[Redditolavoro] Per una soluzione anticapitalista della crisi bancaria

Partito Comunista dei Lavoratori pclavoratoribologna at gmail.com
Sun Dec 13 00:14:00 CET 2015


Per una soluzione anticapitalista della crisi bancaria


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Il salvataggio di quattro banche (Popolare Etruria, Banca Marche,
CariFerrara e CariChieti) per mano di un decreto del governo ha riproposto
clamorosamente la questione bancaria in Italia.

130.000 risparmiatori lamentano l'esproprio delle proprie ricchezze. L'ABI
lamenta gli oneri pagati dalle grandi banche per salvare le piccole,
protestando presso Bankitalia. Bankitalia lamenta la preclusione opposta
dalla UE al salvataggio delle banche con fondo pubblico. La UE dichiara che
la scelta è stata delle “autorità italiane”. Le “autorità italiane”, ossia
il governo Renzi, rivendicano la riduzione del danno e il salvataggio dei
correntisti, lamentando tuttavia le “rigidità della UE”.
Questa giostra dello scaricabarile lascia sul terreno un solo dato certo:
la realtà criminale del capitalismo e la complicità di tutti i suoi
gestori.


*LA REALTÀ CRIMINALE DEL CAPITALE*

È accaduto qualcosa di molto semplice. La crisi capitalista ha pesato sulle
banche italiane, creando una massa di 130 miliardi di crediti
“deteriorati”, cioè di soldi che non torneranno indietro. Le banche hanno
cercato di liberarsi di questa zavorra in mille modi: licenziando i propri
dipendenti, chiudendo sportelli e filiali, appesantendo commissioni e
mutui, ma anche piazzando titoli e obbligazioni spazzatura presso la
propria clientela (propri dipendenti inclusi), col metodo ordinario della
truffa. Bankitalia e Consob, le cosiddette strutture della “vigilanza”,
hanno coperto l'operazione truffaldina. Ma l'operazione è spesso fallita,
in particolare nel caso di diverse banche locali. È il caso delle quattro
banche in questione (tosco-emiliane, marchigiane, abruzzesi), ma anche di
importantissime banche venete. A questo punto subentra il “salvataggio”
delle banche fallite, sotto l'egida del governo, attraverso due leve tra
loro combinate. Da un lato interviene il soccorso delle banche maggiori che
iniettano 3,6 miliardi nella ricapitalizzazione delle banche fallite, dopo
aver ottenuto una adeguata compensazione fiscale dal governo (riduzione dei
contributi dovuti, a tutto danno dell'erario pubblico). Dall'altro lato si
azzerano due miliardi e mezzo dei piccoli azionisti e creditori delle
banche, prima truffati dai banchieri e poi chiamati a risanare il loro
crack coi propri fondi. Il risultato è la “salvezza delle banche”, con
vanto e gloria del governo Renzi. In realtà si è coperta la loro rapina,
usando il portafoglio delle sue vittime.


*LA SVOLTA EUROPEA NEI SALVATAGGI BANCARI *

Il caso delle quattro banche minaccia di andare ben al di là di un episodio
di cronaca. Anticipa e fotografa con cruda efficacia la nuova normativa sui
fallimenti bancari concordata tra i governi capitalisti in sede UE, e che
entrerà in vigore dal 1 gennaio 2016. I salvataggi delle banche fallite con
soldi pubblici non saranno più consentiti. Le banche fallite saranno
“salvate” dalle ricchezze dei propri azionisti e correntisti (dai depositi
superiori ai 100.000 euro). È una delle forme di tutela del Fiscal Compact.
Questo rappresenta una minaccia per centinaia di migliaia di piccoli
risparmiatori, soprattutto a fronte delle fragilità del capitale bancario
in Italia. Negli anni della grande crisi, i principali governi
capitalistici europei hanno salvato le proprie banche con una pioggia
gigantesca di risorse pubbliche (altro che liberismo!), a carico dei
contribuenti (principalmente i lavoratori) e delle prestazioni sociali. Il
capitalismo italiano, già gravato da un abnorme debito pubblico, non ha
potuto fare altrettanto. Oggi il carico di una crisi bancaria irrisolta si
manifesta in tutta la propria ampiezza proprio nel momento in cui si chiude
giuridicamente lo spazio del soccorso pubblico. Da qui la minaccia
incombente su significativi settori di piccola borghesia e di popolo
risparmiatore.


*I CIARLATANI BORGHESI NON SANNO CHE PESCI PRENDERE *

Ma qual è la possibile soluzione alternativa?
I partiti di governo del capitalismo non sanno che pesci prendere. Ed è
spassoso constatare che i più severi fustigatori degli “eccessi e sprechi
della spesa pubblica” (quando si tratta di pensioni, sanità, scuola,
contratti pubblici) si riscoprono improvvisamente nostalgici delle
statalismo quando si tratta del soccorso pubblico alle banche. «La Merkel
ha speso 247 miliardi a sostegno delle proprie banche, i precedenti governi
italiani hanno preferito non intervenire, e ora la situazione è questa» ha
testualmente dichiarato il capo del governo al Corriere della Sera (6
dicembre). «La Germania ha soccorso le proprie banche con risorse
pubbliche, perché non dovrebbe essere possibile un intervento analogo per
salvare Banco Veneto e la Banca Popolare di Vicenza?» dichiara Luca Zaia,
governatore leghista del Veneto, sulle compiacenti pagine di Libero (8
dicembre). I partiti borghesi di governo e di opposizione sognano la
possibilità di scaricare sul portafoglio dei lavoratori il salvataggio
congiunto dei banchieri e dei piccoli risparmiatori loro elettori. Ma non
potendo salvare entrambi salvano i banchieri e il loro sistema, sempre a
carico dei lavoratori (esenzioni fiscali per le banche soccorritrici), con
qualche salvagente “umanitario” (bucato) per una piccola minoranza di
risparmiatori truffati.
Il M5S che strilla contro il governo non va oltre la rivendicazione della
liberazione delle banche “dai politici” e la richiesta di una “vera
vigilanza di Bankitalia”: riproponendo l'eterna illusione piccolo-borghese
in un possibile capitalismo etico e sano; in realtà cercando di organizzare
la piccola borghesia contro il PD per farne sgabello del proprio progetto
reazionario e plebiscitario contro il lavoro.
Quanto alle sinistre riformiste, interamente impegnate nella tela di
Penelope della propria unificazione alla vigilia delle elezioni
amministrative, è troppo attendersi una qualsivoglia proposta alternativa
al ricettario delle “soluzioni” borghesi. La bussola strategica di un nuovo
centrosinistra la esclude pregiudizialmente dal loro orizzonte.



*LA NAZIONALIZZAZIONE DELLE BANCHE: UNICA SOLUZIONE A VANTAGGIO DEI
LAVORATORI E DEL PICCOLO RISPARMIO *
La verità è che l'unica soluzione alternativa seria della crisi bancaria
italiana passa più che mai attraverso drastiche misure anticapitaliste.
Ogni salvataggio delle banche nell'attuale economia di mercato comporta il
sacrificio, comunque distribuito, di lavoratori e piccoli risparmiatori.
Cioè delle vittime della rapina bancaria. Solo la nazionalizzazione delle
banche, senza indennizzo per i grandi azionisti, e sotto il controllo dei
lavoratori; solo la concentrazione delle banche in una unica banca
pubblica, possono spezzare alla radice la dittatura del capitale
finanziario, a tutela dei lavoratori e dello stesso piccolo risparmio.

Il PCL è l'unico partito della sinistra che dagli anni della grande crisi
ha fatto della rivendicazione della nazionalizzazione delle banche un asse
centrale della propria proposta. Perché è l'unico partito a battersi per un
governo dei lavoratori, basato sulla loro organizzazione e la loro forza.
Lo svolgimento della crisi bancaria in Italia ripropone in tutta la sua
attualità questa rivendicazione fondamentale.
Partito Comunista dei Lavoratori


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