[Redditolavoro] la pessima sentenza fiat antislai cobas

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Wed Jul 18 12:29:16 CEST 2012


Fiat, Newco: il tribunale dà ragione a Marchionne e boccia i cobas  PDF 
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Scritto da redazione
Martedì 17 Luglio 2012 11:04

Lo Slai aveva chiesto al giudice di Torino di far tornare al lavoro i 
cassintegrati dichiarando illegittima la creazione di fabbrica Italia 
Pomigliano, la fabbrica che ha determinato la cacciata della sinistra 
sindacale dagli impianti fiat.

 Il giudice del lavoro di Torino ha respinto la richiesta dello Slai Cobas 
fatta di far assumere nella newco Fabbrica Italia Pomigliano quattro operai 
cassintegrati ancora alle dipendenze della vecchia società Fiat Giambattista 
Vico. Ma la magistratura piemontese ha bocciato il ricorso. E'un punto a 
favore del Lingotto molto pesante perchè la sentenza è di quelle che 
contano.

 L'obiettivo dello Slai-Cobas, il sindacato degli irriducibili operai 
autorganizzati, era di far stabilire dal tribunale di Torino un principio 
che potesse valere per tutti i dipendenti Fiat del comparto automobilistico 
partenopeo e cioè che la newco Fabbrica Italia Pomigliano è stata creata in 
violazione dell'articolo 2112 del codice civile perchè non è nient'altro che 
la naturale continuità societaria e occupazionale della vecchia Fiat 
Giambattista Vico, vale a dire della società che aveva gestito le produzioni 
automobilistiche campane fino all'avvento della new company e che sarà 
dismessa per sempre entro l'estate dell'anno prossimo.

 I legali dello Slai volevano dunque che la magistratura definisse come un 
normale trasferimento di ramo d'azienda il clamoroso rivolgimento 
industriale e sindacale che ha poi portato alla produzione della nuova 
Panda. « La newco Fabbrica Italia non è - la convinzione del sindacato di 
base - quel che avevano ordito l'amministratore delegato della Fiat, Sergio 
Marchionne, e il suo pool di avvocati, vale a dire una realtà industriale 
del tutto distinta dalla precedente, per cui le migliaia di cassintegrati di 
Fiat Giambattista Vico devono automaticamente passare alle dipendenze della 
Fip». Ma il giudice di Torino, Vincenzo Ciocchetti, ha bocciato quest'assunto, 
presentato attraverso un ricorso per soli quattro dipendenti di Fga iscritti 
allo Slai. Ricorso che, una volta vinto dalle tute blu, sarebbe servito come 
sentenza pilota, estensibile a tutti i colleghi cassintegrati.

 E ora si riapre l'ennesimo caso Pomigliano. Questo perché c'è un altro dato 
sensibile scaturito da quest'ultima sentenza. Contrariamente alla decisione 
del tribunale di Roma, che nelle scorse settimane ha ordinato all'azienda 
l'assunzione di 145 dipendenti iscritti alla Fiom, Ciocchetti ha infatti 
sostanzialmente riconosciuto l'autonomia dell'azienda nella politica delle 
assunzioni. A ogni modo lo Slai ha già annunciato l'intenzione di ricorrere 
in appello e alla Corte Europea. «E' una sentenza su cui ha pesato la 
pressione di una politica del tutto asservita ai voleri di re Marchionne - 
commenta Vittorio Granillo, leader storico dello Slai di Pomigliano - e che 
quindi ci sollecita a mobilitarci, a lottare in piazza per non perdere il 
posto di lavoro, visto che ormai anche la magistratura ci è contro». 
Diametralmente opposta la valutazione dei legali del Lingotto.

 «Pochi giorni dopo l'anomala decisione del tribunale di Roma - dichiara l'avvocato 
Diego Dirutigliano, uno degli avvocati della Fiat - viene ora riconosciuto 
in modo netto a Fabbrica Italia Pomigliano spa il diritto di decidere se, 
quando e chi assumere». E da Pomigliano Luigi Mercogliano, segretario 
regionale della Fismic, lancia un appello: «A questo punto spero che vengano 
messe da parte le divisioni nel sindacato per il bene della fabbrica e dei 
lavoratori».

Autore: Pino Neri
Categoria: Economia e Lavoro
15/07/2012 



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