[Redditolavoro] Cronaca di un disastro annunciato

Partito Comunista dei Lavoratori pclavoratoribologna at gmail.com
Wed Jul 13 12:08:38 CEST 2016


Cronaca di un disastro annunciato

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Lo scontro tra i due treni tra Andria a Corato è solo uno dei tanti
paradigmi del fallimento del sistema capitalistico.

La tratta lungo la quale i due treni si sono scontrati è gestita, grazie ad
un contratto di servizio stipulato con la Regione Puglia, dalla società
privata Ferrotramviaria Spa, guidata da Gloria Maria Pasquini, sorella del
“conte” Enrico Maria Pasquini. La famiglia Pasquini controlla la società al
61,36% con una più piccola quota, il 12.7 % intestato a Clara Nasi,
discendente della famiglia Agnelli.
Il “conte” Enrico ha a lungo operato sulla piazza di Roma attraverso la sua
fiduciaria italiana, la Amphora, sede a Roma, in via Winckelmann, lo stesso
indirizzo della Ferrotramviaria Spa. Sulle attività di Amphora ha indagato
a lungo la Procura della repubblica di Roma, oltre al Nucleo speciale di
polizia valutaria della Guardia di Finanza . Gli investigatori, nel corso
della lunga inchiesta, hanno scoperto un “giro” di trasferimenti di
capitali in nero tra l'Italia e vari paradisi fiscali e penali.

La Ferrotramviaria S.P.A. è proprietaria dei treni e dell’infrastruttura
ferroviaria per un tratto di 83 chilometri che si estende da Bari sino a
Barletta; 43 km del percorso, quelli lungo i quali si è verificata la
tragedia del 12 luglio, sono da sempre a binario unico, nonostante gli
innumerabili miliardi accumulati dalla Ferrotramviaria nel corso della sua
storia e mai reinvestiti dall'azienda nel miglioramento delle
infrastrutture, ad esempio per il raddoppio dei binari. D'altra parte: per
quale ragione dovrebbe mai interessare a un “conte” (o alla sua sorellina)
la vita di questi proletari che tutte le sante mattine devono prendere i
suoi treni per sfamare le loro famiglie? Per quale ragione dovrebbe mai
interessare a un “conte” (o alla sua “sorellina”) la vita di tutti quegli
studenti che ogni giorno devono utilizzare il suo trenino per conquistare
un titolo di studio con cui diventeranno gli sfruttati del sistema
salariato domani?
Per quale ragione il “conte” o la sua sorellina (la “contessina”)
dovrebbero spendere i loro immensi profitti e i denari pubblici che
annualmente regala loro la regione Puglia per mettere in sicurezza la
tratta Bari-Barletta? Ma che muoiano questi proletari, per di più
meridionali e sottosviluppati.

Ed è così che la stampa borghese si accanisce alla ricerca del lavoratore
colpevole, cercando di capire se è stato il macchinista che non ha risposto
alla telefonata del capistazione o al contrario il capistazione che non ha
telefonato al macchinista per avvisarlo che un treno gli stava arrivando in
faccia. Ma è roba da matti! Nel 2016, in epoca di totale automatizzazione
dei sistemi ferroviari, si cerca ancora di sviare le responsabilità dal
vero e unico assassino dei viaggiatori pugliesi: il sistema capitalistico.
Al contrario, perseguendo la logica perversa e criminale dei loro padroni,
i giornalisti si affannano ad addossare ai lavoratori la colpa della
tragedia e si guardano bene dal puntare l'indice verso gli unici
responsabili della catastrofe, quei padroni che lanciano due treni l'uno
contro l'altro ad alta velocità su un unico binario, solo per non
reinvestire parte dei loro strabilianti profitti nella realizzazione di un
doppio binario.

Come Partito Comunista dei Lavoratori siamo solidali con le famiglie delle
vittime di questo disastro annunciato. Ma noi non piangiamo lacrime di
coccodrillo: a differenza di quei governanti che ora fingono di affannarsi
alla ricerca del colpevole e magari sperano di poter addossare le
responsabilità alla fatalità o all'errore umano di un lavoratore, noi
sappiamo chi è il responsabile di questo disastro. Questo disastro è
l'ennesimo frutto marcio di un sistema sociale che tende a massimizzare i
profitti di pochi parassiti a danno della vita dei lavoratori. Questo
disastro è l'ennesimo frutto marcio di quel sistema sociale che viene
difeso a spada tratta da quegli stessi governanti che in queste ore
piangono le lacrime di coccodrillo.

Nel dolore di queste ore, i lavoratori e gli studenti pugliesi hanno una
importante lezione da apprendere: siamo carne da macello nell'ingranaggio
della macchina borghese. I nostri sogni, le nostre vite, la nostra
quotidiana fatica per cercare di ritagliarci uno spazio dignitoso in questa
società sono messi quotidianamente a rischio da un sistema che ha un unico
obiettivo: quello di far arricchire un pugno di parassiti sul nostro lavoro
e sulla nostra pelle. La vita di decine di migliaia di lavoratori pugliesi
che quotidianamente sono costretti a viaggiare l'uno contro l'altro su uno
stesso binario non conta nulla in questo sistema. L'unico dio è il profitto
dei “conti” e delle “contessine”.

Ma non è più il tempo di scandalizzarsi. Quello che accade tutti i giorni,
in Puglia e in tutto il mondo, è semplicemente il prodotto di una società
che persegue la folle logica della guerra tra capitali e della guerra che
il capitalismo conduce contro i suoi sfruttati.


*Come Partito Comunista dei Lavoratori rivendichiamo l'esproprio, sotto il
controllo dei lavoratori, delle infrastrutture ferroviarie e dei treni
della tratta Bari-Barletta, assieme all'esproprio dei profitti della
Ferrotramviaria S.P.A e il loro riutilizzo per la messa in sicurezza della
tratta Bari-Barletta. Solo abolendo il sistema dei profitti, solo
consentendo ai lavoratori di operare in condizioni di sicurezza, queste
catastrofi possono essere evitate. Ma per fare questo è necessario che i
lavoratori concentrino nelle loro mani le leve del potere, spazzando via,
una volta per tutte, i parassiti e i loro governanti.*
Salvatore de Lorenzo Coordinatore regionale del Partito Comunista dei
Lavoratori, Puglia

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