[Redditolavoro] Fw: ma Napolitano e Schifani ci fanno o ci sono?

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Tue Jun 26 13:11:57 CEST 2012






Comunicato

Nella giornata di ieri, in
occasione della  «Giornata nazionale di studio sulla salute e sulla
sicurezza sul lavoro» a palazzo Giustiniani –convocata dalla
Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul
lavoro-, le prime due cariche dello Stato si sono espressi sulla
barbarie degli “omicidi” (ndr) sul lavoro. La prima discrepanza emerge
sul nome che usano i due rappresentanti istituzionali: “Morti bianche”
li chiama Napolitano, lui che si definisce strenuo difensore delle
istituzioni, nel continuare ad usare il termine “morti bianche” mostra
quali istituzioni difende: quella dei padroni e attacca la magistratura
scomoda. Scomoda come quella di Torino che al processo Thyssenn ha
condannato per “OMICIDIO COLPOSO” i vertici aziendali per la loro
scelta cosciente di non applicare le normative in nome del profitto e
considerando la vita operaia meno di niente. Continuando Napolitano ha
detto: «Mi pare che si stia dando un quadro di quel che si è fatto
anche con risultati apprezzabili». E quali sarebbero questi risultati
apprezzabili? I dati dell’Inail, che ci dicono “che gli incidenti sono
diminuiti”?. Il principe, Totò, De Curtis avrebbe detto “MA CI FACCIA
IL PIACERE”. I dati Inail somigliano più a veline questurine che cifre
reali, infatti l’Ente non considera (meglio dire occulta) alcune
questioni: 1) con la Crisi molte fabbriche hanno chiuso o hanno fatto
ricorso massiccio alla cassa integrazione; 2) è in aumento del lavoro
precario o in nero, tra le cause principali degli incidenti; 3) l’Inail
non tiene in conto tutti gli incidenti stradali di lavoratori che vanno
al lavoro o che hanno finito il turno; 4) i tanti morti diluiti nel
tempo, legati all’uso/esposizione all’amianto o sostanze cancerogene,
che sono cifre da teatro dell’orrore; 5) non ultimo il terremoto in
Emilia ha mostrato che non solo gli “eventi” catastrofici di casuale e
naturale hanno ben poco, ma che anche in questi eventi a morire-a
subire traumi permanenti (nel fisico e nelle menti), sono in prima
linea gli operai.
Ancora più illuminati sono state le parole di
Schifani: «Meno lavoro-meno incidenti non è un'equazione che ci
rassicura. Noi vogliamo che ci sia più lavoro e nessun incidente. Non
dobbiamo consentire i tagli sui costi dell'infortunistica per ragioni
di risparmio e per massimizzare i profitti», «È moralmente deprecabile
- ha proseguito la seconda carica dello Stato - approfittare del
bisogno, della necessità di occupazione dei tanti lavoratori, disposti
a rischiare la propria salute e la propria vita pur di percepire uno
stipendio», «Le troppe tragedie - ha concluso Schifani - anche recenti,
quella di Barletta, quella di Frosinone, quella ultima degli operai
dell'Emilia schiacciati all'interno di capannoni non in linea con le
normative antisismiche, ci impongono interventi di prevenzione sempre
più attenti e rigorosi». E’ vero l’equazioni dell’Inail non ci
rassicurano, perché taroccate; non siete voi, “alte cariche
istituzionali”, a non consentire che le imprese, da sempre, taglino i
costi sulla prevenzione per ingrassare i loro profitti e le loro mani
sporche del nostro sangue; non siete voi che non dovete permettere il
ricatto, specialmente in una fase di crisi, dell’equazione “VUOI IL
LAVORO, ALLORA RINUNCIA AI DIRITTI”, quando siete i primi sostenitori
del “governo” Monti che con le riforme della Fornero, sta diffondendo e
sviluppando questo ricatto; non potete parlare di tragedie né morti
bianche, sono omicidi e gli autori sono noti; i vostri interventi di
“prevenzione” si chiamano attacco a tutte quelle realtà e singoli, che
quotidianamente si battono contro questa guerra (3/4 o5 morti al giorno
sono cifre di un conflitto e non di fatalità), e che considerate“teste
calde” esponenti Rls, come M. Bazzoni, o l’Osservatorio di Bologna, che
chiedono da tempo di chiamare le cose col loro nome -omicidi e non
morti bianche- e che contestano i dati Inail; anzi fate di più: mandate
le cosiddette forze dell’ordine a denunciare-incriminare chi protesta
davanti i tribunali per avere GIUSTIZIA per I NOSTRI MORTI, come è
successo per le Associazioni che protestavano al tribunale di Bassano
del Grappa per l’indegna assoluzione dei vertici della Tricom di Trezzo
sul Brenta per la morte di 14 operai per esposizione all’amianto e
altre sostanze cancerogene (ndr. Sentenza ribaltata dal tribunale di
Venezia, titolari condannati per omicidio colposo), “rei” di aver
lanciato qualche uovo, di imbrattamento, grida ingiuriose. Questa si
chiama REPRESSIONE perché i fedeli tutori dell’ordine dovrebbero
denunciare/arrestare i dirigenti aziendali, i loro padrini politici,
anziché essere conniventi come le tante inchieste hanno fatto emergere.

Come Rete abbiamo detto che questa battaglia è lunga e difficile, ma è
necessario portarla sino in fondo. Che è necessario unire le forze e
mettersi in Rete, al di la delle appartenenze, per sostenere tutti, per
sentirsi un corpo unico, per ottenere dei risultati. Nei primi giorni
di luglio, il 9, si apre al Tribunale di Milano il processo per lo
scoppio all’Eureco di Paderno Dugnano del novembre 2010, facciamo
appello a tutti ad essere presenti e sostenere la sete di GIUSTIZIA dei
familiari e degli operai, nella prospettiva di fare un collettivo passo
in avanti in questa battagli a livello nazionale.
Rete nazioanle
sicurezza sul lavoro Nodo Milano
retesicurezzamilano at gmail.com
26-06-
2012






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