[Redditolavoro] IL PCL E IL 14 NOVEMBRE

Partito Comunista dei Lavoratori pclavoratoribologna at gmail.com
Wed Nov 12 10:53:51 CET 2014


IL PCL E IL 14 NOVEMBRE

Il 14 Novembre e il 21 Novembre sono previsti due manifestazioni promosse
dalla FIOM rispettivamente a Milano e Napoli, dentro il pacchetto di
sciopero generale di categoria deciso dal sindacato. Il 14 l'iniziativa
FIOM si intreccia con l'azione di sciopero generale già indetta per la
stessa giornata da larga parte del sindacalismo di base, e con lo “sciopero
sociale” promosso da diverse realtà di movimento .

Il PCL è pienamente impegnato con le sue strutture e i suoi militanti nel
sostegno e nella partecipazione agli scioperi e alle manifestazioni
previste. A partire dalla giornata del 14 e dai cortei della FIOM.

Da sempre ci battiamo su quattro assi politici tra loro congiunti: la
centralità della lotta fra capitale e lavoro, contro ogni vecchia teoria
che vorrebbe archiviare la centralità operaia; la massima unità del fronte
proletario, contro ogni logica di divisione e frammentazione delle forze e
delle azioni di lotta; la necessità di una svolta di lotta, radicale e di
massa, contro la linea attuale delle burocrazie sindacali; la necessità di
costruire attorno alla classe lavoratrice il più vasto blocco sociale di
tutti gli oppressi, contro ogni riduzionismo economicistico sindacale e
aziendalistico.

L'attuale stagione politica conferma nel modo più evidente l'intreccio di
tutte queste ragioni.

1)La centralità della lotta di classe è esaltata dall'intera dinamica degli
avvenimenti politici che ha il suo punto di gravitazione nello scontro
sull'articolo18 e nella contrapposizione fra governo e piazze sindacali. Il
proletariato industriale è il baricentro di ogni reale opposizione di massa
a padronato e governo, come dimostra la stessa dinamica di lotte e proteste
che ha percorso l'Italia dopo il pestaggio poliziesco degli operai di
Terni, e l'enorme impressione che quel pestaggio ha prodotto nella
percezione di massa. Disinnescare il potenziale di ripresa operaia è non a
caso la principale preoccupazione del governo. Ignorare la centralità di
questo scontro, significa voltare le spalle alla realtà, e indebolire forza
e ragioni di ogni altro movimento di lotta.

2)L'esigenza del più ampio fronte unico dei lavoratori e delle loro
organizzazioni è posta una volta di più dalla natura del corso reazionario
del renzismo, dal nuovo livello di aggressione al lavoro e ai suoi diritti,
dal progetto “bonapartista” del Capo del governo sul terreno politico
istituzionale. Ogni logica autocentrata che antepone la propria sigla,
data, percorso, all'esigenza dell'unità di lotta; che antepone la propria
immagine separata e il proprio reale o presunto interesse di organizzazione
all'interesse generale del movimento operaio e di tutti i movimenti, rivela
non solo una logica puramente auto conservativa e di nicchia ( fosse pure
“antagonista”), ma anche un'incomprensione profonda della pericolosità
reazionaria dell'attuale scenario politico.

3)La necessità di una svolta di lotta radicale del movimento operaio è
posta oggi più di ieri dalla determinazione del fronte avversario, dalla
sua ricerca di un autentico sfondamento contro il lavoro. Contrapporre alla
forza del renzismo e del padronato una forza di massa uguale e contraria (
sciopero generale vero, occupazione delle aziende che licenziano, cassa
nazionale di resistenza) è l'unico modo di alzare una diga, strappare
risultati, aprire dal basso uno scenario nuovo. Ogni riduzione
dell'iniziativa sindacale a eventi simbolici, ogni esibizione scenica della
forza senza esercizio reale della forza di massa, rivela la volontà delle
burocrazie dirigenti di subordinare la classe operaia alla speranze ( vane)
di dialogo col governo, e alle mediazioni interne al PD. A scapito dei
lavoratori e dei loro diritti.

4)La necessità di costruire attorno alla classe operaia il più vasto blocco
sociale alternativo, a partire dalla grande massa di precari e disoccupati,
è sottolineata dalla campagna renzista sulle divisioni della classe (
precari contro “garantiti”) e dallo sviluppo parallelo sullo stesso terreno
di operazioni reazionarie populiste concorrenziali ( grillismo,
salvinismo). Da qui l'esigenza di una piattaforma generale di lotta del
movimento operaio che unifichi attorno alla battaglia per il lavoro (
blocco dei licenziamenti, ripartizione generale del lavoro con la riduzione
dell'orario a parità di paga, abolizione delle leggi di precarizzazione del
lavoro, grande piano di nuovo lavoro..) le rivendicazioni del reddito(
sblocco dei contratti pubblici, salario garantito ai disoccupati) del
diritto alla casa, alla salute, all'istruzione. Ogni impostazione che
contrapponga reddito a lavoro rischia di ostacolare la ricomposizione del
blocco sociale alternativo a vantaggio obiettivo delle campagne avversarie.

Solo una svolta unitaria e radicale del movimento operaio, che leghi le
lotte immediate a un progetto anticapitalistico, può rispondere, tanto più
oggi, all'insieme di queste necessità: ricostruire la forza, l'unità, la
capacità di egemonia della classe operaia italiana. La battaglia per
un'altra direzione politica e sindacale del movimento operaio è parte
insostituibile della campagna di massa per la svolta.

Questa battaglia va condotta in primo luogo nel movimento operaio, a
partire dalle sue scadenze di mobilitazione reale, dentro lo scontro di
classe che oggi si è aperto. Per questo e con questa impostazione saremo
presenti alle manifestazioni e scioperi promossi per il 14, a fianco
innanzitutto dei lavoratori dell'industria e dei loro sindacati. Per questo
e con questa impostazione chiediamo a tutte le sinistre classiste di unire
le proprie forze su questo terreno centrale di presenza e di lotta.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

www.pclavoratori.it  -  info a pclavoratori.it
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