[Redditolavoro] A ROMA IL VOLTO DELLA NORMALITA' DEL CAPITALISMO
Partito Comunista dei Lavoratori
pclavoratoribologna at gmail.com
Fri Dec 5 00:50:22 CET 2014
A ROMA IL VOLTO DELLA NORMALITA' DEL CAPITALISMO4 Dicembre 2014
"Mafia a Roma”. Così il commentario politico borghese progressista e lo
stesso grillismo inquadrano e denunciano il malaffare criminale emerso
nell'Urbe. E' una rappresentazione falsa. Il malaffare non è una patologia
mafiosa. E connaturato alla natura stessa del capitalismo e alla legge del
profitto su cui si fonda. Per questo è trasversale a tutti i partiti che lo
governano, sul piano nazionale e locale, come a tutti gli apparati statali
che lo presidiano.
Il “caso” di Roma non è forse una brillante cartina di tornasole di questa
verità? La banda di Carminati ( ex fascista) e Buzzi ( di area PD) è la
metafora ordinaria della società borghese.
Consorterie di ogni colore gestiscono, secondo un accordo di cartello, la
grande torta degli appalti pubblici: appalti per la gestione dei rifiuti,
appalti per la rimozione delle foglie, appalti per l'accoglienza dei
migranti e dei rifugiati. A questo fine promuovono la corruzione
scientifica e pianificata di assessori interessati, dirigenti di partito,
funzionari pubblici, assumendoli a proprio servizio con regolare stipendio
e un preciso tariffario. Tengono e oliano le relazioni con le rispettive
organizzazioni nazionali di riferimento ( Buzzi, re delle cooperative
sociali, a cena di “ringraziamento”con Poletti allora presidente della Lega
delle Coop, oggi ministro contro il lavoro). Piazzano uomini loro ai tavoli
istituzionali locali e nazionali preposti alla spartizione milionaria (
come Odevaine al tavolo di coordinamento nazionale per l'emergenza
migranti). Dispongono di complicità e coperture nei corpi di polizia ( da
cui ricevono segnalazioni e avvisi). Si assicurano la continuità del
proprio potere al di là dei cambi politici nazionali e locali: e infatti
nessun cambio politico di governo nazionale o amministrazione locale ha
scalfito negli anni l'accordo di cartello delle consorterie.
Il “mondo di mezzo” che Carminati vanta è questo. In termini borgatari e
nazional popolari descrive l'onnipresenza della dittatura del profitto. La
sua trasversalità ad ogni partito borghese. La sua insensibilità alle
mutevoli forme politiche del governo della cosa pubblica. La sua
superiorità agli equilibri politici contingenti. Il mondo di mezzo occupa
per definizione il centro della scena. E' il potere degli interessi
capitalisti. Ogni altro potere è permeabile al profumo dei soldi, quindi è
subordinabile al “mondo di mezzo”. Uomini e partiti di governo sono agenti
dei suoi interessi e membri del suo comitato d'affari.
Tutto ciò significa che tutti i politici borghesi sono personalmente e
direttamente corrotti, o che una specifica cordata di interessi capitalisti
sia onnipotente? No. Altrimenti non si spiegherebbero neppure le periodiche
incursioni della magistratura borghese, e dunque gli arresti in atto. In
realtà il mondo capitalista e il suo stato vivono e riproducono al proprio
interno un'infinita guerra per bande e cordate, perennemente mutevoli,
scomponibili e ricomponibili ogni volta. L'anarchia dell'economia
capitalista è anche l'anarchia della vita politica borghese. Da qui le
innumerevoli contraddizioni e i loro ciclici risvolti, anche giudiziari (
P2, Tangentopoli, ..) Poichè lo Stato rappresenta l'interesse generale
della borghesia, al di là dell'interesse delle diverse cordate che popolano
la sua scena, esso puo' intervenire di volta in volta contro specifici
interessi borghesi, nell'interesse stesso del capitale. E questo accade a
maggior ragione nelle fasi di crisi, rottura, transizione fra diverse forme
ed equilibri istituzionali.
*Ma nessun giustizialismo può debellare la piaga della corruzione e della
criminalità borghese.* Pérchè la sua radice sta nel capitale, che è il
terreno che rigenera la pianta. La storia delle grandi inchieste
giudiziarie contro criminalità e corruzione, dalla P2 a Tangentopoli per
arrivare a Mose ed Expo, è la storia del fallimento ( e dell'ipocrisia)
dello stato borghese di fronte alla corruzione borghese. Di più. La seconda
Repubblica, nata da Tangentopoli, con l'annuncio di una nuova era di
pubblica moralità si è rivelata una fogna ben più maleodorante della prima.
Le politiche di liberalizzazione, esternalizzazione, privatizzazione, hanno
allargato enormemente il mercato della guerra per bande nella borghesia per
la spartizione degli appalti. Mentre la disgregazione dei vecchi partiti e
la personalizzazione della politica borghese ha esteso a dismisura il
mercato della corruzione politica, moltiplicando clan e potentati,
nazionali e locali, in ogni settore. La crisi capitalista ha fatto il
resto. Ovunque corruzione e criminalità affaristica segnano oggi più che
mai la normalità del capitalismo, e la sua eterna lotta per il massimo
saggio di profitto.
*Significa allora che i comunisti sono indifferenti di fronte al fenomeno
del malaffare? Al contrario. La lotta al malaffare , se non vuol essere
truffa elettoralista, deve risolversi in una lotta al capitalismo e al suo
Stato.* Contro tutte le demagogie arruffone che di volta in volta ogni
inchiesta giudiziaria alimenta. Con buona pace di Grillo, non c'è “ Mafia
capitale” (Roma). C'è, se vogliamo, la mafia del capitale. Non c'è una
società sana da cui debellare una patologia. C'è una società marcia perchè
dominata dal profitto, da rimpiazzare con un'altra società, che ne sia
liberata.
Da qui il nostro orientamento sul “caso” Roma:
-*Denuciamo la spazzatura morale di chi si mobilitava in città contro “i
migranti”, investendo nella guerra fra poveri, nel momento stesso in cui
inzuppava il pane nel “business della immigrazione”, contro i migranti e
contro i proletari italiani. *
-*Denunciamo l'immondezzaio delle cosiddette cooperative sociali, luogo di
sfruttamento di manodopera precarizzata, e mangiatoia di corruzione e di
risorse pubbliche (sottratte a servizi pubblici smantellati da politici
amici). *
-
*Rivendichiamo la pubblicizzazione sotto controllo operaio e popolare di
tutti i servizi ( rifiuti, trasporti, assistenza) cancellando quelle misure
di loro privatizzazione ed esternalizzazione che hanno degradato i
quartieri della città e alimentato la corruzione. *
-*Chiediamo a Sinistra e Libertà di uscire immediatamente dalla giunta
capitolina e di rompere ogni rapporto col PD, partito degli affari e
antioperaio. *
*Solo una rottura con la borghesia e i suoi governi può creare le
condizioni di un'alternativa di società. Solo un governo dei lavoratori, ad
ogni livello, può fare piazza pulita del malaffare. *
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI
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