogno specifico; col 
risultato che la base di "ricchezza" cresce sempre (e in direzioni 
sempre più diversificate, perchè la piattaforma proposta sarà, comunque, 
utilizzabile per fini generali)  )  Un processo collaborativo collegato 
alla storia dell'arte, quindi, che diventa la base e la scintilla di 
nascita di una economia ecosistemica realmente sostenibile e fondata sui 
principi di "non limitatezza", di "riproducibilità + aura", e di 
"assurdità del diritto d'autore".

Da domani comincio a scrivere/trascrivere sul wiki.

Riguardo alla piattaforma: ho in diversi cassetti delle cose che vorrei 
usare, che mi sembrano adatte. Le metterò, quindi, a disposizione di 
chiunque voglia partecipare.

Cià!
xDxD



T_Bazz ha scritto:
> Car@ tutt@,
>
> sono molto contenta che la situazione si sta movimentando, e che 
> cominciano a comparire le prime proposte per l'ahaCamping.
> Grazie Dedalus per aver messo su "carta" le prime proposte, credo che 
> dovremmo partire da quella mail per andare avanti. Ricordiamoci che 
> l'ahaCamping nasce da noi iscritti e prendera' la forma che vogliamo 
> dargli, quindi dovremmo un po' rimboccarci le maniche in questa fase 
> per costruire quello che riteniamo importante comunicare.
>
> A questo proposito, vorrei fare una piccola puntualizzazione, per 
> quanto riguarda gli obiettivi che vogliamo darci e il motivo per cui 
> stiamo organizzando questo camp. Ovviamente immagino che 600 iscritti 
> abbiamo motivazioni diverse, ma credo che sia importante a questo 
> punto evidenziare una linea guida collettiva.
>
> Ammetto che, pur nel piacere di leggere le vostre ultime email, alcune 
> mi hanno lasciato un po' perplessa, e sono anche un po' stupita, 
> perche' purtroppo vedo che anche negli ambienti "dal basso" come 
> questi, molto spesso si tende a dimenticare facilmente quelle che sono 
> le roots, le "radici" da cui veniamo. Primo fra tutti: aha non e' una 
> lista di 500 email, aha e' nata come un gruppo di persone con un 
> immaginario politico ben preciso. Non e' un caso che siamo su ecn, 
> ricordiamocelo, ecn non e' un semplice cappello, ma ha un senso 
> politico molto forte. Significa far parte di un background che si 
> ricollega a una storia iniziata in italia piu' di 20 anni fa, in cui 
> al primo posto c'e' la logica del do it yourself e dell'autogestione, 
> dell'avversione all'essere rappresentati da leader e la battaglia per 
> rimanere sempre indipendenti - come requisito principale del fare arte 
> e politica.
>
> Di conseguenza, io mi immagino questo ahacamp come uno spazio libero, 
> se ancora questa parola ha un senso. La tendenza che vedo oggi, 
> soprattutto per chi si occupa di arte, e' quella dell'"esserci", della 
> promozione, del fare nomi, di appellarsi alle - poche - istituzioni 
> che si occupano di cultura. Beh, sinceramente io mi immagino questo 
> camping al di fuori del solito avvallo delle istituzioni, ma come una 
> refresh totale in cui menti individuali e libere da ogni cappello 
> possano discutere della situazione di stallo in cui i movimenti sono 
> caduti, insieme al fare arte.
>
> Mi fa piacere vedere che le poche istituzioni italiane che si occupano 
> di arte digitale o elettronica prendano l'occasione dell'ahacamp per 
> creare un loro network, naturalmente sono liberissime di farlo, ma 
> spero che l'occasione di incontro vada oltre la solita macchia di 
> leopardo italiana, per mixare un po' i colori fra chi non vuole essere 
> rappresentato dalle istituzioni stesse.
>
> Mi fa anche un po' sorridere leggere che alcuni vogliono creare un 
> network ma poi non vengono al camp per via della lontananza, forse 
> dovremmo cominciare a muoverci un po' di piu' per raggiungere degli 
> obiettivi che abbiano un senso reale, al di la' delle singole e 
> isolate - purtroppo - situazioni italiane in cui la gente si prende la 
> briga di discutere un po'...
>
> non so, personalmente la situazione italiana la vedo molto grigia, 
> politicamente e culturalmente, io penso che questo camp non potra' 
> fare molto, ma almeno puo' essere ancora visto come un'occasione di 
> incontro senza personalismi e senza accentramenti.
>
> a questo proposito, forse sono troppo radicale non so, mi ha anche 
> lasciato un po' perplessa che gli amici del s.a.l.e abbiano creato una 
> pagina del wiki sul loro spazio....chiariamo, trovo lodevolissimo che 
> loro ci ospitino, ma sarei per togliere ogni riferimento a qualsiasi 
> istituzione singola. Ieri avevo scritto un piccolo pezzetto 
> introduttivo nella loro pagina, ma non sono piu' sicura neanche di 
> quello.
> Anche perche' sinceramente credo che il background di aha, pur se 
> vicino, sia molto diverso da chi parla di "cognitariato" e usa un 
> linguaggio troppo teorico per parlare di movimenti conreti che si 
> fanno giorno dopo giorno dal basso....Con questo non discuto affatto 
> la politica del sale, sono liberissimi ovviamente di esprimere cio' 
> che vogliono, ma vorrei che per l'occasione si partisse da una base 
> "neutrale", uno sfondo bianco su cui scrivere collettivamente qualcosa 
> di nuovo.
>
> comunque su questo discutiamone...
>
> ho poi delle ottime news per il camp, ma ve le scrivo in un'altra mail...
>
> tbazz
>
> p.s.
> per chi ancora dopo anni contesta alla lista di ecn di essere uno 
> spazio chiuso (e non parlo di aha qui, ma di ecn), beh, vi invito a 
> vedere la lista dei numerosissimi centri sociali che hanno lo spazio 
> sul server e a rileggervi un po' la storia delle fondamentali mailing 
> list sulla cybercultura e l'attivismo che il server ha ospitato.
> in piu' ricordiamoci che siamo dentro uno spazio con una politica 
> sulla privacy molto forte, non vengono conservati i file di log, e 
> tutto questo dovrebbe essere apprezzato, almeno a mio parere (e di 
> molti altri, credo...).
>



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