[Redditolavoro] COMUNICATO STAMPA IMPORTANTE MASSIMA DIFFUSIONE
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Sat May 5 17:19:36 CEST 2012
SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI CLASSE - VENETO
COMUNICATO STAMPA
5 MAGGIO 2012
CARABINIERI LICENZIATORI
DOVE ARRIVA IL MODERNO FASCISMO NEL TREVIGIANO
Il nostro Sindacato, o meglio l'appartenerVi e rivendicare diritti sindacali e reddito, porta nel Trevigiano al rischio licenziamento. Mentre attendiamo l'inizio dei processi a Geox, e mentre ricorriamo in appello con legali ns.convenzionati, per i licenziamenti politici alla Fercam di Casale sul Sile, i fascisti della terra di Sacconi non mancano di dimostrare che è l'area della Lega la più vicina in effetti a quella che si sta dimostrando una autentica mafia in guanti (non sempre) bianchi, delle cooperative e degli appalti irregolari.
Stiamo parlando dell'intervento di questa notte dei carabinieri alla Amadori di Mogliano Veneto (marchio della Gesco di Cesena).
Oggi, la provocazione. Questi lavoratori, o meglio 3 di loro, tutti di un paese dell'Est Europa, tra i quali il loro capo turno, sono stati allontanati in un licenziamento di fatto che non ha precedenti, dai carabinieri di Zero Branco (TV), i quali si sono recati all'una di notte del 5 maggio 2012 alla Amadori di Mogliano Veneto senza alcun ordine scritto e senza notificare nulla ai lavoratori. L'allontanamento è avvenuto alle 1,30, senza alcuna notifica. Un nuovo arrivato, un immigrato africano che arrivava dalla Lombardia, che conosceva l'unità operativa da tempo perché Gesco fa ruotare il personale organizzativo suo di modo da garantire le sostituzioni in caso di necessità, ha assunto il compito di nuovo responsabile senza notificare nulla, verso le 21 di ieri. Verso le 23 sono arrivati dei nuovi lavoratori.
La vertenza alla Gesco di Mogliano Veneto (TV) era iniziata lo scorso settembre, e riguardava in particolare la regolarizzazione contrattuale con l'applicazione del ccnl logistica in luogo del metalmeccanico e il pagamento della indennità di contingenza (la paga globale adottata era di oltre 2 euro inferiore a quella dovuta) e all'integrale pagamento degli straordinari.
Questa squadra di lavoratori (inizialmente erano 6 iscritti su 6) faceva funzionare il deposito alimentare frigorifero della Amadori la notte, sistemando gli arrivi dai camion e preparando i carichi per i furgoni sulla base degli ordini ricevuti per via telematica direttamente dalla Gesco. In seguito due lavoratori se ne andarono da questo lavoro, e vennero sostituiti da altri, che evitarono accuratamente di iscriversi al sindacato. Lo stato di agitazione a ottobre portò ad un paio di incontri sindacali e alla comunicazione per via telematica della autorizzazione allo svolgimento delle ore straordinarie ai lavoratori della squadra, con un miglioramento salariale ma non con l'adeguamento contrattuale.
In seguito le trattative stagnarono e vennero sempre eluse. Dal mese di ottobre, la Maxwork che aveva come dipendenti in somministrazione (ad "Area Logistica") i lavoratori, non pagò più anzi le trattenute sindacali. Inoltre tentarono la via delle disciplinari, che poi rientrarono, in seguito ad una provocazione con ogni probabilità non casuale, proprio nel bel mezzo dello stato di agitazione, messa in atto da un padroncino autotrasportatore.
Alla fine di febbraio, anziché portare ad adottare il ccnl autotrasporti e logistica, la Maxwork ancora una volta del tutto arbitrariamente, adottò il ccnl "commercio e servizi", senza modificare le retribuzioni (ossia senza riconoscere la componente della contingenza nella paga base).
Il contratto a tempo determinato è così nullo oltre che per tutti gli altri motivi ( tra i quali quello che è iniziato immediatamente dopo un precedente contratto a tempo determinato con una cooperativa con sede legale in provincia di Bergamo -di Bergamo è la sede legale della Maxwork- che aveva gestito l'appalto per alcuni anni), per il fatto che si è attuato un licenziamento orale prima che la giornata di lavoro del 4 maggio terminasse alle ore 6-7 del mattino di oggi (ultima per contratto, che sarebbe stato prorogato automaticamente con la continuazione del rapporto di lavoro, cosa che invece è avvenuta per un quarto lavoratore che aveva iniziato la vertenza, anch'egli africano, che non è stato allontanato). I lavoratori hanno già impugnato licenziamento di fatto, nullità del contratto, interposizione ed appalto illecito.
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