[Redditolavoro] Fw: SICUREZZA SUL LAVORO: KNOW YOUR RIGHTS ! "LETTERE DAL FRONTE" DEL 30/05/12
bastamortesullavoro@domeus.it
cobasta at libero.it
Thu May 31 16:54:51 CEST 2012
SICUREZZA SUL LAVORO: KNOW YOUR RIGHTS ! "LETTERE DAL FRONTE" DEL 30/05/12
INDICE
Cub Trasporti Lombardia cubtrasportilombardia at fastwebnet.it
LA GIUSTIZIA A PAGAMENTO
Gino Carpentiero ginocarpe at teletu.it
DE ZORDO E GARETTI "AEROPORTO AMERIGO VESPUCCI: SALUTE E SICUREZZA AL PRIMO
POSTO"
Gino Carpentiero ginocarpe at teletu.it
LA DIFESA DELLA SALUTE: UN OBIETTIVO DA RILANCIARE E DA PRATICARE
Assemblea lavoratori Autoconvocati assemblealavoratori at libero.it
INTERVISTA AD UN OPERAIO "INTERNO" DELLA FIAT DI POMIGLIANO
Stefano Ghio procomto at libero.it
CARI PADRONI: LE SENTENZE NON SI DISCUTONO, SI ESEGUONO
Samanta Di Persio samantadipersio at virgilio.it
IL TERREMOTO È UNA CERTEZZA
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From: Cub Trasporti Lombardia cubtrasportilombardia at fastwebnet.it
To:
Date: Thu, 24 May 2012 09:14:59
Subject: LA GIUSTIZIA A PAGAMENTO
ALTRO DURO ATTACCO AI DIRITTI DEI LAVORATORI: PER CHIEDERE L'INTERVENTO DEL
GIUDICE DEL LAVORO, DEVI PAGARE!
Con la Circolare 14/05/12, il Ministro della Giustizia ha chiarito le novità
introdotte del Decreto Legge 06/07/11 n.98 con il quale il governo
Berlusconi aveva eliminato la gratuità delle cause di lavoro in vigore da
oltre quarant'anni introducendo l'obbligo di pagamento di un contributo
anche sostanzioso per chi avesse un reddito annuo superiore ai 31.880 euro
lordi.
Il governo Monti perfeziona l'attacco al diritto di difesa dei lavoratori
precisando che tale limite non si riferirebbe al INDIVIDUALE - come sinora
ritenuto e applicato da tutti i Tribunali del Lavoro - bensì è quello
riferito al NUCLEO FAMILIARE.
In questo modo, l'esenzione dal pagamento della tassa per poter proporre una
causa di lavoro viene ulteriormente ridotta a pochi casi in cui il reddito
familiare dipenda da una sola persona (salvo i casi che i salari dei
familiari non siano proprio salari da fame).
In concreto ciò vuol dire che ad esempio per una causa relativa
all'impugnazione di un contratto a termine o di un licenziamento il
lavoratore dovrà pagare allo stato e per il solo fatto di poter esercitare
un suo diritto circa 250 euro.
E' evidente non solo l'intento deflattivo sul contenzioso del lavoro, ma
anche il chiaro messaggio di classe; perché per il datore di lavoro che deve
agire in giudizio si tratta di pagare una somma irrisoria mentre per il
lavoratore si tratta di una spesa che corrisponde ad una quota importante
del proprio salario.
Maggio 2012
Cub Trasporti Lombardia
www.cubmalpensa
cubtrasportilombardia at fastwebnet.it
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From: Gino Carpentiero ginocarpe at teletu.it
To:
Sent: Friday, May 25, 2012 11:09 PM
Subject: DE ZORDO E GARETTI "AEROPORTO AMERIGO VESPUCCI: SALUTE E SICUREZZA
AL PRIMO POSTO"
Ricevo da De Zordo e Garretti e inoltro.
perUnaltracittà e Medicina Democratica: la salute al primo posto
Gino Carpentiero
COMUNICATO STAMPA
PERUNALTRACITTÀ-LISTA DI CITTADINANZA E MEDICINA DEMOCRATICA FIRENZE
DE ZORDO E GARETTI "AEROPORTO AMERIGO VESPUCCI: SALUTE E SICUREZZA AL PRIMO
POSTO"
"La salute delle popolazioni e la sicurezza delle infrastrutture devono
essere la preoccupazione primaria di chi governa un territorio. Qualunque
altro criterio, che avvantaggi economicamente qualche soggetto forte a
scapito di salute e sicurezza, deve appartenere a un passato da
dimenticare." Lo hanno dichiarato la capogruppo di perUnaltracittà Ornella
De Zordo e il coordinatore di Medicina Democratica Firenze Gianluca Garetti.
"L'aeroporto Amerigo Vespucci impatta già ora pesantemente su una parte
della Piana martoriata da troppe fonti inquinanti e su cui incombe anche
l'ipotesi di un inceneritore - hanno continuato De Zordo e Garetti - un
territorio che va risanato e non ulteriormente inquinato".
"Qualunque soluzione di nuova pista che incrementi il numero di voli e
aumenti la dimensione degli aerei non è perciò accettabile - aggiungono
ancora De Zordo e Garetti - la pista parallela bidirezionale, voluta in
particolare dal sindaco di Firenze e dagli industriali, può portare a
raddoppiare il traffico aereo e ha delle controindicazioni. Intanto sposta,
aggravandolo, il problema dai quartieri di Quaracchi, Brozzi e Peretola ai
Comuni di Sesto, Campi, Prato e anche delle zone a nord/ovest della stessa
Firenze: è incredibile che lo stesso sindaco Renzi sia a favore di una
soluzione che penalizza il suo territorio con sorvoli i cui effetti si
potrebbero risentire su tutta la parte della città che si apre verso la
Piana, a partire dal quartiere di Novoli. Infine penalizza la conformazione
dell'utile "Parco della Piana", che rischia di diventare solo una parziale
mitigazione dell'impatto acustico verso la Scuola dei Carabinieri.
De Zordo e Garetti hanno poi ricordato come si debba "finalmente realizzare
una reale integrazione con Pisa, visto anche il primo passo rappresentato
dalle navette ferroviarie veloci già messe a disposizione dalla Regione da
dicembre 2010, completando l'assetto ferroviario toscano e differenziando in
modo più netto Pisa con la sua potenzialità internazionale da Peretola che,
una volta messo in sicurezza e riqualificato nelle strutture
dell'aerostazione, può diventare un aeroporto dedicato a specifiche
tipologie di utenza."
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From: Gino Carpentiero ginocarpe at teletu.it
To:
Sent: Friday, May 25, 2012 11:48 PM
Subject: LA DIFESA DELLA SALUTE: UN OBIETTIVO DA RILANCIARE E DA PRATICARE
Un scritto a 6 mani da Angelo Baracca (il principale artefice), da Gianluca
Garetti e dal sottoscritto.
Voleva essere un contributo di discussione da pubblicare sul Manifesto anche
in rapporto alla costruzione di un soggetto politico nuovo che nasce dal
basso che non può a nostro avviso non occuparsi di salute.
Nonostante gli sforzi di Riccardo Chiari nostro amico della (ex)redazione di
Firenze non è stato per ora pubblicato.
Lo inviamo a un ampio indirizzario di Medicina Democratica . . . e dintorni.
Ovviamente il dibattito è aperto
Gino Carpentiero (con Angelo Baracca e Gianluca Garetti) per la sezione
"Pietro Mirabelli" di Medicina Democratica di Firenze
LA DIFESA DELLA SALUTE: UN OBIETTIVO DA RILANCIARE E DA PRATICARE
È per lo meno singolare che dal linguaggio, dagli obiettivi politici e dal
dibattito politico attuale, in tutte le sue forme ed espressioni, sia
scomparso il concetto di salute. Salute intesa non come servizio sanitario,
efficacia (o peggio economicità) delle cure, farmaci, e così via: ma invece
come Benessere Fisico Psichico e Sociale della popolazione. Tale concetto fu
divulgato dall'OMS fin dal 1948, ed è alternativo alla logica, ed ai
mostruosi profitti, del sistema sanitario e farmaceutico, che hanno tutto
l'interesse che le persone si ammalino ed abbiano bisogno di cure! Il tema
della Difesa della Salute, vale la pena ricordarlo, fu il movente
fondamentale mobilitante ed unificante dell'"autunno caldo" del 1969 e di
tutti gli anni '70 (La Salute non si paga, la Nocività si elimina), che
partendo allora dalla fabbrica si proiettò all'intera società.
A quel tempo esistevano le espressioni di base come i Consigli operai, che
erano l'espressione diretta di condizioni lavorative omogenee: oggi viviamo
una situazione sociale e lavorativa molto più frammentata, individualizzata
e precaria, ma proprio per questo ci sembra opportuno rilanciare un tema
unificante come quello della salute, considerando anche che una delle
principali cause di "perdita di salute" è costituita dallo stress e dal
disagio lavorativo.
Vi è a tal proposito, un dato eclatante, che la maggior parte dei cittadini
purtroppo non conosce: è vero che la speranza di vita si è allungata nel
dopoguerra, ma l'aspettativa di vita in salute (cioè senza malattie
invalidanti) è diminuita di dieci anni a partire dal 2003, gli uomini sono
passati dai 72 ai 62 anni e le donne a circa 61 anni! [Patrizia Gentilini Il
Picco della Salute 4 aprile 2011] Il che vuol dire che con il progresso
tecnico, con la tanto decantata prevenzione secondaria, si guarisce di più
dalle malattie, ma è tutto da vedere come si guarisce, perché per molte
infermità le terapie mediche e chirurgiche raramente portano a recuperare lo
stato di salute precedente.
Per alcune categorie di lavoratori in particolare quelli impegnati nelle
grandi opere infrastrutturali [Claudia Capanni, Giovanni Costa, Luigi
Carpentiero - ottobre 2004], la speranza di vita in salute è ancor più
ridotta.
Ci si ammala in realtà in età sempre più precoce, a questo riguardo l'OMS
denuncia l'aumento allarmante dei tumori, in particolare dei tumori
infantili, e l'abbassamento dell'età di insorgenza: in Italia sono 4 volte
più frequenti che negli altri paesi occidentali per l'inquinamento
atmosferico. [Valentina Cervelli, dicembre 2010].
Vi è un ulteriore aspetto che è ignoto alla gente: la maggior parte delle
malattie ha un'origine ambientale. Sono le condizioni dell'ambiente in cui
viviamo, in tutti i loro aspetti e valenze, che innescano i complessi
processi e le modificazioni che nell'organismo umano inducono poi gli stati
patologici: "il nostro ecosistema è ormai un esperimento chimico-biologico
su larga scala, in cui siamo contemporaneamente coloro che sperimentano e
coloro che lo subiscono, solo il tempo dirà se questo esperimento è ben
condotto, come noi speriamo" [Nature, J.V.Harper, 29-446-2007]. Essere
sottoposti ad inquinamento durante la vita embrio fetale porta interferenza
sulla programmazione epigenetica (l'epigenetica è una nuova scienza che
spiega come fattori ambientali come inquinamento, stress, alimentazione
possono influenzare l'ereditarietà) di organi e tessuti ed apre la strada a
patologie endocrine metaboliche, come obesità-diabete 2, cardiovascolari,
allergiche, autoimmuni, neurodegenerative, del neurosviluppo, riproduttive e
tumorali che si possono manifestare anche dopo decenni. Quindi non sono solo
l'origine genetica o gli stili di vita sbagliati ad indurre le malattie.
Ovviamente tutto questo viene sottaciuto dalla cultura medica e sanitaria
dominante, tutta volta alla prevenzione secondaria, in parte per il tipo di
formazione funzionale ai colossali interessi economici e per la mentalità
che questa induce, in parte forse anche per ignoranza della classe medica,
che non viene in alcun modo preparata a far fronte a questi problemi, ma a
ricettare medicine ed analisi mediche: per gran parte delle quali è provata
l'inutilità, quando addirittura non risultano dannose per la salute!
Il sistema economico e sociale in cui viviamo continua ad immettere
nell'ambiente e nelle catene alimentari ulteriori agenti nocivi e sempre più
invasivi, pretendendo che essi siano privi di effetti nocivi: campi
elettromagnetici, radiazioni ionizzanti e non, polveri sottili e
ultrasottili, molecole artificiali, interferenti endocrini (come ad esempio
le diossine) , metalli pesanti, con l'imperativo di fare profitti. Tutto ciò
sta provocando oltre all'aumento di patologie tumorali e non, anche nuove
patologie spesso gravemente invalidanti come la Sindrome da Sensibilità
Chimica Multipla (MCS) e la sindrome da Elettrosensibilità.
E la grande maggioranza della gente accetta passivamente tutto questo,
"resistibilmente" soggiogata dai pretesi vantaggi e comodità che il
"progresso" ci offre, e di cui non è più disposta a rinunciare. Anche le
condizioni sociali ed economiche, sempre più artificiose, disagiate,
convulse e frenetiche,con orari e ritmi di lavoro sempre più insostenibili
influiscono ovviamente sullo stato di salute, inducendo stati di stress,
insonnia, turbe psichiche, disadattamento, disagio psichico e sociale. Il
lavoro, sia quando c'è , che quando non c'è, oggi è sempre più spesso causa
diretta di gravi danni psicofisici: il lavoro precario "a vita", lo stato di
disoccupazione "cronica, la perdita del lavoro in età avanzata, quando
ancora non si sono raggiunti i requisiti minimi per il pensionamento, il
mobbing utilizzato da tante aziende per liberarsi di lavoratori "scomodi",
di disabili considerati improduttivi, di donne sempre più spesso espulse dal
lavoro rappresentano tutti fattori di perdita di salute. Il mobbing è anche
uno dei principali strumenti utilizzati per bypassare l'art.18 dello Statuto
dei Lavoratori, che peraltro sarà ulteriormente depotenziato dalla imminente
(contro)riforma Monti-Fornero; molto spesso il lavoratore malato per le
vessazioni subite supera infatti il cosiddetto periodo di comporto e viene
licenziato per "giusta causa".
È necessario e urgente pertanto rovesciare l'organizzazione e la logica
medica-sanitaria-farmaceutica dominanti (curare i danni alla salute)
diffondendo anche nella mentalità comune il principio della prevenzione
primaria [Giulio Maccacaro - Per una Medicina da rinnovare 1979], cioè della
difesa preventiva dello stato di salute di tutta la popolazione, pretendendo
l'eliminazione di tutti i fattori ambientali sociali, lavorativi,
psicofisici, economici che lo possono compromettere e nel contempo "curare"
la crescente disumanizzazione della medicina, passando dalla
medicina-azienda, alla medicina dell'empatia. Indispensabile è altresì
battersi contro il precariato, per un lavoro dignitoso, secondo il principio
oggi dimenticato lavorare meno lavorare tutti, e organizzato a misura d'uomo
secondo il principio dell'ergonomia per cui è il lavoro che deve essere
adattato all'uomo e non viceversa.
Questi obiettivi rovesciano radicalmente tutte le logiche e le pratiche
legate al profitto, e portano ad unità politica tutte le queste tematiche e
problematiche, in modi molto diretti che possono venire direttamente
percepiti dalle persone
Ecco perché riteniamo necessario riprendere e rilanciare nel modo più deciso
il tema della difesa della salute nei luoghi di vita e di lavoro.
Per questo è necessaria e fondamentale una ripresa della partecipazione dal
basso che consideri la Salute un Bene Comune irrinunciabile: a tal proposito
riteniamo che anche un nuovo soggetto politico, come ad esempio "Alba", che
vuole fare proprio della partecipazione il pilastro del suo agire politico
in difesa del lavoro, dei beni comuni e dell'ambiente non possa prescindere
da un rapporto stretto e sinergico, con tutti i movimenti di cittadini e
lavoratori che si battono su questi temi, nonché con quelle associazioni,
come MEDICINA DEMOCRATICA che da oltre 30 anni si batte per la salute dei
lavoratori e del popolo inquinato.
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Da: Assemblea lavoratori Autoconvocati assemblealavoratori at libero.it
A:
Data: Ven 25 Mag 2012 3:49 pm
Oggetto: INTERVISTA AD UN OPERAIO "INTERNO" DELLA FIAT DI POMIGLIANO
by Operai Contro / Categoria :: Numero128-12
Pubblicato il ven, 25 mag @ 13:43
Abbiamo intervistato un operaio della FIAT di Pomigliano. Uno dei 2100
"fortunati" che lavorano. E' abbastanza giovane, come la maggior parte di
quelli riassunti.
"L'azienda si è presa i più freschi, quelli che può consumare meglio".
Gli chiediamo come sono i ritmi di lavoro. Si presupporrebbe bassi, visto
che la FIAT vende sempre meno. Invece no. La cadenza della linea è 371 a
turno e mediamente si producono 360/365 auto. Quindi, solo un centinaio al
giorno in meno rispetto a prima, quando c'erano 5500 addetti. Questo la dice
lunga sul futuro di quelli che sono fuori e a cui la FIAT continua a
promettere la riassunzione.
"I ritmi sono alti, ma ballerini, cioè cambiano spesso. Non ci capiamo
niente. Il cartellino è inutile chiederlo perché è sparito. Abbiamo i
piazzali pieni di auto e le stiamo stipando anche negli altri stabilimenti.
Produciamo e non vendiamo. Io so solo che non ho neanche il tempo di bere,
perché per sfilare il guanto di lavorazione e stappare la bottiglietta
presuppone un tempo incredibilmente lungo e tra una lavorazione e l'altra
questo tempo non c'è".
Gli chiediamo allora che fine hanno fatto tutte le chiacchiere sul lavoro
"ergonomico" che la FIAT doveva applicare.
"L'ERGOUAS si vede, perché alcune lavorazioni sono migliorate. Ti abbassi di
meno, o alzi di meno le braccia per fare le operazioni, ma questo è stato
subito utilizzato dall'azienda per aumentare le operazioni. Lavori meno
scomodo, ma di più, e non hai tempo per niente".
E le pause?
"Dieci minuti di pausa sono pochissimi. Mentre vai in bagno ne saltano sei o
sette. Quanti ne rimangono? In tre minuti non ti riposi. Molti, per fare uno
spuntino, mangiano in bagno, specialmente le donne. Di tutto quello che
subiamo, questo è quello che sopporto meno: mangiare nel cesso".
Domandiamo se dal punto di vista salariale è cambiato qualcosa.
"Macché. Grosso modo le retribuzioni sono rimaste le stesse. I soldi
promessi non ci sono. Forse solo qualche spicciolo in più per la riduzione
delle pause".
A livello sindacale come è la situazione?
"Non è e basta. I delegati non si vedono più. Solo ultimamente scendono nei
reparti perché devono rinnovare le tessere".
E gli operai le rinnovano?
"La maggior parte sì. Controvoglia ma se le prendono. E' grazie a qualche
sindacalista che la maggior parte è entrata e con lo stesso canale può anche
uscire. I sindacati di opposizione sono spariti dalla fabbrica. Della FIOM
io non conosco nessuno che sia stato assunto, neanche quelli che si sono
cancellati dal sindacato sono rientrati".
Il fatto che abbiano spostato la mensa a fine turno cosa ha determinato?
"Grossi disagi per tutti, visto che si mangia dopo sette ore e mezza di
lavoro. Ma anche un ulteriore risparmio per l'azienda. Solo
seicento/settecento persone mangiano alla mensa adesso, gli altri se ne
vanno. L'azienda risparmia e si creano i presupposti per altri esuberi,
stavolta tra il personale della mensa".
E il rapporto coi capi?
"Prima certo non era buono, ma adesso la pressione dei capi è di gran lunga
aumentata, tanto che ce ne è uno che è chiamato da tutti Hitler".
La situazione appare insopportabile, come fate a resistere?
"Quali alternative ci sono? Io non so fare altro e fuori non c'è nessun
altro lavoro. Se ci fosse, credo che in fabbrica, oggi, non rimarrebbe
nessuno. Ci ribelleremo? A questi ritmi un operaio resiste poco. Io mi
aspetto già qualcosa a luglio quando, con l'aria condizionata che non
funziona, cominceremo a soffocare dal caldo e avremo anche difficoltà per
bere. D'altra parte non abbiamo nessuna certezza di continuare a lavorare.
La FIAT perde costantemente quote di mercato. La fabbrica rimarrà aperta, o
trasferiranno anche la nostra produzione in Serbia?"
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From: Stefano Ghio procomto at libero.it
To:
Sent: Monday, May 28, 2012 10:08 AM
Subject: CARI PADRONI: LE SENTENZE NON SI DISCUTONO, SI ESEGUONO
Gianluigi Ratto, Valter Mantelli, Valter Olivieri, Giovanni Ardossi, Eraldo
Parodi: sono questi i nomi, rispettivamente, del direttore di stabilimento,
del direttore di esercizio, del responsabile del servizio impianti, e dei
responsabili manutenzione e sicurezza, della raffineria Iplom di Busalla
(GE).
Il 31 luglio 2008, all'interno del complesso industriale, scoppia un
incendio - a causa di una perdita di "virgin nafta" da una flangia di
collegamento tra due condotte - e solo il tempestivo intervento dei Vigili
del Fuoco evita un dramma; la Iplom, infatti, si trova proprio a ridosso del
centro abitato e dell'autostrada A7: si possono immaginare le conseguenze
che avrebbe potuto avere uno scoppio degli impianti.
Venerdì venticinque maggio arriva la sentenza relativa all'evento: quindici
mesi di reclusione per ciascuno degli imputati, ed una provvisionale
immediatamente esecutiva di Euro ventimila a favore del Comune interessato;
la motivazione risiede nel perché "l'azienda non ha approntato alcun sistema
diretto per affrontare il prevedibile fenomeno indicato, per quanto attiene
alle tubazioni con diametro del tipo di quella in cui si è verificato
l'incidente".
La reazione della Iplom ha dell'incredibile: "siamo amareggiati e sorpresi
per la sentenza: abbiamo sempre fatto il massimo, nel rispetto delle
regole"; peccato che la Magistratura borghese abbia dimostrato esattamente
l'opposto.
Questi 'signori' farebbero bene a ricordare che - come disse il giudice
Giuseppe Casalbore ad un membro della difesa Eternit che contestava il
contenuto di un'ordinanza da lui emessa - "le sentenze non si discutono, si
eseguono"; ora, i cinque colpevoli si facciano la meritata galera, poi se ne
riparlerà nei gradi successivi di giudizio.
Genova, 28 maggio 2012
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Genova
http://pennatagliente.wordpress.com
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Da: Samanta Di Persio samantadipersio at virgilio.it
Data: 29/05/2012 14:35
A:
Ogg: IL TERREMOTO È UNA CERTEZZA
Dal libro Ju tarramutu. La vera storia del terremoto in Abruzzo.
Mi chiamo Antonio Moretti. Sono un geologo, vivo a L'Aquila, dove faccio
ricerca e insegno all'università. Da venticinque anni studio la sismicità
della Penisola, prima con la Regione Toscana, poi con l'Istituto Nazionale
di Geofisica, il CNR (Gruppo nazionale difesa dei terremoti) e il
laboratorio di sismologia dell'Università della Calabria. E ora eccomi qui,
tra i calcinacci della facoltà di scienze, terremotato come gli altri.
Mi chiederete se si poteva prevedere?
In una zona ad altissimo rischio sismico, nella parte tettonicamente più
attiva dell'Appennino, il terremoto non è una probabilità, è una certezza.
Il problema semmai sarebbe quando e dove, ma con una lacuna sismica di oltre
trecento anni, sarebbe bastato un briciolo di buon senso per indurci a
prendere qualche precauzione.
Del resto lo sciame sismico cominciato ad ottobre 2008, non era il primo in
questi ultimi venti anni. Ce ne fu uno nel 1984 nel corso del quale c'erano
già le roulotte pronte alla stazione inviate dall'allora Ministro
Zamberletti, perché in una zona a rischio sismico dove non c'erano terremoti
da 300 anni, evidentemente c'erano delle strutture cariche. In quell'anno
lì, il terremoto fece pochi danni e molta paura.
Nel 1994 ci fu un altro allarme sismico dove la scossa più elevata fu 4,4°
sull'altipiano delle Rocche.
In ultimo questo cominciato ad ottobre 2008 con una prima scossa rilevata
nella zona di Amatrice/Barete e poi si è spostata progressivamente verso sud
dalle parti nostre. Le strutture sismiche del centro Italia sono:
l'Appennino centrale (Collefiorito-Gubbio), Gran Sasso e Maiella (L'Aquila)
e l'Appennino meridionale (Irpinia). Le ultime due si muovono sempre
insieme: nel 1702 ci fu il terremoto a Benevento e nel 1703 a gennaio ci fu
ad Amatrice e a febbraio nell'aquilano e poi nel 1706 a Sulmona. La
struttura si carica, si muove un pezzo, fa una deformazione che si muove a
sua volta e va a spingere sulle strutture accanto che piano, piano si
mettono in moto anche loro. Quindi era evidente che ci sarebbe stato un
terremoto: c'era stato nella zona di Collefiorito: c'erano stati nella zona
dell'Irpinia e L'Aquila era una zona ferma da oltre 300 anni.
[...]
Gli investimenti dell'Italia sui terremoti: 1980 (dopo l'Irpinia) dieci
miliardi di lire, nel 1983 otto miliardi, nel 1985 cinque miliardi, nel 1990
tutti a casa!
[...]
Le faglie potevano essere monitorate con una rete di dettaglio locale,
monitorare l'emissione di liquidi profondi lungo la struttura: acque calde,
l'elio, CO2, e il radon. Quest'ultimo è radioattivo quindi si misura
facilmente. Il radon è uno dei precursori di attività sismica accertato.
Aumenta come aumenta lo stato di stress lungo la faglia. Però non lo posso
misurare ovunque, solamente quello che emerge lungo la frattura, per
riconoscerlo devo misurare se ci sono gli altri gas, se c'è un campo
magnetico, ecc. Associando tutto, posso dire se ci sarà una situazione di
rischio.
[...]
È chiaro che non puoi dire "scappate tutti". Non puoi tenere le persone in
piazza per due, tre anni. Ai miei studenti ho detto prendete una torcia
elettrica, andate a letto vestiti, mettete le scarpe a portata di mano. Se
fosse stato dato questo messaggio dopo il 31 marzo, la metà dei morti si
potevano evitare.
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