[aha] vi giro - LA FINE DELL'ANTROPOLOGIA
francesco monico
francescomonico at gmail.com
Sat Aug 16 16:29:47 CEST 2008
non ci siamo persi la cronaca
il punto è che canevacci coglie un punto chiave della didattica
sia universitaria che accademica
riguardo all'imbarazzante comportamento delle università concordo con te
ma le accademia non hanno ancora la forza politica per sviluppare una
dialettica con le università
per cui nel paese dei clientelismi siamo deboli
per altro non sarei così sicuro del minor peso del titolo accademico
francesco
Il giorno 16 agosto 2008 15.11, lo|bo <lo_bo at ecn.org> ha scritto:
> Probabilmente qualcuno si è perso un po' di cronaca italiana, ma vorrei
> ricordare che il 31 Dicembre 2007 è stato il termine ultimo per poter
> rendere effettiva la fatidica legge 508 del 99, la legge che prevedeva la
> riforma delle Accademie sulla linea di quella universitaria.
>
> Il passaggio era prevalentemente didattico e prevedeva lo spostamento da un
> piano di studi di quattro anni ad un piano di studi basato sul tre più due.
> La fantastica riforma a costo zero, che significa che i costi ricadono tutti
> sugli studenti. Mentre questo processo era da tempo stato avviato
> dall'Accademia di Brera a Milano e da altre poche Accademie, non si poteva
> dire lo stesso per molte Accademie che si sono trovate improvvisamente a
> dover affrontare il nuovo piano di studi. Parlo di grandi Accademie come
> Roma, Napoli, Palermo, Bari. Nonostante ci sia stato poco richiamo da parte
> dei media, ci sono state diverse agitazioni studentesche di studenti più che
> interessati alle questioni didattiche. Diverse Accademie hanno avviato delle
> occupazioni e altre forme di protesta, Roma è rimasta occupata per quasi tre
> mesi, così Napoli e Bari, anche a Milano, Brera è stata occupata in parte.
> Da quella mobilitazione studentesca del tutto passata inosservata, è nato,
> per quello che ne so, il SALE a Venezia, il luogo che ci ospiterà ad
> Ottobre.
>
> Ci sono stati diversi incontri con il Ministro della Pubblica Istruzione, e
> il 25 gennaio a Milano si è tenuta una assemblea generale di tutti i
> rappresentanti delle Accademie, con i rappresentanti nazionali.
> Proprio in quell'incontro si è constatato come il problema della didattica
> sia molto più complesso della ristretta cerchia delle Nuove tecnologie, che
> cmq non sono una realtà di tutte le accademie. I dipartimenti tradizionali
> come Pittura e Scultura chiedevano di poter vedere riconosciuti i loro
> quattro anni e mantenere quella forma. Mentre i nuovi dipartimenti approvati
> in blocco sulla base dei nuovi corsi di Brera, era considerati più un
> problema che altro. L'ostilità partiva principalmente dalla bacata idea di
> una riforma a costo zero che pesa tutta sulle spalle degli studenti ormai
> non più tutelati nemmeno come lavoratori. Quello che però emergeva era
> principalmente la determinazione ad avere diritto e varietà di scelta, con
> il sostegno del Ministero. Le iniziative di auto-formazione sono state molte
> e continuano, anche in questo caso bisogna ricordare la illuminata
> esperienza del SALE.
>
> Tuttavia ritornando alla questione Canevacci, non lo conosco come
> professore ne come intellettuale, ritengo che sia giusto che gli studenti
> abbiano varietà di scelta. Ma non dimentichiamo che Canevacci fa parte di un
> sistema baronale universitario che è stato il primo ostacolo perché le
> Accademie ottenessero lo statuto di Università. L'attuazione di quella legge
> ha infatti previsto che le Accademie si adeguassero alla struttura delle
> Università senza però essere riconosciute al loro pari. Non ci sono laureati
> nelle Accademie ma solo "diplomati accademici" termine burocratico per non
> riconoscere alla formazione artistica lo stesso statuto di qualsiasi altro
> tipo di formazione.
> L'istituzione che si è maggiormente opposta a questo ingresso è proprio
> l'Università e i suoi sindacati per poter tutelare il diritti intoccabili
> dei professoroni. Anche per quello che riguarda le classi di concorso, gli
> studenti che concludono il corso di studi nelle Accademie non hanno nessuna
> definizione. Possono fare la domanda di assunzione alle poste perché hanno
> un titolo equipollente alle lauree ma se gli si chiede a che cosa sono
> equipollenti nello specifico, non è possibile saperlo. Quindi addio concorsi
> in luoghi come musei o istituzioni artistiche. Per non parlare dei dottorati
> inesistenti. Allora pensiero critico in opposizione alla formazione
> professionale quanto volete, ma di quale formazione professionale state
> parlando, la formazione di precari e sfruttati.
>
> Allora si piange perché un professore strapagato perde il posto, e non c'è
> assolutamente nessun riscontro sulle reali problematiche studentesche. Non
> c'è più nessun diritto allo studio, i costi delle Accademie arrivano alle
> stelle, la formazione è solo quella che ha come sbocco lo sfruttamento. Non
> c'è nessuna garanzia di una continuità didattica, perché si precarizza anche
> il corpo docenti.
> Scusate la provocazione, ci saranno pure menti illuminate, e fuori dal
> comune, ma tutti questi discorsi hanno molto poco a che vedere con i
> problemi degli studenti, ma servono solo a garantire i diritti dei
> burocrati. Mi da fastidio che si interpelli il diritto allo studio, quando
> questo vale solo per alcuni studenti, quelli di scienze della comunicazione
> di Roma. Allora facciamo pure una crociata per sto Canevacci, ma che lui
> sprechi qualche parola per i diritti di tutti gli studenti, che siano
> all'università o meno, contro i suoi interessi e contro i suoi sindacati.
>
> Non dico che ce l'ho con lui in particolare, ma mi sembra strano che ci sia
> stato tutto questo giro di email per uno solo e non si prenda in
> considerazione migliaia di studenti che da Novembre a Febbraio non hanno
> fatto altro che manifestare per il loro diritti. Cerco chi ha i modi, si fa
> sentire di più. Il colmo è anche dire che gli studenti non sono interessati
> alla didattica. Io direi che è più vero che le istituzioni non sono
> interessate agli studenti, e si riempiono la bocca e si parano il culo
> affermando di difendere i loro interessi. Non mi sto riferendo alle
> Accademie private in cui probabilmente il discorso è diverso, io non le
> conosco e non so dirlo. Agli studenti delle Accademie posso dire che in
> Italia tra gli studenti c'è molto impegno sulla didattica indipendentemente
> dalla piccola cerchia delle "Nuove tecnologie", che pure cerca il suo posto,
> ci sono diversi gruppi di autoformazione basta cercarli. Certo, anche
> sull'autoformazione si potrebbe parlare, ma è un altro post :-).
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> [IIIII] lo|bo
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