[Redditolavoro] ancora sull'infortunio a novi ligure all'ilva

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Fri Jun 22 19:36:11 CEST 2012



L'ILVA UCCIDE ANCHE A NOVI LIGURE (AL)
Giovedì sette giugno, ore 20:00 circa, stabilimento Ilva di Novi
Ligure: un capoturno trentaquattrenne – originario di Napoli, ma ormai
da anni residente a Lerma, una ridente località sulle colline
dell’Ovadese, famosa per la produzione di un ottimo vino dolcetto –
Pasquale La Rocca, è alla guida di un muletto con l’aiuto del quale ha
appena scaricato un bancale di cunei di legno atti a formare la culla
sulla quale verranno appoggiati i rotoli di acciaio appena prodotti.

Improvvisamente, in seguito ad una manovra azzardata che provoca la
sterzata eccessiva di una ruota, il mezzo si inclina e successivamente
si ribalta; per l’operaio, che non porta le cinture di sicurezza
allacciate, non c’è nulla da fare: resta schiacciato sotto il pesante
veicolo di servizio.

Fin qui la cronaca dell’ennesimo infortunio mortale sul lavoro; il lato
peggiore della vicenda è rappresentato però da ciò che accade subito
dopo: nessuno dei responsabili della fabbrica ordina di fermare gli
impianti, come sarebbe doveroso in questi casi.

La produzione si ferma comunque: ma ciò avviene dopo quasi un’ora,
quando la notizia trapela in tutti i reparti, ed i lavoratori scendono
in sciopero spontaneamente, dando vita ad un presidio davanti ai
cancelli.

I sindacati interni si affrettano a precisare che non si tratta di uno
sciopero contro l’azienda, chiarendo che “chi ha detto che la fabbrica
ha continuato a lavorare ha detto il falso. Non abbiamo notizia di
ordini contrari allo sciopero impartiti dai dirigenti dei reparti”;
peccato che a sconfessare questa dichiarazione pensi il segretario
provinciale della Uilm-Uil di Alessandria, Antonello Dell’Omo, che
lamenta la “mancanza di un po’ di umanità, e della scelta di bloccare la
 produzione”.

A prima vista può sembrare incredibile che i sindacati aziendali
dichiarino il falso per proteggere il padrone; lo diventa assai meno se
si legge questo fatto alla luce di ciò che sta accadendo all’Ilva di
Taranto; qui, da poco, si è organizzato il Cobas diretto dallo Slai
Cobas per il sindacato di classe, che sta rapidamente crescendo: i
confederali temono il possibile contagio dello stabilimento
alessandrino, e cercano – buttando acqua sul fuoco della rabbia operaia –
 di smorzare sul nascere qualunque ipotesi di organizzazione dei
lavoratori in un sindacato che fa realmente il suo mestiere di difesa
dei loro interessi.
Novi Ligure (Al), 09 giugno 2012
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Genovahttp://pennatagliente.wordpress.com



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