[aha] vi giro - LA FINE DELL'ANTROPOLOGIA
lo|bo
lo_bo at ecn.org
Sat Aug 16 15:11:01 CEST 2008
Probabilmente qualcuno si è perso un po’ di cronaca italiana, ma vorrei
ricordare che il 31 Dicembre 2007 è stato il termine ultimo per poter
rendere effettiva la fatidica legge 508 del 99, la legge che prevedeva
la riforma delle Accademie sulla linea di quella universitaria.
Il passaggio era prevalentemente didattico e prevedeva lo spostamento da
un piano di studi di quattro anni ad un piano di studi basato sul tre
più due. La fantastica riforma a costo zero, che significa che i costi
ricadono tutti sugli studenti. Mentre questo processo era da tempo stato
avviato dall’Accademia di Brera a Milano e da altre poche Accademie, non
si poteva dire lo stesso per molte Accademie che si sono trovate
improvvisamente a dover affrontare il nuovo piano di studi. Parlo di
grandi Accademie come Roma, Napoli, Palermo, Bari. Nonostante ci sia
stato poco richiamo da parte dei media, ci sono state diverse agitazioni
studentesche di studenti più che interessati alle questioni didattiche.
Diverse Accademie hanno avviato delle occupazioni e altre forme di
protesta, Roma è rimasta occupata per quasi tre mesi, così Napoli e
Bari, anche a Milano, Brera è stata occupata in parte. Da quella
mobilitazione studentesca del tutto passata inosservata, è nato, per
quello che ne so, il SALE a Venezia, il luogo che ci ospiterà ad Ottobre.
Ci sono stati diversi incontri con il Ministro della Pubblica
Istruzione, e il 25 gennaio a Milano si è tenuta una assemblea generale
di tutti i rappresentanti delle Accademie, con i rappresentanti nazionali.
Proprio in quell’incontro si è constatato come il problema della
didattica sia molto più complesso della ristretta cerchia delle Nuove
tecnologie, che cmq non sono una realtà di tutte le accademie. I
dipartimenti tradizionali come Pittura e Scultura chiedevano di poter
vedere riconosciuti i loro quattro anni e mantenere quella forma. Mentre
i nuovi dipartimenti approvati in blocco sulla base dei nuovi corsi di
Brera, era considerati più un problema che altro. L’ostilità partiva
principalmente dalla bacata idea di una riforma a costo zero che pesa
tutta sulle spalle degli studenti ormai non più tutelati nemmeno come
lavoratori. Quello che però emergeva era principalmente la
determinazione ad avere diritto e varietà di scelta, con il sostegno del
Ministero. Le iniziative di auto-formazione sono state molte e
continuano, anche in questo caso bisogna ricordare la illuminata
esperienza del SALE.
Tuttavia ritornando alla questione Canevacci, non lo conosco come
professore ne come intellettuale, ritengo che sia giusto che gli
studenti abbiano varietà di scelta. Ma non dimentichiamo che Canevacci
fa parte di un sistema baronale universitario che è stato il primo
ostacolo perché le Accademie ottenessero lo statuto di Università.
L’attuazione di quella legge ha infatti previsto che le Accademie si
adeguassero alla struttura delle Università senza però essere
riconosciute al loro pari. Non ci sono laureati nelle Accademie ma solo
“diplomati accademici” termine burocratico per non riconoscere alla
formazione artistica lo stesso statuto di qualsiasi altro tipo di
formazione.
L’istituzione che si è maggiormente opposta a questo ingresso è proprio
l’Università e i suoi sindacati per poter tutelare il diritti
intoccabili dei professoroni. Anche per quello che riguarda le classi di
concorso, gli studenti che concludono il corso di studi nelle Accademie
non hanno nessuna definizione. Possono fare la domanda di assunzione
alle poste perché hanno un titolo equipollente alle lauree ma se gli si
chiede a che cosa sono equipollenti nello specifico, non è possibile
saperlo. Quindi addio concorsi in luoghi come musei o istituzioni
artistiche. Per non parlare dei dottorati inesistenti. Allora pensiero
critico in opposizione alla formazione professionale quanto volete, ma
di quale formazione professionale state parlando, la formazione di
precari e sfruttati.
Allora si piange perché un professore strapagato perde il posto, e non
c’è assolutamente nessun riscontro sulle reali problematiche
studentesche. Non c’è più nessun diritto allo studio, i costi delle
Accademie arrivano alle stelle, la formazione è solo quella che ha come
sbocco lo sfruttamento. Non c’è nessuna garanzia di una continuità
didattica, perché si precarizza anche il corpo docenti.
Scusate la provocazione, ci saranno pure menti illuminate, e fuori dal
comune, ma tutti questi discorsi hanno molto poco a che vedere con i
problemi degli studenti, ma servono solo a garantire i diritti dei
burocrati. Mi da fastidio che si interpelli il diritto allo studio,
quando questo vale solo per alcuni studenti, quelli di scienze della
comunicazione di Roma. Allora facciamo pure una crociata per sto
Canevacci, ma che lui sprechi qualche parola per i diritti di tutti gli
studenti, che siano all’università o meno, contro i suoi interessi e
contro i suoi sindacati.
Non dico che ce l’ho con lui in particolare, ma mi sembra strano che ci
sia stato tutto questo giro di email per uno solo e non si prenda in
considerazione migliaia di studenti che da Novembre a Febbraio non hanno
fatto altro che manifestare per il loro diritti. Cerco chi ha i modi, si
fa sentire di più. Il colmo è anche dire che gli studenti non sono
interessati alla didattica. Io direi che è più vero che le istituzioni
non sono interessate agli studenti, e si riempiono la bocca e si parano
il culo affermando di difendere i loro interessi. Non mi sto riferendo
alle Accademie private in cui probabilmente il discorso è diverso, io
non le conosco e non so dirlo. Agli studenti delle Accademie posso dire
che in Italia tra gli studenti c’è molto impegno sulla didattica
indipendentemente dalla piccola cerchia delle “Nuove tecnologie”, che
pure cerca il suo posto, ci sono diversi gruppi di autoformazione basta
cercarli. Certo, anche sull’autoformazione si potrebbe parlare, ma è un
altro post :-).
--
[IIIII] lo|bo
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