[Redditolavoro] Fw: adesione appello
maoist
pcro.red at gmail.com
Mon Nov 30 09:31:54 CET 2015
massima solidarietà dallo
slai cobas per il sindacato di classe
coordinamento nazionale
slaicobasta a gmail.com
347-5301704
30 novembre 2015
APPELLO DI SOLIDARIETA’ PER I LAVORATORI DI MONTEDOMINI INGIUSTAMENTE
LICENZIATI
Per adesioni scrivi a nojobsactfirenze a gmail.com
Il giorno 20 novembre 2015 il tribunale del lavoro di Firenze ha emesso una
sentenza vergognosa,
rigettando il ricorso presentato da Cristian e Olivia, entrambi
operatori della Residenza Sanitaria Assistita (RSA) San Silvestro di
Firenze.I
lavoratori erano dipendenti della cooperativa Agorà Toscana, che
gestisce l’RSA per conto dell’Azienda di Servizi alla Persona (ASP)
Montedomini, a sua volta amministrata da dirigenti nominati dal Comune
di Firenze. Nel dicembre 2014, subito dopo Natale, i lavoratori sono stati
licenziati in tronco,
essendosi rifiutati di servire il primo pasto della cena del giorno di
Santo Stefano, giunto (per l’ennesima volta) in ritardo, e quindi
inevitabilmente scotto e colloso, immangiabile. Cristian e Olivia si
sono comunque confrontati coi pazienti, che hanno acconsentito a
ricevere una dose più abbondante del secondo e a “rinunciare” alla
pasta, divenuta ormai colla, anche perché nel pomeriggio avevano
ricevuto una merenda natalizia in più. La cooperativa Agorà ha ritenuto
sufficiente questo gesto per mandarli via dal lavoro. Contro il
licenziamento, Cristian e Olivia sono immediatamente ricorsi in tribunale.Al
giudice è bastato concentrarsi sui lavoratori intenti a gettare la
pasta nella pattumiera per accusarli di comportamento “lesivo nei
confronti della dignità dei pazienti” (ex art. 42 CCNL cooperative
sociali), nonostante questi ultimi fossero stati interpellati e fossero
d’accordo (!) e rigettare la richiesta di reintegro!Come se non
bastasse, il giudice per umiliarli ed inibire l’accesso alla “giustizia”
ha condannato Cristian e Olivia al pagamento di una penale di circa
4.000 euro (più un 15% di spese legali e IVA) che faranno lievitare il
costo a quasi 6000 euro.Il giudice era così impegnato a puntare il dito
contro di loro da non vedere la luna:
non si è accorto per esempio che Agorà toscana aveva già provato a
licenziare un’altra lavoratrice di sessant’anni, Antonietta, poi
reintegrata per la palese inconsistenza delle argomentazioni aziendali. Non
si è accorto che Agorà paga i salari regolarmente in ritardo, che non
rispetta l’orario lavorativo fissato, che adotta atteggiamenti
autoritari al lavoro, e non solo a Firenze e in Toscana, ma
anche nelle altre sedi sparse per l’Italia, presenti in ben 8 regioni.
Non si è accorto soprattutto che Cristian, Olivia e Antonietta facevano
parte di un gruppo di lavoratori iscritti ai Cobas che avevano
denunciato i comportamenti dell’azienda, e che il loro licenziamento è stato
un atto chiaramente ritorsivo nei loro confronti!La sentenza riflette un
clima politico segnato dall’attacco che il Governo Renzi sta portando ai
diritti dei lavoratori.
L’art. 18 – definitivamente abolito dal Jobs Act – non è infatti un
semplice dispositivo giuridico, ma riflette la possibilità per i
lavoratori di dire la propria e di organizzarsi per far valere i propri
diritti. Purtroppo il giudice ha deciso di adeguarsi allo spirito dei
tempi.Non si tratta però solo di questo: Olivia e Cristian infatti
lavoravano all’interno degli appalti della pubblica amministrazione, ossia
all’interno di quei servizi che vengono dati in gestione a cooperative o
società private. È sui lavoratori degli appalti che si regge ormai l’intera
offerta in servizi delle amministrazioni pubbliche. Basti
pensare che la ASP Montedomini – che teoricamente dovrebbe gestire
l’assistenza pubblica di un comune di 350.000 abitanti come Firenze – ha
solo 40 dipendenti diretti (!). Tutto i resto diviene monopolio
naturale delle cooperative, legate a doppio filo agli amministratori da
un fiume continuo di denaro pubblico e da accordi quantomeno opachi. Non
siamo certo noi di aver scoperto l’acqua calda, cioè l’esistenza
endemica e strutturale di appalti truccati nelle grandi città
metropolitane.Così i lavoratori sono doppiamente vessati. Da
un lato ci sono le cooperative che intercettano i finanziamenti
pubblici e cercano di trarne il massimo vantaggio: il risultato sono
turni massacranti, costante carenza di organico, precarietà sistematica
(dati i continui cambi appalti) e autoritarismo aziendale. Proprio
quello che Cristian e Olivia hanno vissuto sulla propria pelle. D’altra
parte, il recupero di risorse per il pagamento del debito
pubblico viene effettuato per la gran parte tagliando sui servizi
pubblici e in particolare quelli comunali: tutti bravi a dire che non ci
sono i soldi, ma nessuno ci è mai venuto a dire una piccola verità, ossia
che le esternalizzazioni costano di più rispetto alla gestione pubblica
diretta. Sta
di fatto che per pagare questo benedetto debito (ma di chi e per chi??)
gli utenti vedono peggiorare – o peggio scomparire – il servizio,
mentre i lavoratori vengono licenziati da un giorno all’altro. Costruiamo la
solidarietà!Il
licenziamento di Cristian e Olivia diventa dunque un monito per i loro
colleghi e tutti quei lavoratori che vogliono e possono reagire a questa
condizione di doppio ricatto. Non è un caso che Montedomini si
sia subito schierata al fianco della Cooperativa Agorà, avallando i
licenziamenti. I dirigenti di Montedomini nominati dalla Giunta e i
capetti della Cooperativa sanno infatti benissimo che lo sviluppo di una
coscienza sindacale e politica tra i lavoratori può essere un
potenziale pericolo per i loro giri d’affari.Noi
invece pensiamo che, nonostante la sentenza in primo grado abbia dato
ragione ad Agorà, i lavoratori siano nel giusto. Noi pensiamo che quanto
successo la sera del 26 dicembre 2014 sia la diretta conseguenza delle
politiche di Montedomini e del Comune di Firenze, dei tagli e delle
speculazioni costruite sulla pelle dei lavoratori. Che il
licenziamento di Cristian e Olivia sia un messaggio rivolto ai loro
colleghi – ora in stato di agitazione contro i ritardi nei pagamenti e
l’autoritarismo aziendale.Sappiamo anche , però, che è possibile ribaltare
questa sentenza.Oltre
a percorrere le vie legali, siamo convinti che quello per cui Olivia e
Cristian stanno lottando è nelle corde di ciascuno di noi, dei nostri.
Migliori condizioni di lavoro e maggiore qualità del servizio pubblico.
Siamo
convinti che intorno a questa vicenda si possa e si debba raccogliere
la solidarietà di altri lavoratori e di altri utenti.Per
questo lanciamo un appello a tutti i lavoratori, agli utenti e alle
loro famiglie, alle organizzazioni sindacali, alle realtà politiche di
base: aiutateci a diffondere questo messaggio, sosteniamo insieme le
iniziative di solidarietà e di lotta dei due lavoratori e dei loro
colleghi. Una sconfitta per Cristian e Olivia è una sconfitta per tutti.
Non lasciamoli soli!SE TOCCANO UNO, TOCCANO TUTTI!ESPRIMI
LA TUA SOLIDARIETÀ CONDIVIDENDO QUEST’APPELLO E PARTECIPANDO ANCHE CON
UN PICCOLO CONTRIBUTO ALLA RACCOLTA FONDI PER LA COPERTURA DELLE SPESE
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CAUSALE “ Io sto con Cristian e Olivia”Assemblea No Jobs Act FirenzePer
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