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Sun May 27 09:10:40 CEST 2012



26/05/2012 15:22 | LAVORO - ITALIA | Autore: luigi mazza

Assemblea autoconvocata delegati RSU a Roma. Cremaschi: "occorre un
movimento sindacalista antagonista e unitario"

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"Non possiamo più continuare così". Con questo appello, che è di
disperazione (quella dei lavoratori e dei precari) ma anche di speranza
(perché tenta di aggregare e ricomporre le lotte e i conflitti che
attraversano il Paese), i delegati Rsu si sono ritrovati a Roma, al teatro
Ambra Jovinelli, per l'Assemblea nazionale autoconvocata. La sala è gremita,
e prendono la parola decine di delegati, operai, licenziati, esodati,
precari e studenti. Il malcontento è forte; contro Monti e Fornero "che
stanno via via smantellando tutti i diritti dei lavoratori fino a renderli
tutti licenziabili e precari", ma anche contro le forze di centro-sinistra
"che hanno scelto di stare dalla parte dei padroni". Ma soprattutto, in
quasi tutti gli interventi, è percepibile lo scontro con la Cgil, che un
delegato arriva a definire "un'anomalia, perché in questo momento fa da
tappo rispetto al conflitto". L'atteggiamento di Susanna Camusso, e di gran
parte del maggior sindacato italiano, rispetto alla riforma del lavoro, così
come sulla questione dell'articolo 18, non piace e delude. Delude la scelta
di aver indetto una mobilitazione per il 2 giugno, giorno di festa
nazionale. Quando prende la parola Giorgio Cremaschi, lo scontro con la Cgil
è frontale; riferendosi alla Cgil afferma: "in questi giorni si parla molto
dei 'palazzi', ma c'è un palazzo sindacale inutile che il 2 giugno farà
un'inutile manifestazione. Non avere il coraggio di difendere l'articolo 18
resterà una macchia indelebile nell'attuale classe dirigente della Cgil".
Cremaschi parla poi di Monti e di Grecia: "Monti si augura che in Grecia non
vincano i partiti cosiddetti 'estremi', ovvero quelli che non accettano il
Memorandum ( piano di austerita' di Ue, Fmi e Bce, Ndr.), perché sa che
potrebbero contagiare tutta l'Europa. Io gli dico: viva la lotta di
liberazione del popolo greco, portiamo in Italia la lotta del popolo greco".

L'obiettivo dell'assemblea autoconvocata è di creare un movimento unitario
con le forze, sindacali e non, che ci stanno, che hanno un'altra idea di
società e di uscita dalla crisi; il traguardo, come conclude Cremaschi,
"deve essere un movimento sindacalista antagonista e unitario".

In più interventi si sottolinea la necessità di uno sciopero generale e
qualcuno chiede di mettere a votazione qualche data: si parla dell'8 o del
15 giugno. Si ribadisce la necessità di presidiare e picchettare il
parlamento nei giorni in cui dovrà essere approvata la riforma del lavoro
firmata Fornero. E la proposta concreta arriva dalla "Rete Spread" per bocca
di Lorenzo Sansonetti, che consiglia ai delegati Rsu, all'USB e alla Fiom un
"presidio permanente di 2-3 giorni", in cui studenti, precari e movimenti in
lotta potrebbero essere determinanti per aggregare e fare fronte comune
mentre il ddl Fornero è in discussione alle Camere.

Seguono molti interventi, in tanti non nascondono la presunta inefficacia
anche della Fiom; un operaio prende la parola e giudica "fallimentare
l'azione del segretario Landini, per esempio nel caso di Termini Imerese che
doveva essere occupata appena la Fiat ha minacciato di chiuderla. Invece
siamo nella condizione in cui il padrone chiude le fabbriche senza dover
affrontare alcuno scontro o opposizione". E gli dà ragione un delegato Fiom
di Padova che, ribadendo la necessità di "fare sciopero a oltranza e senza
tregua", ricorda che nelle ultime settimane nel distretto industriale di
Padova "stanno avvenendo migliaia di licenziamenti e i sindacati, compreso
il mio, stanno smantellando le lotte. Succede anche che a chi lotta per il
posto di lavoro vengano offerti anticipi di 500 euro per togliere i
picchetti davanti alle fabbriche".

Il messaggio è chiaro: la lotta sindacale dal basso, con o senza Cgil e
Fiom, ha tutte le carte in regola per fare paura a questo governo, così come
a chi vuole applicare il modello Marchionne a tutti i lavoratori. Ora
occorre aggregare e ricucire il conflitto di classe.




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