[Redditolavoro] I MUSCOLI DI MONTI

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Sat Mar 3 17:08:56 CET 2012


 I MUSCOLI DI MONTI

(3 Marzo 2012)

Mario Monti ha assunto il progetto Tav in Val di Susa come simbolo del
proprio governo: non solo della propria credibilità di garante degli
immensi interessi coinvolti nell'opera, ma anche della propria forza
d'ordine nella gestione delle piazze.

La difesa del progetto Tav nel nome dell'” interesse generale delle
generazioni future” è un manifesto di ipocrisia. E' il solito motivetto
ideologico con cui da vent'anni si tagliano pensioni, si precarizza il
lavoro, si distruggono diritti. Chi non ha niente da offrire ma solo da
togliere ai vivi, vuole far credere loro di lavorare per la storia . E se i
vivi non abboccano, è pronto il manganello. Questa è la sostanza. E ha
molto poco di “tecnico”: ha molto a che vedere invece con il mandato
imperativo di banche, industriali, costruttori. La questione Tav è solo una
insegna: non dell'”antagonismo”, se non di riflesso, ma del governo.

Non si ricorda peraltro una seduta straordinaria di governo interamente
dedicata alla gestione minacciosa della piazza, se non ai tempi di Scelba.
Ci voleva un governo “tecnico” per restaurare la peggiore tradizione
politica reazionaria?
Ma un governo che sceglie quel terreno di confronto sceglie perciò stesso
di politicizzarlo al livello più alto. E allora c'è bisogno di una risposta
di massa più generale che riconduca le ragioni No Tav ad un programma
anticapitalista e ad una mobilitazione straordinaria di tutti gli
sfruttati.

I No Tav non possono vincere da soli. Né solamente in virtù di una
solidarietà nazionale alla loro lotta, che pur è prioritaria e urgente.
Possono vincere se confluiranno in una rivolta popolare e di classe contro
il governo, i poteri che lo sostengono, i partiti che l'appoggiano: una
rivolta che ribalti i rapporti di forza complessivi e apra dal basso uno
scenario nuovo. Ma questa rivolta richiede una bandiera più larga della Val
di Susa: una bandiera che rivendichi il blocco dei licenziamenti, la
ripartizione fra tutti del lavoro, un salario sociale vero per i
disoccupati, un grande piano di opere sociali - finanziato dalla tassazione
delle grandi ricchezze a dal ripudio del debito verso le banche- che
assorba al suo interno le stesse domande No Tav. Le decine di miliardi
previsti per la TAV vengano investiti nella bonifica dall'amianto, nei
treni pendolari, nella ricostruzione del sistema sanitario, nell'istruzione
pubblica.., invece che infilati nelle tasche di banchieri, costruttori,
imprese mafiose per avvelenare una valle!

Così formulata, questa rivendicazione può essere un ponte prezioso gettato
verso la classe operaia, verso l'enorme massa dei lavoratori precari, verso
i disoccupati: per chiedere che sia il mondo del lavoro e le sue
organizzazioni a unificare e dirigere il fronte di massa attorno a un
comune programma di lotta, che faccia proprie le ragioni di tutti gli
oppressi.

Il Partito Comunista dei Lavoratori, impegnato ovunque nelle mobilitazioni
No Tav, porterà questa rivendicazione di fronte unico anticapitalista nello
sciopero generale della Fiom del 9 Marzo e nella manifestazione nazionale
di Roma.

*PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI
*

*http://www.pclavoratori.it  -  info a pclavoratori.it
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