[Redditolavoro] Con Domenico Destradis, con i delegati FCA (ex FIAT)
Partito Comunista dei Lavoratori
pclavoratoribologna at gmail.com
Fri Jan 15 00:12:54 CET 2016
Con Domenico Destradis, con i delegati FCA (ex FIAT), difendiamo la
resistenza contro Marchionne e la democrazia sindacale in CGIL
Dallo scorso inverno in diversi stabilimenti FCA (ex FIAT) del centro-sud
(prima Pomigliano, Sevel e Melfi, poi Termoli), Marchionne ha iniziato ad
esigere regolarmente straordinari comandati: sabati e domeniche in
fabbrica, estendendo lo sfruttamento di lavoratori e lavoratrici, per
garantire continuità nella produzione e saturazione degli impianti. In
questo modo, e solo in questo modo, spera di sviluppare un’azienda “drogata
di capitale” (come lo stesso Marchionne la definisce), riducendo i debiti e
distribuendo valore tra gli azionisti.
È il suo modello, imposto prima a Pomigliano, poi a Mirafiori e quindi in
tutto il Gruppo FIAT: un contratto specifico di lavoro (fuori dal Contratto
Nazionale metalmeccanico) che cancella i diritti sindacali e quelli
individuali, introduce massima flessibilità oraria e malattie non pagate,
intensifica lo sfruttamento con i nuovi ritmi dell’Ergo-Uas e la
moltiplicazione dei turni (notturni e festivi), vieta di fatto il diritto
di sciopero con l’esigibilità contrattuale.
Contro questa ulteriore imposizione, all’inizio dell’anno scorso tutta la
FIOM si è opposta, indicendo scioperi in occasione di questi straordinari.
Ma nella difficoltà della lotta, sotto le pressioni dei media, con la
prospettiva di riconquistare un fronte unitario con gli altri sindacati, ha
ben presto abbandonato questa iniziativa. Una parte dei delegati e delle
delegate (RSA) FIOM ha ritenuto sbagliata questa scelta: un “epilogo
negativo della battaglia che dentro le fabbriche abbiamo sostenuto
duramente noi delegati insieme ai lavoratori che rappresentiamo! […]
Rinunciare, proprio in questa fase, all’unico strumento di lotta che la
FIOM e le sue RSA posseggono per contrastare l’arroganza padronale sarebbe
un errore enorme […] I lavoratori ci riconoscono il merito di fare sempre e
comunque le battaglie che riteniamo giuste, e non solo quelle convenienti!
Ed è da quest’ultimo elemento che dobbiamo ripartire, perché domani le
ragioni del nostro sacrificio diventino le ragioni di una vittoria, dura
sicuramente, ma che ci vede unico e ultimo baluardo di democrazia in un
mondo, quello FIAT, dove spesso la legge si ferma ai cancelli d’ingresso”
(dalla Lettera al segretario FIOM di una trentina di RSA FCA e indotto, 1
aprile 2015; (1)
Per questo, nel corso di questi mesi, hanno portato avanti questa lotta, in
coerenza con la linea di contrasto al CCSL. Questi delegati e queste
delegate, come rappresentanti sindacali nel proprio luogo di lavoro, hanno
quindi indetto uno sciopero degli straordinari ogni qualvolta ci fosse
occasione, restituendo a lavoratori e lavoratrici questo diritto messo in
discussione dal CCSL e garantendo concretamente a loro, sempre e comunque,
la possibilità di non venire in fabbrica il sabato e domenica. Nell’ambito
dei loro diritti e dei loro poteri. Una lotta aspra e ardua: sottoposti
all’ostracismo dell’azienda, nella disattenzione dell’opinione pubblica e
della sinistra (pochi gli articoli, i sostegni e le solidarietà),
nell’isolamento dello stesso sindacato a cui appartengono. In questo
contesto, dalla scorsa primavera è nato un coordinamento, “per contrastare
in maniera più incisiva ed efficace la deriva autoritaria persistente negli
stabilimenti FIAT a seguito dell’introduzione del CCSL e della nuova
metrica del lavoro Ergo-Uas. La finalità di tale iniziativa è
esclusivamente quella di riunire i lavoratori e lavoratrici, marciando
uniti contro le divisioni promosse dai vertici aziendali, condividendo
iniziative di lotta e conflitto, le uniche indispensabili al ripristino di
condizioni di lavoro ed economiche migliori all’interno delle fabbriche”.
Un coordinamento di scopo, quindi, come in tanti altri settori e in tante
altre aziende, che coinvolge delegati e delegate, lavoratori e lavoratrici,
di diverse organizzazioni sindacali (USB, FLMU-CUB, SlaiCobas e FIOM-CGIL).
Mimmo Destradis è uno di questi delegati RSA. Come altri, appartiene da
tempo all’area "Il sindacato è un'altra cosa - Opposizione CGIL", minoranza
anche in FIOM. Per questo, a partire dalla sua rappresentatività in azienda
e da questa esperienza di lotta, quest’area lo ha proposto come componente
del Comitato Centrale della FIOM, nel quadro di 17 sostituzioni valutate
nella sua ultima riunione (8 gennaio 2016). Il gruppo dirigente FIOM ha
rifiutato questa indicazione, impedendo la sua elezione in CC. Una scelta
grave ed inedita, autoritaria e dispotica, che ha cancellato il diritto di
una minoranza di poter individuare i propri rappresentanti negli organismi
dirigenti: un diritto statutario, sinora mai messo in discussione in una
categoria che ha fatto delle democrazia e della dialettica sindacale un
proprio valore.
Il problema sollevato è però ben più grave e ben più esteso. Il rifiuto di
inserire Mimmo in CC è stato giustificato sulla base di un “interpello” al
Collegio Statutario CGIL (una denuncia interna): i due dirigenti FIOM di
Basilicata e Molise hanno chiesto di verificare la compatibilità tra
l'adesione alla CGIL e la costituzione di quel coordinamento di base, nato
per contrastare il modello Marchionne. Diverse RSA sono quindi coinvolte in
questa denuncia (la maggioranza di Termoli, una buona parte di Melfi e
della Sevel, oltre che altre in diversi stabilimenti FCA): compagni e
compagne fortemente rappresentativi, come testimoniato dalle recenti
elezioni RLS (che li hanno visti eletti con centinaia di voti, nei primi
posti delle liste FIOM: vedi a titolo di esempio, tra gli altri, la nostra
compagna del PCL di Termoli Stefania Fantauzzi (2).
*La FIOM, nel 2010, quando Marchionne ha proposto il suo modello, ha
rappresentato per milioni di lavoratori e lavoratrici una speranza di
resistenza: una resistenza democratica e di classe. Oggi, dopo la chiusura
nel vuoto della lotta contro il Jobs Act nel 2015, dopo un autunno gelido
che non ha visto movimenti in grado di contrastare Renzi o il padronato,
l’eventuale esclusione dalla CGIL delle sue avanguardie negli stabilimenti
più grandi dell’ex FIAT sarebbe un segnale devastante per l’insieme della
classe. Dopo aver abdicato alla lotta contro il governo nella scorsa
primavera, dopo aver contrastato con documenti interni e con comunicati
pubblici gli scioperi degli straordinari, la FIOM non può e non deve
marginalizzare una parte significativa, quella più combattiva, dei suoi
delegati e delle sue delegate in prima linea contro Marchionne! *
Abbiamo sempre avuto un atteggiamento critico, a differenza di altri,
rispetto alle scelte di Landini e della FIOM. Negli ultimi anni, poi, non
abbiamo condiviso per nulla il progressivo scivolamento della sua linea:
l’arretramento dello scontro nel 2012/2013, la ricomposizione altalenante
con la maggioranza camussiana, la proposta delle primarie per eleggere i
gruppi dirigenti in CGIL, gli ammiccamenti interlocutori con Renzi nel
momento della sua ascesa, l’illusione di una coalizione sociale limitata
all’associazionismo e all’"antagonismo compatibile" con il centrosinistra
(naufragata nel vuoto nel giro di una stagione politica). Ma qui si sta
sostituendo le ragioni della politica e del confronto con quelle della
disciplina e del controllo, tagliando alle radici quella diversità che ha
rappresentato la FIOM negli ultimi vent’anni, tornando alle triste fase di
Vigevani e Damiano (della FIOM disciplinata dei primi anni Novanta).
*Per questo, non solo diamo piena solidarietà a tutti i delegati e le
delegati FCA; non solo auspichiamo sia al più presto sanata l’esclusione
del compagno Destradis dal CC, ma facciamo appello a tutti i soggetti, le
forze ed i singoli della sinistra affinché firmino l’appello alla CGIL ed
alla FIOM a non procedere su questa strada disciplinare (3) *
(1)
http://sindacatounaltracosa.org/2015/04/01/delegati-fiat-lettera-al-segretario-fiom/
(2)
http://sindacatounaltracosa.org/2015/06/06/elezioni-rsl-fca-termoli-in-alto-a-sinistra/
(3) Per adesioni: rossidiversiliberi a libero.it, potete trovarla su
http://sindacatounaltracosa.org/2016/01/13/appello-a-camusso-landini-non-licenziamoli-di-nuovo/
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