[Redditolavoro] RENZI E L'ILVA: SI PREPARA UNA TRUFFA PER LAVORATORI, SALUTE, AMBIENTE

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Fri Dec 5 00:43:56 CET 2014


RENZI E L'ILVA: SI PREPARA UNA TRUFFA PER LAVORATORI, SALUTE, AMBIENTE


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Renzi “nazionalizza” l'Ilva? No. Prepara una soluzione truffa, per cercare
di disinnescare una mina sociale esplosiva. Una soluzione brillante per i
profitti dei capitalisti , a carico dei lavoratori, della salute,
dell'ambiente. La classica nazionalizzazione delle perdite e
privatizzazione dei profitti.

L'operazione è ancora in gestazione, ma appare chiara nel suo indirizzo di
fondo. Ed è a incastro:

-Si scarica il fardello di debiti e contenziosi giudiziari dell'Ilva su una
bad company, appositamente creata, a favore di una “new company” più
appetibile per il mercato ( cioè per gli interessi dei capitalisti
acquirenti). Alitalia è la bussola.
-Si potenzia il ruolo giuridico dell'attuale commissario, con la modifica
ad hoc della legge Marzano, consentendo una amministrazione straordinaria
controllata dell'azienda, e dunque il suo potere di vendita dell'Ilva.
-Si mobilita la Cassa Deposito e Prestiti per acquistare un pacchetto
azionario di minoranza di una cordata capitalista interessata a sua volta
all'acquisto dell'Ilva ( o la cordata Arcelor Mittal/ Marcegaglia o il
gruppo Arvedi), per incentivarla all'acquisto.
-Si realizza infine la vendita dell' Ilva alla cordata capitalistica
prescelta, con lo Stato socio di minoranza.

Chi guadagna da questa operazione?
I Riva, tuttora “legittimi” proprietari per il 90% dell'Ilva, che
incasserebbero il ricavato della vendita ( si parla di diversi miliardi di
soldi pubblici come solo prezzo di indennizzo). I gruppi capitalistici
acquirenti che prenderebbero in mano un gruppo “ripulito” di pendenze
ingombranti grazie all'aiuto delle risorse pubbliche. Le grandi banche, che
avrebbero garanzia di incasso dei propri crediti scaricati sulla
collettività. Il governo che strillerebbe ai quattro venti la “soluzione”
della questione Ilva come riprova della propria attenzione al lavoro ( con
l'occhio rivolto alle prossime elezioni).

Chi paga l'operazione?
I lavoratori, che cambierebbero padroni, senza alcuna garanzia sul proprio
futuro, e che per di più dovrebbero accollarsi indirettamente i costi della
“nazionalizzazione” ( a vantaggio di un gruppo capitalista criminale) al
pari dei lavoratori di tutta Italia. La salute e l'ambiente, perchè
nessuno, nella soluzione prospettata, si prenderebbe carico dei costi del
risanamento ambientale e della riorganizzazione produttiva: nè i
capitalisti acquirenti che anzi mostrano interesse all'acquisto solo se
sgravati dai costi del risanamento; nè lo Stato, che piange miseria e
impiega i soldi pubblici a vantaggio dei capitalisti, nel mentre taglia
spese sociali, servizi pubblici, diritti dei lavoratori. Uno Stato che non
riesce neppure a recuperare il miliardo e duecento milioni sequestrati
dalla magistratura ai Riva, oggetto di ricorso giudiziario e dispersi nei
paradisi fiscali di mezzo mondo.

*Altro che “compiacimento” per “i nuovi” indirizzi del governo sull' Ilva,
come dichiarano Camusso e Landini! *

I fatti dimostrano che per coniugare le ragioni del lavoro, della salute,
della vita, c'è una sola soluzione possibile: una nazionalizzazione vera.
L'esproprio della proprietà dell'Ilva, senza alcun indennizzo per il gruppo
capitalista criminale dei Riva. Il controllo operaio e popolare
sull'azienda , sulla riorganizzazione del lavoro, sull'intero piano di
risanamento ambientale. Il finanziamento di un piano reale di risanamento,
che per la sola città di Taranto richiede non meno di 10 miliardi: risorse
che vanno prese dai portafogli dei capitalisti, a partire dal rifiuto del
pagamento del debito pubblico verso le banche ( 80 miliardi l'anno!), non
certo da stipendi e pensioni di chi lavora e paga mutui e affitti.

La rivendicazione di esproprio senza indennizzo e sotto controllo dei
lavoratori va estesa in realtà alla intera produzione siderurgica: è
l'unica soluzione che può garantire non solo i lavoratori dell'Ilva, ma
anche gli operai delle acciaierie di Terni e di Piombino, anch'essi
attaccati da padroni criminali senza scrupoli, o “venduti” a nuovi
pescecani. Una mobilitazione per la nazionalizzazione vera della
siderurgia, sostenuta dalla occupazione delle relative fabbriche, potrebbe
unire vertenze operaie oggi disperse e innescare una svolta di lotta
dell'intera classe operaia italiana attorno a una rivendicazione
unificante: le aziende che licenziano o inquinano, in ogni settore, siano
espropriate e poste sotto controllo operaio, a garanzia della salute e del
lavoro!

Non è una soluzione “compatibile” con il mercato? E' vero. L'interesse dei
capitalisti non è compatibile con le ragioni del lavoro e della salute. Per
questo è necessario battersi per un governo dei lavoratori che faccia
piazza pulita di questa organizzazione barbarica della società.

Il Partito comunista dei lavoratori ( PCL) si batte tra i lavoratori e
tutte le vittime del capitalismo per sviluppare questa consapevolezza. Lo
crescita del PCL anche a Taranto e fra i lavoratori dell'Ilva è al servizio
di questa prospettiva anticapitalista e rivoluzionaria.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORIINAUGURATA LA NUOVA SEDE DEL PCL TARANTO


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"La serata inaugurale della sezione di Taranto del Partito Comunista dei
Lavoratori, nel quartiere operaio di Tamburi ha visto una folta
partecipazione, con oltre 80 presenze.
L'evento inaugurale assume particolare rilevanza, poiché l'insediamento del
PCL avviene in uno dei quartieri simbolo dello sfruttamento capitalistico e
della conseguente devastazione ambientale.
Da oggi, però, il quartiere operaio di Tamburi rappresenta, per tutti i
comunisti, il simbolo della rinascita della coscienza di classe in Puglia."
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI SEZ.. TARANTO

www.pclavoratori.it  -  info a pclavoratori.it


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