[Redditolavoro] Fw: appello al Consiglio Nazionale Confederale della USBche ha deciso di sottoscrivere il Testo unico sulla rappresentanza

maoist pcro.red at gmail.com
Sat Jun 6 18:37:10 CEST 2015







   
                      Mariopaolo Sami 3 giugno alle ore 14.27   APPELLO ALLA DIRIGENZA DELL'UNIONE SINDACALE DI BASE IN MERITO ALLA DECISIONE DEL CONSIGLIO NAZIONALE CONFEDERALE DI ADERIRE AL TESTO UNICO SULLA RAPPRESENTANZA DEL 10 GENNAIO 2014 Quello del 10 gennaio 2014 fra Confindustria e sindacati confederali (Cgil, Cisl, Uil) – denominato “Testo Unico sulla Rappresentanza” – è l'accordo sindacale più corporativo del secondo dopoguerra. Con esso la minoranza di ogni RSU deve sottomettersi alle decisioni della maggioranza, a pena di sanzioni, anche economiche. Ciò significa che, se la maggioranza della RSU sigla un accordo aziendale peggiorativo per i lavoratori, i delegati della minoranza non possono indire scioperi contro di esso. Il Testo Unico stabilisce poi che possano far parte delle RSU e godere delle cosiddette prerogative sindacali solo i sindacati che lo sottoscrivono. Infine conferma la derogabilità al contratto collettivo nazionale di lavoro, su quasi tutte le materie, sancendone la demolizione. Naturalmente, un sindacato che non sottoscrivesse tale accordo, sarebbe libero di organizzare scioperi, senza dover sottomettersi al volere della RSU ma si troverebbe privato delle prerogative sindacali, cioè i cosiddetti “diritti del sindacato in azienda”: partecipazione alla RSU, permessi sindacali, possibilità di indire assemblee sul luogo e in orario di lavoro, disponibilità della bacheca sindacale, riscossione delle quote sindacali col metodo della delega (l'azienda preleva dal salario del lavoratori la quota sindacale e la gira al sindacato). Questo a meno che non abbia la forza di costituire, contro l'azienda e i sindacati firmatari del Testo Unico sulla Rappresentanza, una RSA. Il sindacalismo di base inizialmente ha rigettato il Testo Unico compattamente. Successivamente, però, vi hanno aderito la Confederazione Cobas e pochi giorni fa l'ORSA. La motivazione adotta è semplice: si ritiene che non sia possibile svolgere attività sindacale senza le prerogative sindacali sopra menzionate. La storia del movimento operaio e sindacale fornisce invece l'insegnamento opposto. Il sindacalismo di classe è nato e cresciuto senza questi “diritti del sindacato in azienda”: le assemblee si svolgevano nella sede territoriale del sindacato, le Camere del Lavoro, sacrificando il tempo libero, lontano dagli occhi delle spie padronali, in riunioni che coinvolgevano i lavoratori al di sopra delle divisioni aziendali, rafforzando così i legami di fratellanza di classe; i militanti sindacali svolgevano la loro attività senza permessi ed erano un esempio di dedizione e sacrificio per la causa di fronte agli altri lavoratori; le quote d'iscrizione al sindacato erano raccolte direttamente dai militanti sindacali in fabbrica, con una rete di cosiddetti “collettori”, senza che i soldi del sindacato, e la lista dei suoi iscritti, passassero in mano all'azienda. Le grandi conquiste del secondo dopoguerra sono state frutto di una forza operaia costruita con questo sindacalismo, negli anni '50 e '60, in virtù della tradizione classista della parte più combattiva della classe operaia, inquadrata allora nella CGIL, che affondava le sue radici nelle grandi battaglie degli anni di fuoco della lotta di classe, in Italia e nel mondo, successivi alla prima guerra mondiale. I diritti sindacali in fabbrica sono giunti quando la forza della classe operaia era al suo apice, proprio allo scopo di allontanarla dalle sue tradizioni e dai metodi della lotta di classe. Infatti, se da un lato questi “diritti” hanno agevolato l'attività sindacale all'interno delle aziende, dall'altro essi hanno agito come forza corruttrice, sono stati la base materiale del sindacalismo collaborazionista, concertativo, aziendalista e non sono serviti a difendere le passate conquiste ottenute con la forza, che ora il padronato sta sottraendo una ad una alla classe lavoratrice. L'estromissione del sindacalismo di base da queste prerogative, con l'Accordo del 10 gennaio 2014, se costituirà in un primo momento un nuovo muro eretto a difesa del sindacalismo di regime, successivamente, col ritorno dei lavoratori alla lotta sotto la spinta materiale del peggioramento delle condizioni di vita causato dalla crisi mondiale del capitalismo, agirà in senso positivo perché instraderà il sindacalismo conflittuale in modo più deciso verso i sani metodi del sindacalismo classista: organizzazione territoriale del sindacato contro l'aziendalismo, ritorno alla riscossione diretta delle quote sindacali. L'USB, con delibera del Consiglio Nazionale Confederale di sabato 23 maggio, ha deciso di sottoscrivere anch'essa il Testo Unico sulla Rappresentanza. Riteniamo questa decisione gravissima. Nel comunicato si afferma che “praticamente quasi tutti i sindacati italiani hanno aderito all'accordo del 10 Gennaio subito dopo la sua definizione ed altre li hanno seguiti dopo poco tempo”. Il Consiglio Nazionale Confederale di USB parla adesso genericamente di “sindacati italiani”! Non distingue più fra sindacati di regime, sindacati concertativi e sindacati di base. Al Testo Unico hanno aderito subito tutti i sindacati di regime. Tra i sindacati di base CUB, SI Cobas, Slai Cobas e USI sono fermi nella decisione di respingerlo. I dirigenti di USB temono, non aderendo all'accordo, venendo perciò estromessi dalle RSU e privati delle prerogative sindacali, di perdere iscritti. Ciò, forse, in parte è vero. Ma lo è nella misura in cui l'USB ha attirato questi lavoratori non in quanto sindacato di lotta ma in quanto sindacato che sta ai tavoli, un po' più radicale della CGIL. Se molti lavoratori abbandoneranno l'USB in quanto privata dei “diritti sindacali in azienda” è perché l'USB ha insegnato loro a riporre troppa fiducia in questi strumenti e poca in ciò che realmente conta: la forza, ossia la capacità di dispiegare veri scioperi. Fare un passo indietro allora, se forse comporterà la riduzione della propria base di iscritti, sarebbe però salutare perché significherebbe tornare ad impostare il lavoro sindacale in modo classista. Al contrario, aderire all'Accordo del 10 gennaio 2014 significherà legare USB mani e piedi al carro del sindacalismo di regime, di CGIL, CISL e UIL. E significherà d'altronde perdere un'altra fetta di iscritti, forse minoritaria quantitativamente ma superiore qualitativamente: quella interessata non a un sindacato che sta ai tavoli ma non può lottare, a cui delegare la propria difesa, bensì che vuole partecipare alla vita del sindacato per organizzare vere lotte. Infine, va sottolineato come il Consiglio Nazionale Confederale della USB ha deciso di sottoscrivere il Testo unico all'insaputa della grandissima maggioranza degli iscritti e dei militanti del sindacato, e solo a posteriori propone una discussione all'interno dell'organizzazione! I firmatari di questo appello richiedono alla dirigenza USB di fare marcia indietro e non firmare il Testo Unico sulla rappresentanza perché considerano questo atto l'ennesimo passo verso il rinnegamento del sindacalismo di classe ed una capitolazione di fronte al sindacalismo concertativo e di regime. Lunedì 1° giugno 2015 PRIMI FIRMATARI Fabio Bertelli – MiBACT – Opificio Pietre Dure – Firenze Mariopaolo Sami – Vigili del Fuoco – Genova Roberto Rinaldi – Vigili del Fuoco – Genova Piero Favetta – Comune di Genova Annamaria Rosaspini – Comune di Genova Brunella Bensi – Comune di Genova Federico Menegazzi – USB Trentino Maria Rosaria Romano – Autoferrotranviere ANM - Napoli Maria D'Alessandro – Autoferrotranviere ANM - Napoli Antonio Trimarco – Autoferrotranviere ANM - Napoli Antonio Barbato – Autoferrotranviere ANM – Napoli Achille Mastrojanni – Autoferrotranviere ANM – Napoli Umberto Cesarano – Autoferrotranviere ANM – Napoli Maria D’Alessandro – Autoferrotranviere ANM – Napoli Lama Giuseppe – Autoferrotranviere ANM – Napoli Antonio Morra – Autoferrotranviere ANM – Napoli Sergio Romano – EAV – Benevento Augusto Mancini – Autoferrotranviere ATAC – Roma Roberto Mazzarello – KME Serravalle Scrivia (Alessandria) * * * Domenico Travaglini – Fondazione S. Maugeri Tradate Enzo Saraco – USB Lavoro Privato – Torino Bruno Springolo – Arka Service – Buttigliera Alta (Torino) Yenny Gonzalez – Cooperativa Royal – Livorno Sacha Lenzi – COTRAL spa – Lazio Stefania Vassura - Corte dei conti Roma Fabio Cocco – Esecutivo USB Regione Abruzzo Domenico Travaglini – Fondazione S. Maugeri Tradate (Varese) Pia Potenza – MiBACT – Segretariato Regionale Emilia Romagna (Bologna) Luigi Fucchi – Ospedale di Assisi Asl Umbria 1 (Perugia) Carmine De Lucia – autoferrotranviere – Anm Napoli Antonio Mammone - Reggia di Venaria - Torino Veniero Santin – MIBACT – Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro – Roma Per aderire scrivere a notestounico a gmail.com       Mi piace     Commenta     Condividi     
               
                    
                   
                      
                                 
                                    
                                APPELLO ALLA DIRIGENZA DELL'UNIONE SINDACALE DI BASE IN MERITO ALLA DECISIONE DEL CONSIGLIO NAZIONALE CONFEDERALE DI ADERIRE AL TESTO UNICO SULLA RAPPRESENTANZA DEL 10 GENNAIO 2014 

                                Quello del 10 gennaio 2014 fra Confindustria e sindacati confederali (Cgil, Cisl, Uil) – denominato “Testo Unico sulla Rappresentanza” – è l'accordo sindacale più corporativo del secondo dopoguerra. 

                                Con esso la minoranza di ogni RSU deve sottomettersi alle decisioni della maggioranza, a pena di sanzioni, anche economiche. Ciò significa che, se la maggioranza della RSU sigla un accordo aziendale peggiorativo per i lavoratori, i delegati della minoranza non possono indire scioperi contro di esso. 

                                Il Testo Unico stabilisce poi che possano far parte delle RSU e godere delle cosiddette prerogative sindacali solo i sindacati che lo sottoscrivono. Infine conferma la derogabilità al contratto collettivo nazionale di lavoro, su quasi tutte le materie, sancendone la demolizione. 

                                Naturalmente, un sindacato che non sottoscrivesse tale accordo, sarebbe libero di organizzare scioperi, senza dover sottomettersi al volere della RSU ma si troverebbe privato delle prerogative sindacali, cioè i cosiddetti “diritti del sindacato in azienda”: partecipazione alla RSU, permessi sindacali, possibilità di indire assemblee sul luogo e in orario di lavoro, disponibilità della bacheca sindacale, riscossione delle quote sindacali col metodo della delega (l'azienda preleva dal salario del lavoratori la quota sindacale e la gira al sindacato). Questo a meno che non abbia la forza di costituire, contro l'azienda e i sindacati firmatari del Testo Unico sulla Rappresentanza, una RSA. 

                                Il sindacalismo di base inizialmente ha rigettato il Testo Unico compattamente. Successivamente, però, vi hanno aderito la Confederazione Cobas e pochi giorni fa l'ORSA. 

                                La motivazione adotta è semplice: si ritiene che non sia possibile svolgere attività sindacale senza le prerogative sindacali sopra menzionate. 

                                La storia del movimento operaio e sindacale fornisce invece l'insegnamento opposto. Il sindacalismo di classe è nato e cresciuto senza questi “diritti del sindacato in azienda”: le assemblee si svolgevano nella sede territoriale del sindacato, le Camere del Lavoro, sacrificando il tempo libero, lontano dagli occhi delle spie padronali, in riunioni che coinvolgevano i lavoratori al di sopra delle divisioni aziendali, rafforzando così i legami di fratellanza di classe; i militanti sindacali svolgevano la loro attività senza permessi ed erano un esempio di dedizione e sacrificio per la causa di fronte agli altri lavoratori; le quote d'iscrizione al sindacato erano raccolte direttamente dai militanti sindacali in fabbrica, con una rete di cosiddetti “collettori”, senza che i soldi del sindacato, e la lista dei suoi iscritti, passassero in mano all'azienda. 

                                Le grandi conquiste del secondo dopoguerra sono state frutto di una forza operaia costruita con questo sindacalismo, negli anni '50 e '60, in virtù della tradizione classista della parte più combattiva della classe operaia, inquadrata allora nella CGIL, che affondava le sue radici nelle grandi battaglie degli anni di fuoco della lotta di classe, in Italia e nel mondo, successivi alla prima guerra mondiale. 

                                I diritti sindacali in fabbrica sono giunti quando la forza della classe operaia era al suo apice, proprio allo scopo di allontanarla dalle sue tradizioni e dai metodi della lotta di classe. Infatti, se da un lato questi “diritti” hanno agevolato l'attività sindacale all'interno delle aziende, dall'altro essi hanno agito come forza corruttrice, sono stati la base materiale del sindacalismo collaborazionista, concertativo, aziendalista e non sono serviti a difendere le passate conquiste ottenute con la forza, che ora il padronato sta sottraendo una ad una alla classe lavoratrice. 

                                L'estromissione del sindacalismo di base da queste prerogative, con l'Accordo del 10 gennaio 2014, se costituirà in un primo momento un nuovo muro eretto a difesa del sindacalismo di regime, successivamente, col ritorno dei lavoratori alla lotta sotto la spinta materiale del peggioramento delle condizioni di vita causato dalla crisi mondiale del capitalismo, agirà in senso positivo perché instraderà il sindacalismo conflittuale in modo più deciso verso i sani metodi del sindacalismo classista: organizzazione territoriale del sindacato contro l'aziendalismo, ritorno alla riscossione diretta delle quote sindacali. 

                                L'USB, con delibera del Consiglio Nazionale Confederale di sabato 23 maggio, ha deciso di sottoscrivere anch'essa il Testo Unico sulla Rappresentanza. Riteniamo questa decisione gravissima. 

                                Nel comunicato si afferma che “praticamente quasi tutti i sindacati italiani hanno aderito all'accordo del 10 Gennaio subito dopo la sua definizione ed altre li hanno seguiti dopo poco tempo”. Il Consiglio Nazionale Confederale di USB parla adesso genericamente di “sindacati italiani”! Non distingue più fra sindacati di regime, sindacati concertativi e sindacati di base. Al Testo Unico hanno aderito subito tutti i sindacati di regime. Tra i sindacati di base CUB, SI Cobas, Slai Cobas e USI sono fermi nella decisione di respingerlo. 

                                I dirigenti di USB temono, non aderendo all'accordo, venendo perciò estromessi dalle RSU e privati delle prerogative sindacali, di perdere iscritti. Ciò, forse, in parte è vero. Ma lo è nella misura in cui l'USB ha attirato questi lavoratori non in quanto sindacato di lotta ma in quanto sindacato che sta ai tavoli, un po' più radicale della CGIL. 

                                Se molti lavoratori abbandoneranno l'USB in quanto privata dei “diritti sindacali in azienda” è perché l'USB ha insegnato loro a riporre troppa fiducia in questi strumenti e poca in ciò che realmente conta: la forza, ossia la capacità di dispiegare veri scioperi. 

                                Fare un passo indietro allora, se forse comporterà la riduzione della propria base di iscritti, sarebbe però salutare perché significherebbe tornare ad impostare il lavoro sindacale in modo classista. 

                                Al contrario, aderire all'Accordo del 10 gennaio 2014 significherà legare USB mani e piedi al carro del sindacalismo di regime, di CGIL, CISL e UIL. E significherà d'altronde perdere un'altra fetta di iscritti, forse minoritaria quantitativamente ma superiore qualitativamente: quella interessata non a un sindacato che sta ai tavoli ma non può lottare, a cui delegare la propria difesa, bensì che vuole partecipare alla vita del sindacato per organizzare vere lotte. 

                                Infine, va sottolineato come il Consiglio Nazionale Confederale della USB ha deciso di sottoscrivere il Testo unico all'insaputa della grandissima maggioranza degli iscritti e dei militanti del sindacato, e solo a posteriori propone una discussione all'interno dell'organizzazione! 

                                I firmatari di questo appello richiedono alla dirigenza USB di fare marcia indietro e non firmare il Testo Unico sulla rappresentanza perché considerano questo atto l'ennesimo passo verso il rinnegamento del sindacalismo di classe ed una capitolazione di fronte al sindacalismo concertativo e di regime. 

                                Lunedì 1° giugno 2015 

                                PRIMI FIRMATARI 

                                Fabio Bertelli – MiBACT – Opificio Pietre Dure – Firenze 
                                Mariopaolo Sami – Vigili del Fuoco – Genova 
                                Roberto Rinaldi – Vigili del Fuoco – Genova 
                                Piero Favetta – Comune di Genova 
                                Annamaria Rosaspini – Comune di Genova 
                                Brunella Bensi – Comune di Genova 
                                Federico Menegazzi – USB Trentino 
                                Maria Rosaria Romano – Autoferrotranviere ANM - Napoli 
                                Maria D'Alessandro – Autoferrotranviere ANM - Napoli 
                                Antonio Trimarco – Autoferrotranviere ANM - Napoli 
                                Antonio Barbato – Autoferrotranviere ANM – Napoli 
                                Achille Mastrojanni – Autoferrotranviere ANM – Napoli 
                                Umberto Cesarano – Autoferrotranviere ANM – Napoli 
                                Maria D’Alessandro – Autoferrotranviere ANM – Napoli 
                                Lama Giuseppe – Autoferrotranviere ANM – Napoli 
                                Antonio Morra – Autoferrotranviere ANM – Napoli 
                                Sergio Romano – EAV – Benevento 
                                Augusto Mancini – Autoferrotranviere ATAC – Roma 
                                Roberto Mazzarello – KME Serravalle Scrivia (Alessandria) 

                                * * * 

                                Domenico Travaglini – Fondazione S. Maugeri Tradate 
                                Enzo Saraco – USB Lavoro Privato – Torino 
                                Bruno Springolo – Arka Service – Buttigliera Alta (Torino) 
                                Yenny Gonzalez – Cooperativa Royal – Livorno 
                                Sacha Lenzi – COTRAL spa – Lazio 
                                Stefania Vassura - Corte dei conti Roma 
                                Fabio Cocco – Esecutivo USB Regione Abruzzo 
                                Domenico Travaglini – Fondazione S. Maugeri Tradate (Varese) 
                                Pia Potenza – MiBACT – Segretariato Regionale Emilia Romagna (Bologna) 
                                Luigi Fucchi – Ospedale di Assisi Asl Umbria 1 (Perugia) 
                                Carmine De Lucia – autoferrotranviere – Anm Napoli 
                                Antonio Mammone - Reggia di Venaria - Torino 
                                Veniero Santin – MIBACT – Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro – Roma 

                                Per aderire scrivere a notestounico a gmail.com 
                               
                         
                                  
                               
                                     Mi piace 
                                    Commenta 
                                    Condividi 
                                
                                     
                         
                   
                      
                 
                    
                   
                          Visualizza post
                            
                       Modifica impostazioni e-mail
                            
                    
                       
                      
                 
                  Rispondi a questa e-mail per commentare il post. 
                      
                 
                       
                

       

   
-------------- parte successiva --------------
Un allegato HTML ? stato rimosso...
URL: <http://lists.ecn.org/pipermail/redditolavoro/attachments/20150606/2800d86e/attachment-0001.html>


More information about the Redditolavoro mailing list